Il lago di Como, a Bellagio, si divide in due rami:il ramo di Como, a ponente, il ramo di Lecco, a levante. Fin dai tempi antichi le strade che portano a Lecco sono: la strada che, costeggiando il lago, si divide in due rami, di cui uno porta nella Svizzera attraverso il Passo dello Spluga e l'altro in Valtellina e al Passo dello Stelvio. La strada che attraversa il ponte sull'Adda; si divide pure in due rami: uno per Como e all'altro per Milano. Il territorio Lecchese va da un’altitudine minima di 198 metri a quella massima di 1875 metri. La conca nella quale giace Lecco è circondato, a nord, a est e a sud-est, da una catena montuosa di notevole altezza, calcarea e dolomitica, dominata dal Resegone, e ad ovest dai rilievi collinosi della Brianza nord-orientale che culminano nel Monte Barro. Nella storia geologica dell’Italia, uno dei maggiori geologi lecchesi, l’abate Antonio Stoppani, ha scritto: Il territorio lecchese è un grande e meraviglioso episodio della dispersione del terreno erratico per opera degli antichi ghiacciai. Infatti la zona lecchese è caratterizzata da molti segni del fenomeno glaciale, tra cui molte formazioni moreniche, in gran parte ormai corrose e terrazzate, e i numerosi massi erratici, oggi quasi tutti distrutti dalla mano dell’uomo, i pochi rimasti delimitano una linea di separazione fra la brulla parte superiore, più elevata, della cerchia montana, e quella inferiore, verdeggiante. Il clima è dolce, cosicché alcuni luoghi più soleggiati e riparati dai venti, specialmente lungo le sponde del lago, si sono prestati nel tempo anche per soggiorni invernali. Il lago, con la sua massa d’acqua, è nel periodo invernale una sorgente di calore, e infatti la sua temperatura non scende mai sotto i 7°, mentre in estate l’alternarsi dei venti rende più gradevole il soggiorno in confronto alle pianure.
Il territorio cittadino è solcato da tre torrenti principali, il Gerenzone, il Caldone e il Bione. Le montagne che circondano la conca naturale dove si adagia l'abitato sono: a nord il monte Coltignone e il San Martino, a est il monte Due Mani, il Pizzo d'Erna e il Resegone, a sud il Magnodeno. A ovest, sulla riva destra dell'Adda si trova il Monte Barro. Sull'Adda nei pressi del ponte Azzone Visconti si trova la piccola Isola Viscontea.
Morfologicamente il territorio lecchese è il risultato delle numerose glaciazioni che hanno colpito il pianeta, circostanza ben evidente nell'aspetto delle montagne circostanti, una su tutte la Grigna, che mostrano tutte le caratteristiche dell'escavazione glaciale.
L'idrografia lecchese è costituita principalmente dal tratto del fiume Adda in uscita dal ramo orientale del lago di Como.
Vi scorrono inoltre una serie di torrenti, con relativi affluenti, che hanno origine nella fascia montuosa che sovrasta la città. Essi sono interessati da diffusi fenomeni franosi e quindi soggetti a particolare erosione del corso; presentano un itinerario relativamente breve e, con uno scorrimento prevalentemente da nord-est a sud-ovest, sfociano tutti nel golfo di Lecco o nel Lago di Garlate.
Da nord a sud troviamo il torrente Val Cascee; il torrente Gerenzone, che scorre per poco più di 4 km dando da vivere per molti anni, grazie ai suoi sfioratoi e al suo ripido corso, agli abitanti del luogo che convogliavano l'acqua in tratti di rogge e a cascatelle utili al lavaggio e al pescaggio delle ruote dei magli, i quali, man mano coprivano l'intero corso del torrente facendo sorgere sulle sue rive fabbriche metallifere e facendo sviluppare al contempo i quartieri alti di Lecco tra cui Malavedo e Laorca, in passato vera patria dei lavoranti del ferro, quei ferascét o tirabagia che sono la fama della città; riceve nel suo breve percorso i torrenti Valle Calolden, Val di Streciura, Val Pozza e il Valle Spesseda; il torrente Val Nera. Più a sud scorre il torrente Caldone che si sviluppa per circa 7,5 km. Possiede quattro affluenti: il Varigione, il Valle del Pieno, il Val Boazzo e il Grigna tutti immissari nel Lago di Lecco. A partire dal 1965 fu quasi interamente coperto per creare un viale di circonvallazione. Nel lago di Garlate, invece, sfociano il torrente Bione che, col suo affluente Valle Comera, percorre il suo tragitto per 4 km; il torrente Tuf; il torrente Cif col suo affluente Valle Ibraula; il torrente Valle di Culigo, il Merla e il Roggia Fornace Lansera. Nel tratto sud-orientale scorre per un certo tratto il torrente Valle Galaveso.
