mercoledì 13 maggio 2015

L' ARENGARIO DI MONZA



L'Arengario è un edificio storico situato nel centro di Monza; si trova in piazza Roma: da qui si dipartono tutte le vie principali di Monza.

L'Arengario è l'antico Palazzo Comunale di Monza e risale al XIII secolo. Costruito a margine del Pratum magnum cioè della storica piazza del mercato, è il più importante edificio civile della città ed è il simbolo dell'autonomia comunale.

La sua tipologia a porticato inferiore (usato in antico per il mercato) che sostiene la vasta sala superiore, un tempo usata per i consigli comunale e per le assemblee dei mercanti, si richiama direttamente all'esempio poco anteriore del Palazzo della Ragione (1228) (detto anche Broletto Nuovo) di Piazza Mercanti a Milano.

L'antico accesso alla sala superiore avveniva lungo il fianco orientale tramite due scale esterne alla porta di cui sono tuttora visibili le tracce; nel XIV secolo ci fu una distruzione dell'arengario che portò i cittadini al suicidio a causa di ciò. Nel porticato erano custodite le unità per le misure medievali ad uso dei commercianti (oggi sistemate all'ingresso della biblioteca civica).

La grande sala superiore, a capriate di legno poggianti su mensole di pietra, è adibita a sala d'esposizione per mostre d'arte e rassegne culturali.

Il suo nome deriva dal germanico hari-hriggs e significa circolo dell'esercito, ossia anello, in quanto i membri dell'assemblea cittadina si sedevano in cerchio.

L'antico palazzo municipale ha caratteristiche architettoniche tipiche dell'età gotica e delle città dell'Italia settentrionale ed è caratterizzato da un balcone esterno usato per "arringare" il popolo e affiancato da una torre campanaria, in cotto, quadrata, merlata, e cuspidata.

Ha la forma di un parallelogrammo con i lati maggiori paralleli che misurano 30,30 metri cadauno, mentre i lati minori misurano 12,40 metri. E' realizzato in pietra di serizzo concia nella zona adibita a porticato, e in cotto nel resto dell'edificio.
Al primo piano, una grande aula o salone - un tempo utilizzata per le adunanze e le assemblee e che oggi è divenuto spazio museale e pinacoteca- ha le pareti in cotto nelle quali sono inserite una serie di trifore con colonnine di marmo bianco, incorniciate da archi a tutto sesto ornati con tarsie contrastanti.
La facciata sud è dominata da una loggetta coperta definita "parlera", una specie di piccola tribuna delimitata da lastroni di marmo e sostenuta da due colonnine di marmo, al centro della tribuna è collocato un leggio di marmo. Qui venivano letti i decreti del Comune. Il tetto, a doppio spiovente, è sostenuto da capriate lignee di notevoli dimensioni. Dal piano terra al piano nobile ora si accede attraverso una grande scala a chiocciola di granito, posta nella zona nord.
Il lato nord-est è affiancato da una torre campanaria, in cotto, quadrata, merlata e cuspidata ed è testimonianza di una tipologia architettonica ispirata a forme che affondano le radici nella tradizione romanica e gotica.

Ha subito un restauro di tipo conservativo nel 1890 ad opera di Luca Beltrami, mentre la torre venne ricostruita nel 1903, lo stesso anno in cui venne realizzata la scala a chiocciola interna all'edificio.



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