Darfo Boario Terme è il più popoloso ed importante centro industriale, commerciale e termale della Valle Camonica. Si sviluppa lungo le due rive del fiume Oglio, alla confluenza di questo con il torrente Dezzo, in un’ampia pianura alluvionale, ai piedi di un imponente massiccio roccioso che culmina con il monte Altissimo.
La collocazione geografica di Darfo Boario Terme alla confluenza del torrente Dezzo, proveniente dalla Val di Scalve, nell’ Oglio e la presenza dei Monticoli a sbarrare il passo fra la media e la bassa Val Camonica ne hanno fatto, fin dall’antichità, un importante centro militare e commerciale.
Attorno al centro, cioè Darfo, Boario Terme, Corna, Montecchio, si sviluppano a raggiera: Erbanno, Gorzone, Sciano, Angone, Fucine, Pellalepre, Bessimo sup. e Capodilago.
I quattro più importanti rioni della città (Darfo, Boario Terme, Corna e Montecchio) sono compatti fra loro e formano una specie di quadrilatero, al centro del quale si trova la località "Isola", che prende il nome dal fatto che è situata in un'ansa del flume Oglio.
Il nome potrebbe derivare da "garf" (terreno franoso), o "dorf", nelle lingue germaniche "villaggio".
La zona era abitata già in epoca preistorica: sono presenti incisioni rupestri presso la località dei Corni Freschi (Attola), ai piedi del Monticolo, e nel Parco comunale delle incisioni rupestri di Luine.
Sempre a Luine sono state rinvenute terrecotte dell'età del bronzo (1969), mentre altre incisioni rupestri sono state trovate nei pressi del Lago Moro. Sul Monticolo è stata rinvenuta invece un'ascia in bronzo nel 1897.
Scarse sono le notizie in età romana, sebbene si supponga che il fondo valle sia stato a quel tempo disabitato a causa di alluvioni dell'Oglio e la presenza di zone paludose. Di età barbarica è probabilmente la necropoli scoperta nel 1808 presso Corna e le tombe scoperte nel 1939 e nel 1958 presso il Municipio.
Divenne centro importante in età medievale in quanto sede di un porto (presso Montecchio) e del Castello di Montecchio. Nel 1200 è ricordato come burgus fornito di castrum, dove risiedeva la curia, che aveva preso il posto dell'ormai decaduta pieve di Rogno.
Nel 1047 Enrico III elegge Darfo a Corte Regia, e permette che gli abitanti della Val di Scalve continuino l'antica usanza di portare annualmente 1000 libbre di ferro, con la pena per i trasgressori di 100 libbre di oro. In tal modo dovette essere residenza di un rappresentante o vicario imperiale.
Nel 1508 Darfo (Darf) compare nella mappa della Valle Camonica disegnata da Leonardo da Vinci e conservata al Castello di Windsor.
Nel 1591 vi è una contesa con Bovegno circa alcuni pascoli in quota.
Nel XVI secolo il porto venne fortemente danneggiato da una serie di alluvioni.
Dopo la metà del XVII secolo si distacca da Darfo la municipalità di Gianico.
Nel 1830 è eretto il ponte sull'Oglio, a sei arcate, in legno, tra Darfo e Corna.
Nel 1834 una rivolta dei popolani di Darfo si oppose al dominio austro-ungarico, ma venne subito stroncata.
Il 1º dicembre 1923 il disastro del Gleno comportò ingenti danni al paese e la morte di 150 persone. Anche re Vittorio Emanuele III visitò il paese devastato.
Il 15 aprile 1929 al comune vennero aggregati i soppressi comuni di Erbanno e Gorzone. Nel 1959 vennero aggregate la frazioni di Bessimo Superiore e Capo di Lago, staccate dal comune di Angolo Terme.
L'8 maggio 1968 il consiglio comunale cambiò la denominazione del comune in Darfo Boario Terme, ed il 28 gennaio 1969, con decreto del Presidente della Repubblica n.38 venne insignita del titolo di "Città".
Nel 1980 nasce il Parco comunale delle incisioni rupestri di Luine.
Scendendo lungo i tornanti che da Angolo Terme conducono fino nei pressi delle Terme di Boario si nota Castello Federici, edificato intorno al 1160 su un nucleo edilizio preesistente. Nel castello sono assenti mura difensive e torri, a causa dei numerosi lavori di manutenzione apportati dalla famiglia Federici, e ciò rende la struttura molto più somigliante ad un palazzo signorile che ad una fortezza tradizionale anche se ebbe notevole importanza anche militare vista la sua collocazione a difesa delle strette via d’accesso alla Val di Scalve e alle Valle Camonica. Al momento restano visibili soltanto il basamento di una torre, il sotterraneo a volta ed i presunti imbocchi di due strade sotterranee. All’interno vi sono invece sale decorate con soffitti a cassettone e caminetti artistici. Nel primo cortile un loggiato, un pozzo, una scala in pietra simona e una porta di forma ogivale. Nel secondo cortile due loggiati che si contrappongono sui due lati. In una sala è conserva una galleria di ritratti dei Federici. Nel parco, che circonda l’edificio principale vi è una chiesetta dedicata a San Giovanni Battista, cappella privata dei Federici, con affreschi, una Natività del ’600 e un paliotto d’altare di Giuseppe Picini.
