giovedì 14 maggio 2015

LA VILLA MIRABELLINO DI MONZA

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La Villa Mirabellino è una residenza nobiliare edificata nel XVIII secolo e rimasta inclusa nel Parco di Monza; la sua costruzione si deve al cardinale Angelo Maria Durini che la fece erigere nel 1776 dall'architetto Giulio Galliori per alloggiarvi gli invitati al suo cenacolo letterario. La Villa sorge sul declivio che fronteggia la più antica Villa Mirabello. I due edifici sono collegati tra loro con un viale di carpini.

La Villa Mirabellino era anche detta Villa Amalia, dal nome della consorte del Viceré d'Italia Eugenio di Beauharnais, Augusta Amalia di Baviera che amava soggiornarvi.

Villa Mirabellino è stata edificata nel 1776 dall'architetto Giulio Galliori su committenza del cardinale Angelo Maria Durini, uno degli artefici del suo splendore. La rese, infatti, nella seconda metà del 1700, luogo di cultura e di incontri mondani; ad essa decise di affiancare una nuova villa di rappresentanza, per il soggiorno degli ospiti, su una collinetta, non lontana da villa Mirabello, in una posizione scenografica che ha consentito una sorta di "contrappunto architettonico" della stessa, cui era collegata da un viale di carpini oggi conservato solo in parte. Villa Mirabellino venne lasciata in eredità ai Trivulzio; fu in seguito usata da personaggi delle famiglie imperiali francesi e austriache. Nel 1805 venne acquistata da Eugenio de Beauharnais, vicerè d'Italia e principe di Venezia, che la donò alla moglie Augusta Amalia di Baviera, con il cui nome fu "ribattezzata". All'epoca della restaurazione, subì le prime modifiche; nel 1838, venne trasformata anche nell'aspetto esterno dall'architetto Giacomo Tazzini, che cancellò le linee barocchette della facciata, adattandola al gusto dell'epoca. Le modifiche interessarono soprattutto le facciate del corpo principale: a est fu eliminato il frontone rococò ed aggiunto un porticato a colonne (di recupero, provenienti dalla canonica del Duomo di Milano); a ovest il porticato a tre arcate venne trasformato in veranda (la terrazza preceduta da gradinata è stata invece aggiunta in tempi recenti, post 1949).
Il complesso fu inglobato nel Parco della Villa Reale, realizzato tra il 1805 e il 1808 su progetto di Canonica.
Nel 1919 l'insieme di parco e edifici passò dalla Corona al Regio Demanio; villa Mirabellino, con annesso giardino, venne consegnata al 1920 all'Opera nazionale pro Orfani e Infanti di guerra, come sede dell'Istituto Principessa Maria di Savoia. Il suo uso nel 1942 venne in seguito dato, in concessione gratuita (legge 675/1943), ai Comuni di Milano e Monza. L'amministrazione milanese vi insediò, alcuni anni dopo, una colonia elioterapica che risultò talmente invasiva da cancellarne quasi totalmente la spazialità interna originaria, lasciando inalterati solo i prospetti ed il giardino.
Oggi la villa è l'unica proprietà demaniale all'interno del parco; la Soprintendenza per i Beni architettonici di Milano, nel 1996, ne aveva proposto un utilizzo compatibile sia con la struttura, radicalmente manomessa dagli interventi effettuati nella metà del '900, che con il parco: la sezione di Botanica del Museo civico di Storia naturale del Comune di Milano. La proposta venne inserita, nel dicembre 1996, all'interno del piano degli interventi da realizzare nel biennio 1997-1998, tuttavia il progetto non venne attuato per una questione legata alla concessione d'uso, che il comune di Milano avrebbe voluto superiore ai diciannove anni previsti dalle vigenti normative. La collezione, che si voleva portare a Monza, era stata concepita e realizzata dal viceré Ranieri d'Asburgo, grande conoscitore di botanica, nel Parco della Villa Reale, trasferita in seguito in varie sedi, per la dismissione del complesso intorno agli anni Venti. La destinazione d'uso compatibile individuata e non attuata avrebbe rinsaldato i legami storico-culturali tra la collezione ed il luogo nel quale si era formata. Anche del giardino, adornato da piante locali ed esotiche, oggi non resta nulla.

