martedì 14 luglio 2015

PERLEDO



La leggenda dice che Perledo vuol dire "per l'Eden", e questo fa capire che ci troviamo in un luogo veramente suggestivo, perfino per la riva est, che è tutta un po' speciale. La costiera di Perledo è una superba gradinata che scende verso il centro del lago e incornicia la Chiesa barocca di S. Martino con la torre romanica. Anche la regina Teodolinda pare che amasse queste terre e che la costruzione della cappella di S. Maria, vicino alla Chiesa di Cittana, sia da collegarsi proprio alla permanenza della regina.
Sono i grandiosi panorami e la mitezza del clima i gioielli più preziosi di questo minuscolo paesino e se siete appassionati del bello e avete occhi ingordi e gambe buone, fate una passeggiata verso l'alto: ad ogni metro di salita lo sguardo si allargherà come il vostro stupore. E per uno stupore a tinte più forti cercate di non perdervi l'Orrido del Crot del Pepot, sul torrente Esino.

Perledo è un comune localizzato sulla sponda orientale del Lago di Como, a nord di Varenna e a sud di Bellano.

Il territorio comunale, fa parte della Comunità Montana della Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Riviera ed è in parte compreso nel Parco Regionale della Grigna Settentrionale.

Perledo deriverebbe dal termine lombardo perlo, pero cervino, dal diminutivo pirulus, con l'aggiunta del suffisso -etum. Altra ipotesi, priva tuttavia di evidenze e comunque diffusa a livello popolare, vorrebbe far risalire l'origine della parola a 'per l'Eden', cioè 'sulla strada per il paradiso', con riferimento all'abitato di Esino Lario.

Un tempo era attiva la Cava (Alta e Bassa), nella frazione di Regolo, dove si estraevano blocchi di marmo chiamato il Nero di Varenna, roccia calcarea a grana finissima (micrite), di colore nero intenso e molto compatta; il colore nero è dovuto al fatto che il materiale originario, ricco di resti organici derivanti specialmente da fitoplacton, si è depositato in ambiente subacqueo privo di ossigeno sotto forma di fanghiglia in lenta putrefazione (sapropelite).

Sulla finire dell'800 vennero rinvenuti dei fossili che più tardi presero il nome di Perleido (gen. Perleidus), un pesce estinto, appartenente agli attinotterigi. Visse tra il Triassico inferiore e il Triassico medio (340 – 325 milioni di anni fa) e i suoi resti si ritrovano in numerose parti del mondo (Europa, Asia orientale, Africa occidentale, Madagascar, Groenlandia e Spitsbergen).

Altri fossili vennero ricondotti ad un altro animale, il Lariosaurus.

Prodotti tipici storicamente presenti sono l'olio di oliva extravergine a cui sono dediti ancora oggi alcune aziende agricole locali, sia nella produzione che nella commercializzazione del prodotto.

Recentemente si è assistito ad un ritorno alle tradizioni agricole proprie di Perledo e con queste ripristinate alcune produzioni tipiche di agricoltura biologica come miele, frutta e verdura.

Nello Strumento Urbanistico comunale, in località Campallo, è identificata una zona privilegiata per gli insediamenti industriali e artigianali e vi hanno trovato sede diverse realtà imprenditoriali del territorio.

Considerata la vocazione turistica, soprattutto nel periodo estivo, con lo sviluppo della formula degli agriturismo si sono registrati nuovi punti di ristoro che privilegiano una degustazione essenziale con piatti tipici, questi vanno ad aggiungersi ai più tradizionali crott e ristoranti presenti da diverse generazioni tipicamente a gestione famigliare.