La posizione geografica favorevole e il conseguente clima mite ha permesso lo sviluppo sulle sponde del Lago di una lussureggiante vegetazione e dalla presenza di numerose varietà di piante, arbusti e fiori che normalmente crescono in regioni molto più meridionali. Nelle aree montuose si trovano numerose zone boschive di cui le più abbondanti sono le foreste ad aghifoglie nelle quali si possono ammirare fiori rari come le genziane. Le montagne circostanti, a parte sulle pendici, si presentano piuttosto spoglie con zone estese di prati adatti al pascolo. Nei parchi circostanti il fiume Adda la vegetazione è molto ricca di latifoglie tra cui querce e pioppi.
Dal punto di vista faunistico il territorio lacustre presenta una grande varietà di specie ittiche tra cui trote, lucci, alborelle, cavedani, agoni e persici mentre le specie di uccelli che popolano l'area, molte delle quali considerate specie protette, sono le anatre tuffatrici, anatre di superficie, cigni, germani reali, cormorani, gabbiani e aironi. La fauna delle valli e delle vette circostanti, invece, sono popolate da cinghiali, ricci, caprioli, volpi, lepri e cervi, mentre i cieli sono spesso sorvolati da falchi e poiane.
Sovrasta la piazza e il lungo lago il podio dove sorge la basilica principale della città, dedicata a San Nicolò, patrono dei navigatori. Le case del vecchio centro si mostrano semplici e adorne solo di qualche portale, di piccoli loggiati medievali, corti solo a volte interrotte da episodi rilevanti, come la Canonica, la "Curt Fiorina" del bovara e il palazzetto del Governatore spagnolo, ora ristrutturato per la Civica Biblioteca Pozzoli. In quel punto si osserva un buon tratto delle mura e del fossato, che cingevano il borgo. Poco oltre la chiesa di S. Marta, dalle decorazioni barocche, si delinea la parte del centro storico venutasi a formare dopo l'abolizione della piazzaforte, a partire dalla fine del Settecento. All'inizio di via Bovara troviamo la piazza XX Settembre, un tempo la piazza grande del borgo dove, fin dal 1149, si svolgeva, il mercoledì e il sabato, il mercato ora trasferito all'ex scalo merci zona detta Piccola. In questa piazza, le botteghe si allineano sotto i colonnati dei portici, ricostruiti con sapore neoclassico tra il 1820 e il 1839. In questo cuore del borgo avevano sede il palazzo del podestà, di cui rimane lo stemma dei visconti murato sulla casa che fu dogana, ed il castello che aveva come caposaldo il confine verso la Svizzera e la Repubblica di Venezia, ora segnato dalla Torre Viscontea. Durante il periodo della Repubblica Cisalpina, Lecco era la capitale del Dipartimento della Montagna. In questo periodo venne costruito, lungo la zona a lago in un tratto delle vecchie mura, un palazzo per ospitare la sede della Camera del Commercio istituita da Napoleone, lasciando al piano terra, un ampio e luminoso porticato in modo che dalla piazza del mercato, ora XX Settembre, si potesse vedere il golfo del lago. Il palazzo, che non si armonizza con le altre case e la struttura della piazza, è ai più nota come “Palazz di pagur”, perché era il luogo dove si andava a pagare le tasse.La Camera del Commercio venne soppressa dal governo fascista ed il palazzo, divenuto di proprietà dell’Unione Industriali, subì alcune modifiche. La piazza del mercato, denominata nel 1895 piazza XX Settembre, per un brevissimo tempo, sempre nel periodo fascista prese il nome di “Costanzo Ciano”. Nella medesima piazza ora non è più presente la colonna delle Grida, luogo appunto dove un tempo venivano lette ed affisse le grida. Era posta nel lato sinistro della piazza nello spiazzo antistante una graziosa e caratteristica casetta, ora sostituita da un moderno fabbricato con facciata in marmo bianco che rovina l’armonioso ambiente del vecchio mercato di Lecco. Carattere classico ha la via Cavour, che sfocia ad oriente sulle piazze del Municipio, una volta ospedale costruito dal Bovara nel 1836-1852, e della stazione ferroviaria, dove si attestano le linee per Sondrio, Como, Monza, Milano, e Bergamo, ferrovia questa tra le prime di Lombardia essendo stata avviata nel 1863. La via scende dal lato opposto alla piazza Garibaldi, col monumento eretto nel 1884, secondo in Italia, e chiusa dal teatro della Società, ora comunale, bella sala eretta nel 1843 dal Bovara e adornata nella volta dalle Età della Vita, affrescata da Orlando Sora nel 1979.