Il parco del lago Moro si trova nella media-bassa Valle Camonica, tra i comuni di Darfo Boario Terme, nella frazione di Capo di Lago e Angolo Terme nella zona delle Sorline. Esso si trova all’incrocio di due corso del fiume Oglio e del torrente Dezzo, che si immette nel fiume Oglio.
Il lago è lungo 820 m, largo 320 m, profondità di 42,20 m.La sua genesi si deve sia a una base strettamente geologica, di tipo strutturale, sulla quale i processi erosivi dell’ultima glaciazione hanno dato origine al Lago Moro.
Nel Lago Moro si specchiano fantastici boschi formati da diverse tipologie di piante tra cui il castagno, il rovere, la betulla, il ceduo, l’orniello. I boschi ospitano molte specie di animali come la volpe, la biscia, il ragno, gli scoiattoli, i girini, le rane, le talpe; tra i pesci che vivono il lago ci sono il cavedano, la tinca, l’alborella e l’anguilla.
L'Archeopark è un parco tematico polifunzionale. I visitatori, i gruppi, le scolaresche possono svolgere, guidati da animatori, una serie di attività nei laboratori didattici: battere il rame, macinare il grano, cuocere il pane, tirare con l’arco, percorrere ritualmente il labirinto… Il parco State è un grande museo interattivo all’aperto, creato per rivivere il passato attraverso ricostruzioni di insediamenti preistorici realizzate su base scientifica.Si possono rivivere le varie fasi evolutive: dal paleolitico all’età romana attraversando il corso di 15.000 anni di storia. L’intero parco che si sviluppa su uno spazio di circa 100.000 mq, è immerso nella natura, tra boschi di castagni ai piedi e lungo le pendici del Monticolo di Boario Terme.
I centri storici delle numerose frazioni che circondano la cittadina di Darfo Boario Terme conservano un patrimonio artistico davvero importante. Per quanto riguarda Darfo sono da vedere: il convento Queriniano (XVIII sec.) di grande bellezza architettonica con il giardino ed il chiostro interno e con l'ex chiesa di Santa Maria della Visitazione che conserva affreschi dell'Inganni; la chiesa dei Santi Faustino e Giovita ricostruita nel 1656 in stile barocco sulle vestigia della chiesa esistente nel XV sec. contenente numerose opere d'arte: affreschi di G. Teosa, una pala ad olio su tela del Guadagnini e una Deposizione del 1612 o del 1649 attribuibile al Tintoretto, al Paglia, a Palma il Giovane.
A Boario Terme si segnala il santuario della Madonna degli Alpini (ultimato nel 1957) sulla cui facciata campeggia la gigantesca statua, in bronzo dorato, della Madonna col Bambino.
Da visitare a Pellalepre è la chiesa dei Santi Bernardo e Defendente ricostruita all'inizio del XVIII sec. sulla chiesetta quattrocentesca dedicata a San Defendente. L'interno, a navata unica, è ricco di affreschi alcuni dei quali attribuiti al Teosa; la Madonna in trono col Bambino del 1498 è attribuita al Foppa.
A Fucine si segnala la parrocchiale, ultimata nel 1646, dedicata alla Visitazione al cui interno, in stile barocco, sono conservate due statue del Ramus ed un palliotto attribuito al Fantoni; gli affreschi sono invece di G. Teosa.
Montecchio è famoso per il Castello Rocca Federici, di cui restano soltanto la base, alta circa 4 mt., di una torre a pianta quadrata, un ambiente sotterraneo a volte e gli imbocchi di due strade sotteranee. Il Ponte di Montecchio, ultimato nel 1686 su progetto di Francesco Cifrondi, è monumento nazionale. La parrocchiale di Santa Maria Assunta venne edificata nel 1623 sulle vestigia dell'antica parrocchiale distrutta nel 1471 da una frana. Altro monumento nazionale è la chiesa detta dell'"Oratorio" sulla cui parete laterale esterna si possono notare le tracce di un grande affresco del Giudizio Universale mentre all'interno è conservata una Crocifissione attribuita alla scuola del Da Cemmo.
Erbanno, antico borgo medievale, conserva un importante patrimonio artistico. Palazzo Federici conserva alcuni affreschi quattrocenteschi attribuiti alla scuola del Da Cemmo, un camino rinascimentale ed il soffitto composto da 36 tavolette di legno dipinte con figure allegoriche e profili di personaggi maschili e femminili. Casa Ballardini ( XVI sec.) con il suo loggiato con capitelli riccamente decorati; al suo interno vi è la famosa stanza con affreschi del 1600.
Ad Angone è da visitare la parrocchiale dedicata a San Matteo, ultimata nel 1646, sui resti di una chiesa precedente forse del '400. la chiesa è piccola ma contiene opere preziose come il palliotto in legno attribuito allo Zotti e il ciborio e la cornice dell'altare maggiore attribuiti al Ramus.
