Lóvere è un comune italiano dell'Alto Sebino in provincia di Bergamo, Lombardia.
Lovere è una signorile cittadina dell’alto lago. Bellissimo centro di villeggiatura allo sbocco della Valle Canonica e Cavallina. A Lovere è bello passeggiare sul lungolago, tra giardinetti e alberi osservando l’opposta costa bresciana e le cime dell’Adamello.
La storia di Lovere è ricchissima di avvenimenti, vista la sua posizione strategica che lo colloca tra l'alto Sebino e l’imbocco della val Cavallina per i collegamenti via terra, ed all’estremità nord del lago d’Iseo per i trasporti via acqua.
I primi insediamenti accertati risalgono ad un periodo compreso tra il V ed il III secolo a.C., come testimoniato dalla presenza di un nucleo abitativo di origine celtica posto in una posizione strategica, tutt’ora chiamato Castelliere.
I secoli successivi videro l’arrivo della dominazione romana, che costruirono’ un’importante via di comunicazione, denominata poi strada di San Maurizio, e la costruzione di un consistente centro abitato sulle rive del lago. A tal riguardo numerosi sono i reperti rinvenuti, tra cui numerose sepolture con relative lapidi, risalenti ad un periodo compreso tra il primo ed il quarto secolo. Inoltre sul territorio venne scoperto un ingente quantitativo di monete e gioielli che, denominato il tesoretto di Lovere, è ora custodito presso il museo archeologico di Milano. Nel 2013 sono iniziati i lavori di scavo per il recupero della necropoli romana.
In seguito al termine dell’impero romano il territorio fu soggetto alle orde barbariche, terminate con l’insediamento dei Longobardi. A questi subentrarono i Franchi che, istituendo il Sacro Romano Impero, diedero il via al feudalesimo ed all’età medievale.
Inizialmente il territorio venne dato in gestione ai monaci di Tours (Abbazia di Marmoutier), i quali lo permutarono a favore del vescovo di Bergamo, al quale poi subentrò la famiglia Celeri. Erano gli anni in cui infuriavano le lotte di fazione tra guelfi e ghibellini, ed anche Lovere si trovò al centro di numerosi scontri: a tal riguardo il paese si dotò di parecchie fortificazioni, tra cui torri e cinte murarie, in posizione dominante rispetto al lago. Restano ancora di quell'epoca, le case torri, come Torre Soca, Torre degli Alghisi e la Torricella rotonda dell'antica cinta muraria.
Nel 1263 moriva qui Cavalcano Sala, vescovo di Brescia, cacciato da Ezzelino da Romano.
Gli scontri si protrassero fino alla prima metà del XV secolo, quando il territorio passò nella Repubblica di Venezia, che demolì numerose fortificazioni e che accolse il desiderio di parte della popolazione di porla sotto Bergamo (1441). Dalla città di Bergamo giungeva ogni anno un podestà ad amministrare giustizia.
La Serenissima varò numerose leggi volte a risollevare la situazione sociale ed economica, facendo rivivere il centro abitato e migliorando le condizioni di vita degli abitanti. Il dominio della città lagunare durò fino al 1797, quando vi subentrò la Repubblica Cisalpina. Nel 1815 passò al Regno Lombardo-Veneto, Provincia di Bergamo, distretto XVI di Lovere, a cui viene accorpato il 10 marzo 1836 Rogno.
Già in quel periodo cominciarono a svilupparsi numerose attività industriali in ambito siderurgico, che portarono benessere e sviluppo di tutta la zona fino al XX secolo, quando il paese ha cominciato a puntare decisamente anche sull’industria turistica, al fine di valorizzare le ricchezze paesaggistiche e culturali di cui è ricco.
Una lapide romana, trovata nel XVIII sec. e dedicata a Minerva, reca l’iscrizione del devoto, che sarebbe figlio di un Luarensis.