Un crotto (chiamato anche grotto nella Svizzera Italiana o crott in lingua lombarda) è una cavità naturale tipica delle regioni montuose delle Alpi, in particolare delle zone del lago di Como, della Valchiavenna e del Canton Ticino.
I crotti sono anfratti naturali che penetrano entro i resti di antiche frane staccatesi in un lontano passato dai versanti della vallata. Il più famoso di questi sicuramente è l'anfratto della Caurga, nei pressi di Chiavenna.
All'interno dei crotti, tra gli spiragli dei massi, spira costantemente una corrente d'aria fredda, chiamata localmente Sorèl, che si mantiene alla temperatura costante di circa 8 gradi Celsius in estate e inverno. Questo fenomeno però non è mai stato fatto oggetto di ricerca scientifica accurata: in pratica non ne esiste un'interpretazione scientifica rigorosamente certa.
In virtù di queste caratteristiche naturali, i crotti sono stati e sono ancora comunemente usati per conservare cibi, bresaola e formaggi in particolar modo, e vini. In molti casi ospitano taverne che offrono prodotti tipici locali quali i pizzoccheri, valtellinesi o valchiavennaschi (gli gnocchetti bianchi), la polenta taragna, la polenta uncia e la bresaola. Per la sua importanza nella gastronomia e nell'etnografia del territorio, il crotto è stato legato a feste di tradizione popolare, collegate appunto al suo nome.
Degna di nota è la pieve romanica di san Martino, con la sua singolare forma ovale e la torre (la sommità non è pertinente). Dalla piazza antistante la chiesa si può scorgere il lago. Con una breve passeggiata si giunge all'abitato della piccola frazione di Vezio, nella parte opposta della valle formata dal torrente Esino rispetto al paese; il nucleo di case è dominato dalla mole del Castello di Vezio. Fatto erigere dalla regina Teodolinda, ma è solo una leggenda, si costituisce di una torre centrale circondata da diverse cinte murarie. A Regoledo, frazione del comune di Perledo sorge l'Istituto Sacra Famiglia, un tempo Istituto Climatico di pregio.

In piazza della Libertà è presente un Monumento dei Caduti e dispersi della Seconda Guerra Mondiale.

La chiesa di Perledo è dedicata a San Martino di Tours. Si ha memoria di questa chiesa nel 1288. Dal 1406 sede di un prevosto e rappresentante la Pieve di Perledo. Col Rinascimento Perledo venne addirittura ad assumere l'autorità vicariale sulla sua vecchia capopieve (Pieve di Varenna). Ai prevosti di Perledo, all'inizio del XIV secolo, per un periodo di tempo non preciso, furono sottoposte le parrocchie di San Vittore sul Castello (Esino Lario) e la parrocchia di San Giorgio (Varenna). La parrocchia di Esino si staccherà da Perledo nel 1455.Nello stesso anno si registra la visita pastorale dell'Arcivescovo Gabriele Sforza. Nel 1564 la “rettoria” di San Giorgio e la “cappella” die San Giovanni Battista de Varenna risultano attestate nel 1564 nella pieve di Perledo. Nel Larius di Anton Gioseffo della Torre di Rezzonico, viene attribuita la volontà di edificare la chiesa alla regina Teodolinda. Giuseppe Arrigoni, stroriografo della Valsassina, scrisse: «La regina Teodolinda tanto nota per la sua pietà, invaghitasi dell’amena solitudine di Perledo, spesso vi veniva a villeggiare, e stanca infine delle gravi cure del regno, rinunziò il trono al figlio Adaloaldo, e qui si ritirò a passare i giorni della vecchia. Lasciò essa in questo luogo di delizie perenni monumenti della sua grandezza e pietà nella chiesa che fu posteriormente rimodernata, e nella torre che ancora si ammira».
Pregevole il battistero in legno del '600 e due confessionali probabilmente della stessa bottega posti all'ingresso; un discreto Matrimonio mistico di Santa Caterina di Domenico Cadorado (sull’altare di sinistra); l’altare della Madonna del Rosario coi quadretti dei Misteri, opera di secondo Seicento; una tela di inizio settimo secolo con Sant’Antonio Abate che benedice gli armenti (oggi in canonica); gli armadi della sacrestia; dove si trova pure una tela con San Martino e il povero, riferita a Francesco Bellati con datazione al 1785, e proveniente dalla cappella del Santo.
Fra il 1614 e il 1628 la chiesa venne ricostruita a pianta ottagonale e nel 1755 vi fu l’apposizione della facciata, decorosa nella sua tripartizione e nel complesso esemplare dell’edilizia barocca minore, ma destinata fatalmente ad interrompere il ritmo dell’edificio anteriore.

La Chiesa di Regolo, dedicata a San Giovanni Battista, è di fondazione antica ma ricostruita nel XVII secolo.
La chiesa di Tondello è dedicata ai Santi apostoli Pietro e Paolo.
La chiesa di Bologna è dedicata a San Bernardo del 1419 con pala d’altare del 1609 di Giovanni Battista Fumeo (una Madonna col Bambino e i Santi Taddeo e Bernardo che cacciano il demonio).

Perledo è formato da 15 villaggi dette frazioni che costituiscono gli antichi borghi medievali, caratterizzati da strade strette e ognuno da peculiarità artistiche e storiche.



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