Il vicolo San Giacomo viene ,nei giorni nostri, ricordato come il vicolo che porta al supermercato. Nei secoli passati l’area dove sorge il supermercato era occupata dalla chiesa e dal cimitero del convento dei Padri dell’Osservanza, dedicato all’apostolo San Giacomo. Nel 1528, Gian Giacomo Medici, detto il Medeghino, Conte di Lecco, preoccupato della vicinanza del convento alle mura del borgo, e temendo che in caso di assedio potesse servire come base a eventuali nemici, lo fece abbattere tra le contestazioni dei lecchesi legati da stima e affetto a quei buoni frati. Nell'abbattere la chiesa, un pilastro, dove stava dipinta una Madonna, resistette ai colpi di piccone degli operai, meravigliati, attribuirono il fatto ad un miracolo e risparmiarono il pilastro. Questa Madonna venne chiamata la Madonna del pilastro e in suo onore venne costruita una piccola chiesa. Ora, purtroppo, una piccola targa con scritto Vicolo San Giacomo è tutto quello che rimane del convento, della chiesa e del cimitero.
Il vicolo della Torre è un comodo passaggio da Piazza XX Settembre a Largo Europa e, uscendo dalla sua ombra un po’ lugubre a causa del muraglione in pietra della torre Viscontea, abbiamo la visione del lago. Quando Lecco era cinta dalle mura qui si apriva una delle tre porte, detta Porta Milano o Porta Castello, e il vicolo deve ora il suo nome alla Torre Viscontea che sovrasta le case costruite attorno dopo che le mura del borgo vennero smantellate per volere di Giuseppe II d’Austria nel 1784. Il vicolo viene anche chiamato dai lecchesi “Vicul di Presun”(vicolo delle prigioni). Nel 1816 l’architetto Bovara adattò la torre a prigione fino al 1932. All’interno del vicolo un tempo vi era un’area che faceva parte del cortile del castello e qui nel 1555 i soldati della guarnigione spagnola, per volere del governatore Francesco Peres de Guevara, costruirono una piccola cappella e dedicata a Nostra Signora di Loreto. Quest’area è stata individuata nel locale dove in passato sorgeva una pizzeria, alcuni vecchi portali di pietra attestano l’antica origine del vicolo.
Risalendo via Mascari, dopo l’incrocio con via Bovara, troviamo sulla sinistra un buio porticato con dei gradini che scendono e che portano al Vicolo del Torchio. Questo vicolo era molto sudicio e unto, infatti nei tempi lontani si torchiavano olive, noci e altri semi per ricavarne olio. Le rive del nostro lago erano molto predisposte alla coltivazione di ulivi, grandi barconi portavano le olive al mercato di Lecco, dove venivano immagazzinate in questo vicolo in attesa della torchiatura. Ora questo vicolo è stato ripulito, le case sono state imbiancate, ma il vicolo parla ancora del suo passato. Guardando in alto, sul retro di una casa che da su via Mascari, si può notare una grande finestra con grosse inferriate, Pare che verso la fine del 1700 questa antica casa era sede del tribunale del Borgo. Le cantine delle case di questo vicolo e del vicolo Granai altro non erano che vecchi sotterranei che nel tempo passato si snodavano nel sottosuolo collegando le porte del borgo con uno sbocco al lago.
A due passi dal Vicolo del Torchio, con una scalinata simile che scende protetta da un arco, si trova il Vicolo dei Granai che comprende una piccolissima piazzetta. In un tempo passato in questa piazzetta il grano veniva pesato, contrattato e riposto nei magazzini del vicolo.
Piazza Era è il cuore pulsante del quartiere di Pescarenico, unico luogo lecchese citato esplicitamente ne I promessi sposi. In principio era il luogo di ritrovo serale delle famiglie dei pescatori nonché adibito alla pulizia delle reti e punto di approdo delle barche poiché nel Seicento il villaggio era abitato esclusivamente dai nuclei familiari che detenevano il diritto di esercitare la pesca nel tratto dell'Adda tra i due laghi di Lecco e Garlate. Il fronte della piazza è dominato dal monumentale edificio delle case popolari "Bigoni" progettate dall'architetto Mino Fiocchi nel 1929. La piazza rimane un luogo assai frequentato di giorno come transito obbligato per la pista ciclo-pedonale che da qui, lungo un percorso a fianco del lago, raggiunge il campeggio del Bione spingendosi fino a Vercurago, e la sera dai frequentatori dei locali siti nella zona. Nonostante la riqualificazione del 2008 le sue caratteristiche tradizionali e l'atmosfera letteraria del luogo sono state salvaguardate.
La Piazza XX Settembre è sita nel cuore della città risulta essere il salotto cittadino per via dei numerosi locali che vi sorgono lungo il perimetro. Un tempo sede del mercato si presenta di forma stretta, allungata ed irregolare circondata da eleganti palazzi residenziali borghesi e fiancheggiata da portici non allineati oltre alla celebre Torre Viscontea. Una lapide ricorda dove nacque il geologo e naturalista Antonio Stoppani.