Il nome dialettale del paese (Lòer) si potrebbe far derivare dal "Luar" dell’epigrafe, ma potrebbe anche ricondursi all'antico "Luar" che in longobardo significa "bassura", luogo basso. Lovere, infatti, come altri paesi del lago, sorgeva in una zona paludosa ai piedi delle montagne.
Tra i suoi concittadini, Lovere vanta le due sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, vissute tra il XVIII e il XIX secolo dedicandosi a tutti i derelitti della zona (orfani, ammalati, carcerati, poveri) per i quali fondarono l’Istituto delle Suore di Carità (1832), che oggi opera a livello internazionale; Lady Mary Wortley Montagu, moglie dell’ambasciatore inglese e amante dell’arte, si stabilì a Lovere intorno al 1747. Durante il suo Grand Tour, rimase così affascinata dal lago da decidere di acquistare un palazzo in paese e una fattoria in campagna. La sua casa divenne luogo d’incontro di persone ragguardevoli della zona. Non trascurò gli affari, incrementando la produzione della sua fattoria con metodi nuovi portati dall’Inghilterra. Le lettere alla figlia sono la testimonianza del periodo trascorso a Lovere.
Splendidi palazzi costruiti con buon gusto e perfetto senso architettonico fanno da secoli degna cornice e splendida corona alla piazza del porto, una delle più belle dei laghi lombardi.
Dalla piazza, attraversando il rione delle “beccarie”, si sale per il centro storico e si arriva in piazza Vittorio Emanuele II, dove l’orologio della vecchia torre civica scandisce il passare del tempo. In questa piazza, racchiusa tutt’intorno da splendidi edifici, confluiscono tutte le vie piccole e strette del borgo medievale. Si sale ancora e si arriva alla chiesa di S. Giorgio. Eretta alla fine del XIV sec. sulle strutture della medievale torre Soca, fu ampliata e modificata nel tempo, fino al XIX sec. Contiene una grandiosa tela posta sulla controfacciata raffigurante “Mosè che fa scaturire l’acqua dalla rupe” del pittore fiammingo Jean de Herdt (1657); la pala dell’altare sinistro dipinta da Gian Paolo Cavagna (1556-1627) con l’“Ultima cena”, e la pala dell’altare maggiore del bresciano Antonio Gandino (1565-1630). All’altare della madonna addolorata il 21 novembre del 1832 le due future Sante di lovere presero i voti.
Sul lungolago fa bella mostra di sé il palazzo che ospita la Galleria dell’Accademia di belle arti Tadini. Il palazzo fu costruito in gradevoli forme neoclassiche tra il 1821 e il 1826 per ospitare nelle sale affrescate le ricche collezioni d’arte del conte Luigi Tadini, che aprì al pubblico il suo museo – tra i più antichi della Lombardia – nel 1828, oggi ospita le raccolte in 33 sale. Significativo è il gruppo di opere di Antonio Canova (1757 – 1822): il raro bozzetto il terracotta della Religione e la Stele Tadini (collocata nella cappella gentilizia) tra le ultime e più belle opere del grande scultore, che sembra tradurre nel marmo quella ‘corrispondenza d’amorosi sensi” che Ugo Foscolo legava ai sepolcri. Tra i dipinti si evidenziano le opere di Jacopo Bellini (una meravigliosa Madonna con Bambino), del veronese Francesco Benaglio, di Paris Bordon, di Palma il Giovane. Le epoche successive sono documentate dai dipinti di Giacomo Ceruti detto “il Pitocchetto”, fra’ Galgario, Giandomenico Tiepolo, Francesco Hayez, Cesare Tallone e G. Oprandi.
La Galleria inoltre ospita una ricca collezione di porcellane, tra cui importanti pezzi delle manifatture di Sèvres, Meissen, Hochst, Capodimonte.
Negli ultimi anni è stata aggiunta una sezione di arte moderna contemporanea.
L’Accademia di Belle Arti istituita dal conte comprende anche le scuole di musica e di disegno, ancor oggi attive e frequentate.