Purtroppo oggi la villa Mirabellino è in uno stato di conservazione non ottimale.

La residenza, progettata dall'architetto Giulio Galliori per volere del cardinale Angelo Maria Durini, completa lo scenario paesaggistico di Villa Mirabello, con la quale era collegata mediante un viale di Carpini foggiati a globo, ripristinato recentemente al fine di recuperare l'impianto residenziale originario.
Caratterizzata da pianta a "U", la Villa concepita come dependance adibita a feste e intrattenimenti colti per gli ospiti della famiglia Durini, presenta un corpo centrale rialzato con ali laterali articolate ad angolo netto attorno a un cortile. La facciata, che necessita oggi di un intervento di recupero strutturale e dei paramenti murari, era originariamente completata da una scalinata semicircolare, ora non più esistente.

Impianto a U con articolazione volumetrica di tipo gerarchico, per cui su di un corpo centrale prominente a due piani si innestano due ali laterali, anch'esse a due piani, ma più basse. Mentre l'esterno conserva caratteristiche neoclassiche sia dal punto di vista stilistico che materico (pietra e muratura intonacata) l'interno è stato del tutto modificato nel corso del Novecento con interventi di scarsa qualità architettonica che rendono irriconoscibile la spazialità interna, sia dal punto di vista distributivo che decorativo. La copertura dell'edificio è a falde coperte in coppi con struttura interna a capriate lignee. Gli unici ambienti in cui permangono tracce storiche sono tre saloni situati al piano terra nel settore orientale dove sono visibili resti di affresco e soffitti voltati. Gli ambienti rimanenti presentano tetto piano, pareti in laterizio, infissi, pavimenti e due scale angolari, che connettono il piano terra con il primo piano, di fattura moderna e di scarso pregio.

La villa è posta in posizione panoramica e scenografica, in cima al declivio che dal settore occidentale del Parco di Monza scende, con una serie di terrazzamenti, sino al Lambro. L'edificio copre un'area di 1355 mq presenta pianta ad U con ali ribassate aperte verso ovest. Il corpo centrale a due piani emerge in altezza, rispetto ai corpi laterali ad un piano e alle ali, anch'esse più basse nonostante siano a due livelli.
All'esterno la villa si presenta come una costruzione tipicamente neoclassica. La facciata ad est è rivolta verso la valle del Lambro, il giardino in discesa collega l'edificio, attraverso un viale il cui tracciato è parzialmente perso, con Villa Mirabello. Tale facciata è caratterizzata da un pronao, con due pilastri laterali e due colonne doriche centrali, sporgente e rialzato rispetto al terreno concluso da un terrazzo a balcone. Il pronao, che termina con un timpano, all'interno del quale è inserita una finta lunetta, costituiva un portico colonnato poi accecato, come mostra chiaramente l'analisi delle murature interne da cui emergono ancora i resti delle colonne. Rimangono dell'ambiente originario la volta a crociera a tutto sesto, affrescata a motivi floreali e geometrici e tracce degli affreschi parietali. Il fronte ovest della villa, prospiciente la corte d'ingresso, è invece contraddistinto da un porticato a bugnato liscio a tre arcate, ora trasformato in veranda chiusa da vetrate. Mentre l'esterno conserva linee neoclassiche, gli interni ed il giardino si presentano molto trasformati; abbandonati all'incuria non consentono di intravedere la struttura originaria. Anche l'esterno, in muratura intonacata e pietra, è gravemente degradato con pezzi di intonaco mancante o deteriorato. Sulla testata dell'ala settentrionale un portale segnala l'ingresso alla cappella gentilizia dei Durini, non più esistente.



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