La Via Giuseppe Bovara è una piccola strada molto caratteristica che dal Vallo delle Mura scende verso Piazza XX settembre. Considerata una delle vie più antiche della città è stata dal 1993 al 2009 tutelata e valorizzata grazie ad una associazione fondata da un gruppo di commercianti e residenti. In questa via ha sede la Biblioteca Civica Umberto Pozzoli. Diverse le manifestazioni che si sono susseguite negli anni passati tra cui la festa del Borgoantico, gli spettacoli musicali e la «crostata» lunga decine di metri.
Via C. B. Cavour dedicata nel 1872, dopo l'Unità d'Italia, al conte di Cavour è, insieme a Via Roma, la strada principale della città collegando la piazza del teatro a quella del municipio. L'arteria si andò formando nel 1784 a seguito della demolizione del triangolo fortificato comportando successivamente l'espansione edilizia al di fuori delle mura medievali in un'area caratterizzata originariamente da prati e vigne. Chiamata all'epoca Contrada larga per differenziarla dagli stretti e tortuosi vicoli del vecchio borgo, contribuì all'inizio del collegamento con la Valtellina.
Il Parco di Villa Gomes è il più vasto della città e vanta alberature molto varie e di grande pregio. Il musicista Antonio Carlos Gomes diede alla sua casa l'appellativo di "Villa Fiori", per la rarità e la varietà delle piante da lui importate.
Il Parco dell'Adda Nord è l'area protetta istituita nel 1973 che costeggia il fiume Adda a valle del lago di Lecco raggiungendo il comune di Truccazzano in provincia di Milano. La vasta area, che si formò in seguito al ritiro del ghiacciaio che nel quaternario scendeva dalle Alpi fino alla pianura, ospita una flora e fauna di grande importanza ed il suo territorio è, in parte, sottoposto a tutela ambientale e a leggi di salvaguardia. Il parco nei confini comunali è interamente percorso dalla pista ciclabile.
I luoghi manzoniani sono serviti da ispirazione ad Alessandro Manzoni e citati nell'opera I promessi sposi, spunto per un itinerario storico-letterario-turistico tra le poche parti vecchie della città, risparmiate dall'espansione urbanistica legata allo sviluppo industriale. Alcuni luoghi sono storici, come il convento di Pescarenico o il ponte Azzone Visconti, altri indicati dalla tradizione, come la presunta casa di Lucia Mondella nel quartiere di Olate, il tabernacolo dei Bravi, il Palazzotto di don Rodrigo, la casa del sarto a Chiuso e l'attigua Rocca dell'Innominato. A tutto questo si aggiunge Villa Manzoni situata nel quartiere Caleotto (oggi Museo civico manzoniano), residenza della sua famiglia nella quale egli visse la sua infanzia, adolescenza e prima giovinezza come lui stesso scrive nell'introduzione del romanzo Fermo e Lucia.
Carattere classico ha invece la centrale via Cavour, che sfocia ad oriente sulle piazze del Municipio e della stazione ferroviaria tra le prime di Lombardia essendo stata avviata nel 1863; nella stessa piazza si trova Villa Locatelli, equilibrato edificio umbertino oggi sede di rappresentanza della Provincia di Lecco. La via scende dal lato opposto incrociando alla sua sinistra L'Isolago, dal 1984 complesso commerciale di prestigio ma che in passato era sede della filanda Bellingardi, produzione, quest'ultima, assai diffusa nel territorio. Poco a sud si trova la piazza intitolata a Giuseppe Garibaldi, già Piazza del Prato o del teatro, col monumento a lui dedicato e chiusa dal Teatro della Società costruito dall' Arch. Giuseppe Bovara intervenuto all'impianto quadrilatero della piazza anche per la non realizzata nuova chiesa parrocchiale. Si affacciano sulla piazza anche il palazzo Falck e il Palazzo che fu sede della Banca Popolare di Lecco. Rientrano nel centro storico anche la statua di Alessandro Manzoni e l'attiguo Santuario di Nostra Signora della Vittoria dove, proseguendo verso sud, a breve distanza, si trova un'ulteriore importante testimonianza del glorioso passato della città: il Ponte Azzone Visconti o, Ponte Vecchio. Al suo fianco sorge la piccola Isola Viscontea, proprietà privata che, fra il marzo 2011 e il dicembre 2014, tramite un progetto avanzato dell'Amministrazione comunale e dell'Associazione Appello per Lecco, ha consentito l'accesso al pubblico e lo sfruttamento turistico dell'isola con proiezioni di film all'aperto e rappresentazioni teatrali. Nel febbraio 2013, il Fondo Ambiente Italiano, ha riconosciuto l'isola classificandola al 121º posto del censimento I luoghi del cuore oltre al decreto emesso solo un mese prima dal direttore generale per i Beni Culturali e paesaggistici della Lombardia che la dichiarò di interesse storico-culturale particolarmente importante.