Il centro storico di Gorzone, nota nei secoli per le cave di pietra Simona, è ricco di opere d'arte custodite in quattro belle chiese e nelle dimore signorili, tra le quali ricordiamo l'imponente Castello Federici. La rocca (ultimata nel 1160) è circondata da un bel parco e da una cinta murata a strapiombo sulla profonda e stretta valle del Dezzo. All'interno vi sono sale affrescate, soffitti a cassettoni e una collezione di ritratti dei Federici. Nel parco sorge una piccola chiesa dedicata a San Giovanni Battista. La facciata è in stile tardo romanico mentre l'interno è arricchito da affreschi secenteschi. Un'altra testimonianza viene da Palazzo Minini, ex Federici, al cui interno troviamo una sala con soffitto ligneo a tavolette, antichi affreschi ed un camino del 1520. Fu residenza dei Federici anche Palazzo Rizzonelli (XIV sec.). Situata poco oltre il cimitero la chiesetta di San Rocco fu edificata nel 1522 in onore del santo patrono degli appestati; accanto ad essa furono sepolti i moltissimi morti di peste durante le epidemie scoppiate nel 1575-77 e nel 1630; durante gli ultimi restauri sono riapparsi alcuni ex-voto. La parrocchiale di Sant'Ambrogio, eretta sulle vestigia della chiesa medievale di cui sono ancora visibili un affresco (Madonna che allatta il Bambino) del '400 e il portale laterale in arenaria rossa. Un'altra importante opera è il Sarcofago di Isonno Federici, eretto dopo il 1336, in stile gotico lombardo in ottimo stato di conservazione.
A Corna si può vedere la parrocchiale di San Giuseppe, terminata nel 1926, che conserva affreschi del Longaretti ed una pala del 1611 del Gasparini. Da ricordare anche la chiesetta del Sacro Cuore di Gesù (XVII sec.), detta "Cappellino".
A Capo di Lago, piccolo paese sul lago Moro, si trova la chiesetta di Sant'Apollonia.
A Bessimo Inferiore si segnala la chiesa di San Giuseppe Operaio che custodisce alcuni affreschi del 1700.
Ai piedi del nucleo storico di Erbanno si estende la pianura alluvionale del fiume, oggi densa di abitazioni e di industrie, ma fino a pochi decenni fa destinata a colture agricole. Alcuni millenni fa tale pianura era sede di un bacino lacustre, che si estendeva dall'attuale lago d'Iseo fino a Cividate Camuno. Ciò è accertato, oltre che dalla natura del sottosuolo, anche dalla presenza nelle incisioni rupestri della zona di inequivocabili strumenti di pesca, quali rudimentali reti e gabbie.
Le rocce affioranti che formano i caratteristici Monticoli sono di arenaria rossa, detta anche "pietra Simona", dalla località Simoni di Gorzone dove viene cavata dai tempi remoti. La pietra Simona, elemento fondamentale e caratteristico della natura e del paesaggio della bassa Valcamonica (e di Darfo Boario Terme in particolare) è stata, per la sua naturale disponibilità, di base per 1'arte rupestre. La stessa pietra, che ci ha conservato i messaggi del passato, è stata usata anche per costruire castelli, torri, abitazioni, muri a secco e, tutt'oggi, continua ad essere utilizzata nell'architettura minore, nelle panchine, nelle aiuole, negli oggetti artistici di produzione artigianale e nei monumenti.
I Monticoli hanno più volte protetto la piana di Boario dalle piene del fiume Oglio. II più alto raggiunge m 394.
Il territorio del Comune di Darfo Boario Terme è percorso, oltre che dal fiume Oglio, dal torrente Dezzo, dal Rovinazza, dal Budrio, dal Re, dall' Ogliolo e dal canale idroelettrico Italsider. Fiumi e torrenti hanno causato, fin dai tempi antichi, seri danni con le loro inondazioni. E sufficiente ricordare i gravissimi disastri provocati dal crollo della diga del Gleno (1 dicembre 1923) e dall'alluvione del 16 settembre 1960.
Il Museo degli Alpini nasca negli anni 2001-2002, quando le Truppe Alpine erano comandate dal Gen.C.A. Roberto Scaranari (attuale Presidente del Museo), si fece largo l'idea di trasformare quella raccolta, importante ma un po' disordinata ed a carattere pressoché familiare, in un Museo vero e proprio, regolarmente riconosciuto e costituito con atto notarile depositato.
Oggi il Museo è una realtà, anche se in crescita e abbisognevole di tanto lavoro. I progressi sono quotidiani, grazie alla dedizione di tanti amici volenterosi e degli Alpini in congedo dei Gruppi di Fucine, Darfo-Boario Terme ed Angone e, soprattutto, grazie agli stanziamenti ottenuti dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Brescia e dal Comune di Darfo-Boario Terme.
La squadra di calcio del paese, l'Unione Sportiva Darfo Boario, nata nel 1937 è una delle prime società calcistiche della Val Camonica.
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