Il tradizionale abito femminile lecchese è legato all'immagine di Lucia dei Promessi Sposi e si caratterizza per la bella raggiera composta da spilloni d'argento, chiamati guazze, che corona la testa accuratamente descritto da Alessandro Manzoni nel settimo capitolo con queste parole:
« I neri e giovanili capelli di Lucia si ravvolgean, dietro il capo, in cerchi molteplici di trecce, trapassati da lunghi spilloni d'argento, che si dividevano all'intorno, quasi a guisa de' raggi d'un'aureola.... »
(Alessandro Manzoni, I promessi sposi, capitolo VII, 1840)
Seppur discontinua, la tradizione della sfilata di carri ispirati agli episodi del romanzo, è ben radicata nel territorio ottenendo sempre un grande successo di forte suggestione.
La prima edizione si ebbe nel 1923, nel cinquantesimo anniversario della morte di Manzoni, anticipata nel 1875 a seguito dell'opera lirica I promessi sposi di Errico Petrella andato in scena al Teatro della Società il 2 ottobre 1869. Il corteo venne riproposto nel 1933, nel 1955, nel 1965, nel 2004 e nell'ottobre 2005 durante i festeggiamenti della Festa di Lecco a cura di 150 attori del Teatro tascabile di Bergamo che ne curarono la coreografia delle 11 rappresentazioni sceniche lungo il centro storico e le musiche del Seicento delle ultime due rappresentazioni. La rievocazione, con splendidi costumi tipici dell'epoca (alcuni utilizzati nello sceneggiato degli anni '90 di Salvatore Nocita esposti nel Civico museo manzoniano), è stato l'ultimo grande evento ospitato in città.
Nel mese di febbraio, sin dal 1884, in occasione del "Carnevalone di Lecco" si ha la consueta incoronazione di Re Resegone e Regina Grigna consegnando loro le chiavi della città da parte del Sindaco dando il via al folclore carnevalesco che raggiunge il suo apice, secondo il rito ambrosiano quale la città segue, il giorno di sabato grasso con il corteo dei carri allegorici per le vie cittadine al pomeriggio ed una tradizionale festa in maschera con animazione e musica nelle piazze centrali della città la sera stessa premiando il carro dell'anno.
Il ResegUp è una gara di trail running che si svolge solitamente il primo sabato di giugno. Istituita nel 2010, ha come obiettivo quello di ripercorrere l'antico sentiero che dal centro storico porta alla vetta del Resegone cancellato negli anni a seguito dell'urbanizzazione della città. Il percorso di circa 24 km copre un dislivello di 1800 metri poiché la manifestazione sportiva nacque per legare i due elementi caratteristici simbolo del territorio quali il lago e il maestoso monte Resegone. Ideata ed organizzata dalla società 2Slow, nel 2015, ha raggiunto con oltre 1000 partecipanti il record di iscrizioni a fronte dei 300 della prima edizione. Per il secondo anno consecutivo la corsa rientrerà nel campionato lombardo universitario Skyrace che mette in palio il trofeo Stéphanie Frigière.
La Sagra de Pescarenech è una festa che si svolge nel mese di luglio coinvolgendo le contrade Biun, Cucagna, Cunvent, Era, Fussaa, Isola, Piscen, S. Ambros e Stradun nella frazione di Pescarenico all'interno dell'oratorio omonimo dove, oltre al servizio gastronomico con specialità di pesce, animazione ed intrattenimento musicale, si svolgono i Tornei di Green Volley. La sagra nel 2014 ha festeggiato la sua 30ª edizione.
La Regata dei Batej si svolge sulle sponde del fiume Adda nel mese di luglio (data variabile) in occasione del Palio delle contrade di Pescarenico. Le imbarcazioni sono otto e di semplice struttura, ognuna del colore identificativo della contrada (Cunvent e Cucagna condividono la stessa barca) e guidata da una coppia di sesso diverso, sfidandosi nella prova più attesa della Sagra de Pescarenech a partire dalla seconda edizione; essa è abbinata al Palio delle Contrade. Nell'albo d'oro la contrada Era, detentrice del trofeo nel 2014, vinse molte gare tra cui le prime due disputate nel 1978 e 1979. Nelle varie edizioni che si sono susseguite vincenti sono state anche le contrade di Sant'Ambros, Fussaa, Stradun e anche un pari merito con Piscen ed Isula. La regata è preceduta dalla regata delle "Lucie", le imbarcazioni tipiche del lago, e diverse rappresentazioni di usi e costumi storici tipici della zona nella suggestiva cornice di piazza Era.
Nel rione di Acquate durante lo svolgimento della manifestazione dello Scigalott d'Or (appellativo derivante dal lecchese Cicala d'oro) che si svolge generalmente negli anni dispari, è organizzata una tradizionale gara di corsa podistica ad ostacoli denominata Scigamatt. Le radici della sfilata sono legate alla discesa degli abitanti del rione fino a Lecco per acclamare il generale Giuseppe Garibaldi giunto in città il 6 giugno 1859 che lo accompagnarono durante la marcia con canti simili al frinire delle cicale. La divertente competizione si svolge su un percorso di circa quattro chilometri in un terreno misto asfalto e sterrato fra le mulattiere e le vie del rione caratterizzato dalla presenza di numerosi intralci naturali quali gradoni, strettoie e fiumi da attraversare e artificiali come copertoni, getti di idranti, reti e balle di fieno. La partecipazione è aperta a tutti previa iscrizione anticipata mentre le premiazioni sono assegnate ai migliori piazzamenti degli atleti divisi per sesso oltre ad altri premi minori come quello del costume più simpatico.
In occasione di Sant'Antonio Abate nell'omonima piazzetta nel rione di Malavedo suggestiva benedizione di automobili e bimbi con i loro animaletti.
L'Europa sul lungolago di Lecco è un evento del week-end di recente introduzione (2011) dove commercianti da tutta Europa con i loro prodotti tipici offrono ai lecchesi le proprie specialità nel centro cittadino dove è possibile assaggiare e acquistare, in un'atmosfera conviviale, le specialità provenienti da oltre dieci rappresentanze europee tra cui Francia, Germania, Grecia, Regno Unito, Paesi Bassi, Russia, Spagna e Ungheria con più di cinquanta operatori provenienti dall'estero, selezionati in base a criteri di qualità e professionalità; oltre alle leccornie vi è la possibilità di acquisto di prodotti artigianali dei Paesi europei.
Il tradizionale "Assalto al Resegone" è un appuntamento non competitivo organizzato dal 1965 nel quale centinaia di escursionisti percorrono i vari sentieri dai diversi versanti del Resegone
La Sagra di Sant'Egidio è una piccola festa che si svolge nella tensostruttura nel campo sportivo del rione di Bonacina; offre un servizio gastronomico, musica e spettacoli dal vivo. Ogni anno richiama migliaia di persone anche per sottolineare il tema della sagra e cioè: Facciamo festa pro bambini missioni africane. Fra gli eventi in programma, la gara per cercatori di funghi.
A chiusura della stagione autunnale, grazie ai favorevoli venti del lago particolarmente sostenuti in questo periodo, fin dal 1975 si svolge la regata velica Interlaghi; importante manifestazione organizzata dalla società Canottieri che si svolge nel golfo antistante la città durante la quale si sfidano equipaggi di altissimo livello suddivisi in sei classi che affrontano le dieci prove distribuite in tre giornate.
Il Festival di Immagimondo promosso dall'Associazione Les Cultures Onlus, con il Patrocinio del Comune di Lecco che prevede la rappresentazione di un ricco programma di eventi culturali come incontri con reporter e artisti noti al grande pubblico, presentazioni di libri sul tema del viaggio, documentari amatoriali e professionali, filmati, rassegna di novità editoriali, eventi musicali e conferenze; occasione unica per entrare in contatto con popoli, luoghi e culture da tutto il mondo, anche attraverso il racconto di artisti, studiosi, viaggiatori e la promozione di un reale spazio d'incontro e di dialogo interculturale.
La Cannonata delle ore 12 è un colpo di cannone a salve, che viene sparato nella zona di Sant'Ambrogio a Maggianico per scandire lo scoccare del mezzogiorno e non è difficile sentirlo distintamente fra i quartieri di Belledo e Pescarenico oltre a Maggianico.
Generalmente ogni prima domenica del mese nell'area della Piccola, nei pressi del centro cittadino, si svolge un mercatino del collezionismo, antiquariato, modernariato, artigianato e hobbistica di vario genere. Ogni seconda domenica nella centrale Piazza XX settembre e sul lungolago è il mercatino del piccolo artigianato creativo locale a farla da padrona chiamato Chi Cerca Trova. Nell'ultima domenica del mese, ad esclusione di luglio e dicembre, sempre nell'area della Piccola chiunque può partecipare da protagonista nel mercatino delle pulci Vendo Compro Baratto.
Vertice orientale del Triangolo Lariano, è da sempre città di grande richiamo per pittori, letterati e scienziati a partire da Leonardo da Vinci che, dopo aver indagato sui segreti geologici e studiato progetti per un canale navigabile verso il Lambro, si dilettò a riprodurre schizzi della conca di Lecco e delle Grigne descrivendole nella raccolta del Codice Atlantico oltre ad esserne ispirato nei due celebri dipinti della Vergine delle Rocce rispettivamente conservati presso i musei del Louvre a Parigi ed alla National Gallery di Londra. Per quanto concerne gli scrittori si ricordano Stendhal e, in modo particolare, Alessandro Manzoni vissuto nella villa di famiglia nel rione del Caleotto fino all'adolescenza. La città è nota per la proposta dell'itinerario manzoniano, un interessante percorso storico-culturale sulle tracce dell'ispirazione letteraria del grande romanziere milanese che qui ambientò I promessi sposi.
Il Museo della città ospita una raccolta di reperti archeologici, etnografici e naturalistici, tutti relativi all'area del Lario, è il Museo Civico di Palazzo Belgioioso.
Nei dintorni di Lecco non può mancare una visita alla Chiesa di Pescarenico, al cui interno si trova una delle più singolari opere d'arte della zona: nove cassette di vetro con la rappresentazione di sette scene di vita di Cristo e della Vergine e due scene della vita di San Francesco e Santa Chiara.
La Villa Manzoni meta di appassionati di storia, letteratura e pittura. Questa fu la residenza signorile appartenne alla famiglia del famosissimo scrittore dal 1710 al 1818 e nel 1963 fu acquistata dal comune.
Al piano terra è possibile visitare il Museo Manzoniano, mentre al secondo piano c’è la Pinacoteca civica. Nella sezione dedicata all’autore dei Promessi Sposi si trovano alcuni cimeli manzoniani e parte degli arredi originali.
La cucina lecchese è piuttosto semplice, ma allo stesso tempo ricercata.
I pochi pescatori rimasti a gettare le reti a Pescarenico e dintorni garantiscono oltre cento tonnellate di pesci all'anno: soprattutto agoni, i pregiati lavarelli o coregoni, le piccole alborelle, cavedani ma anche lucci, tinche, persici.
E’ proprio il pesce di lago ad essere protagonista della cucina lecchese.
Piatto tipico sono i missoltini: gli agoni (pesci simili alle aringhe) vengono sviscerati subito dopo la pesca, passati nel sale e appesi al sole per circa cinque giorni.
A questo punto possono essere affogati nell'aceto o grigliati e serviti con polenta.
La polenta è un altro dei piatti umili e irrinunciabili della cucina lecchese e ha un'infinità di variazioni sul tema (“polenta uncia”, polenta taragna, polenta e usei, ricotta di polenta, polenta e patate).
Un gustoso piatto unico tradizionale è il riso bianco col pesce persico.
Lo squartone è il pesce di lago servito in salsa verde di basilico, aglio e pinoli. Gli “scapinasc” sono ravioli con ripieno di uvetta, amaretti e pane grattato.
Per quanto riguarda la carne, una peculiarità lecchese ci riporta al Manzoni: i capponi che Renzo porta al dottor Azzeccagarbugli, abitualmente vengono cucinati dai lecchesi ripieni con prugne, castagne e uvetta.
Sempre più ricercati i piatti a base di ungulati come capriolo e camoscio.
Attivissima a Lecco e in Valsassina la produzione del formaggio di vacca e di capra: di straordinario livello la qualità di taleggio, robiola, quartirolo, ricotta e caprini.
Sulle tavole di Lecco, molti piatti e bicchieri vengono condivisi con la Valtellina: dai pizzoccheri al vino.
Una volta la terra lecchese era generosa sul fronte della produzione vitivinicola, ma la tradizione svanì a causa della filossera. Solo le colline di Montevecchia mantengono alti i calici dell'antica tradizione.
Nella zona vantano un’indiscussa tradizione anche i salumi: del territorio lecchese fa parte anche una fetta di Brianza, con il suo famoso salame. Limitata, ma di altissima qualità, la produzione di olio, che può vantare la Dop “Laghi Lombardi”.
La navigazione lacustre e fluviale ebbe rilevante importanza nella storia di Lecco. I trasporti avvenivano sul lago per mezzo di imbarcazioni chiamate comballi e lance. I comballi erano prettamente utilizzate per il trasporto delle merci.Notevole il traffico sviluppatosi dopo l’apertura del canale di Paderno D’Adda avvenuto nel 1777, canale progettato da Leonardo da Vinci e portato a termine nel periodo della dominazione austriaca per volere di Maria Teresa d’Austria. Il traffico fluviale da Lecco per Milano, dopo l’unificazione d’Italia, arriva a superare 48.000 tonnellate di merci costituite da calce e cemento, legname da ardere e da opera, pietrame, carbone. Il movimento merci raggiunge il suo apice nel 1883 con una media annua di circa 108.000 tonnellate. Da quella data in poi l’utilizzo fluviale è continuato a scendere. Nel 1826 il primo piroscafo a vapore solca le acque del lago e fino al periodo fra le due guerre la navigazione trasportava un numero giornaliero significativo di passeggeri. Oggi la navigazione si svolge con corse limitate solo nel periodo estivo ed ha assunto soltanto un’utilità turistica con percorsi da Lecco sino al centro lago.
Nel golfo di Lecco è presente una postazione di servizio taxiboat che effettua escursioni di circa 40 minuti fra il tratto antistante il centro cittadino e il lago di Garlate attraversando il tratto di fiume Adda che li divide.
Riguardo alle imbarcazioni una nota di merito si ha per il natante simbolo del Lario: il Batell, divenuto erroneamente famoso sotto il nome di "Lucia" per essere stata, secondo il romanzo del Manzoni, l'imbarcazione che portò Lucia Mondella da Lecco a Monza per sottrarsi alle mire di Don Rodrigo.
Dalla località di Versasio è in funzione una funivia che la collega ai Piani d'Erna. Realizzata dalla Antonio Badoni nel 1965, fu completamente restaurata nel 2008 e, dalla sua stazione sommitale posta a quota 1300 metri s.l.m., si gode del più bel panorama su Lecco oltre alle numerose attività creative quali un tapis roulant, a servizio di una pista di tubing in estate e di una per snow-tubing, bob e slittini durante l'inverno. Dalla due stazioni partono inoltre diversi sentieri e ferrate verso i rifugi del Resegone.
La lunghezza dei cavi raggiunge i 1695 metri superando in 5 minuti un dislivello di 725 metri.
Il gruppo dei Ragni di Lecco si occupa di spedizioni alpinistiche e attività legate alla valorizzazione della montagna sul territorio.
Le piste da sci lecchesi (ai Piani d'Erna) sono da alcuni anni chiuse e perciò gli appassionati sono costretti a spostarsi in provincia nella vicina Valsassina nei Piani di Bobbio.
Da qualche anno si è diffuso anche nel territorio lecchese lo Skyrunning. Praticato da centinaia di persone più o meno allenate, porta queste ultime a percorrere chilometri e dislivelli immersi nelle montagne lecchesi.
Grazie alla posizione che pone la città sulla sponda del lago sono numerose le attività sportive legate all'acqua tra cui vela, canottaggio, wakeboard, wakesurf e wakeskate.
La Società Canottieri Lecco, presente in città dal 1895, si occupa degli sport acquatici come il nuoto, la canoa ed il canottaggio. È stata premiata nel dicembre 2014 dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi con il collare d'oro al merito sportivo, la massima onorificenza conferita dal CONI alle società sportive. Nelle sue file è cresciuto sportivamente il campione olimpico e portabandiera ai Giochi della XXIX Olimpiade Antonio Rossi.
Nel 1912 nasce la squadra di calcio della città, la Calcio Lecco 1912, che vanta nella sua storia tre stagioni in Serie A e numerose partecipazioni in Serie B; attualmente milita nel campionato di Serie D.
Numerose sono le squadre di calcio che militano nei campionati dilettanti: Osvaldo Zanetti (1ª categoria), Polisportiva 2001, Aurora San Francesco, Rovinata e Oratorio San Giovanni (2ª Categoria).
L'A.S.D. Lecco Calcio a 5, fondata nel 2001, milita nel Campionato italiano di calcio a 5 in Serie A2.
Il Rugby Lecco fu fondato nel 1975. Attualmente milita nel campionato di Serie B (promosso nella stagione 2007/2008).
Il Basket Lecco, che milita nel campionato nazionale di Divisione Nazionale B (promosso nella stagione 2011/12).
Nella pallavolo, la squadra della Picco Lecco ha trascorsi in Serie A e, dal 2010/11, è risalita nel campionato di Serie B2 femminile.
La squadra Sportivi Ghiaccio Lecco pratica l'hockey su ghiaccio presso il PalaTaurus in località Bione.
È attiva anche una sezione di scherma che pratica presso la palestra comunale.
È del 1990 la fondazione del Badminton & Croquet Club Lecco. Pur essendo tradizionalmente il Badminton uno sport individuale, disciplina Olimpica dal 1992, vengono anche praticate competizioni a squadre. Il B&CC Lecco gioca in Serie A ininterrottamente dalla stagione 2006-07.
Nel football americano la città viene rappresentata dai Commandos Lecco che militano nel campionato CIF9.
L'impianto sportivo principale della città, essendo il campo da gioco ufficiale della squadra calcistica Calcio Lecco 1912, è lo Stadio Rigamonti-Ceppi che si trova, dal 1922, in via Don Pozzi nel rione di Castello. La struttura, intitolata al giocatore del Grande Torino, Mario Rigamonti, e al Presidentissimo Mario Ceppi, ha una capienza di circa 5000 persone; al suo interno vi si trova anche la sede della società.
Gli altri impianti sul territorio sono il Centro Polisportivo comunale "Bione" e il palazzetto del "Palataurus".
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