Proseguendo per il lungolago - dominato dalle belle facciate di numerose ville e palazzi (tra cui il cinquecentesco palazzo Marinoni e villa Milesi con il suo parco) - appena passata la piazza si risale e ci si trova di fronte all’imponente basilica di S. Maria in Valvendra, edificata dal 1473 e consacrata nel 1520, in un periodo di particolare floridezza economica per Lovere. La Basilica dà a sua volta il nome al borgo rinascimentale di Santa Basilica di S. Maria in Valvendra una silenziosa strada fiancheggiata da case del Quattrocento e Cinquecento che conduce al borgo medievale.
La Basilica presenta forme classicheggianti rinascimentali di gusto lombardo, con influenze veneziane. L’interno è a tre navate, suddivise da dodici colonne, con cappelle sul lato sinistro. L’opera di maggior pregio è costituita dalle grandi ante dell’organo, collocate originariamente nel Duomo Vecchio di Brescia, dipinte, all’esterno, da Floriano Ferramola con l’Annunciazione e, all’interno, da Alessandro Bonvicino detto “il Moretto”, con i Santi Faustino e Giovita a cavallo. L’abside e il presbiterio sono affrescati in trompe-l’oeil da Ottaviano Viviani. Il solenne coro ligneo è cinquecentesco; l’altare maggiore ricco di sculture e marmi policromi è opera della bottega dei Fantoni di Rovetta; la tribuna centrale di Andrea Fantoni è del 1712. La pala dell’Assunta, ispirata a motivi del Moretto e di Tiziano, è attribuita al bresciano Tommaso Bona.
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Il Monastero di Santa Chiara fu edificato nella prima parte del XVI secolo ed ampliato più volte, ospita ancor oggi le monache clarisse. Soppresso in età napoleonica e ripristinato al termine del XIX secolo, custodisce numerose opere pittoriche. La Fondazione Oprandi si sta impegnando nei lavori di restauro dell'antico edificio, restituendone l'arredo pittorico e gli stucchi. Il complesso monastico presenta al proprio interno la chiesetta di Santa Chiara, piccolo edificio di culto molto caratteristico.
L'Oratorio di San Martino risalirebbe addirittura al IX secolo, epoca in cui i territori erano posti sotto la giurisdizione dei monaci di Tours. Con il passare del tempo venne sempre meno utilizzato, date le sue ridotte dimensioni, fino ad arrivare al suo abbandono, avvenuto nel XVII secolo. Soltanto un recente restauro ha permesso di recuperare parte del patrimonio artistico in esso custodito, tra cui numerosi affreschi nell’abside.
Il Santuario delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa è stato edificato nel terzo decennio del XX secolo e dedicato alle religiose Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa che fondarono nel 1832 la congregazione delle Suore di Maria Bambina, presenta una struttura in stile neogotico. All'interno si possono ammirare affreschi e mosaici eseguiti da Pasquale Arzuffi raffiguranti le due sante, delle quali sono conservate le spoglie. Di grande interesse il piccolo museo, che racconta la storia e la società loverese nella quale si inserisce l'attività delle due sante.
Il Santuario di San Giovanni è posto in una zona suggestiva, sul culmine del monte Cala, offre un'ottima visuale su gran parte del lago e le zone circostanti. Edificato nel XV secolo ed inizialmente intitolato a San Zenone, è tuttora meta di pellegrinaggio per numerosi abitanti di Lovere.
Il Palazzo Bazzini fu edificato nel 1616 dal condottiero Adorno Bazzini di fronte alla basilica di S. Maria in Valvendra, presenta una struttura ad U, ornata da pilastri ed archi ed arricchita da un giardino al termine del quale si trova una piccola torre. Attualmente è in fase di ristrutturazione, e non sono permesse le visite.
Piazza Vittorio Emanuele II è da sempre considerata il cuore pulsante del borgo, originariamente era chiamata piazza degli uffizi, a causa della presenza della sede di gran parte delle istituzioni. Tra i palazzi che la circondano merita menzione il palazzo podestarile, antica sede del podestà, e la torre civica, che porta ancora i segni della dominazione veneta. Attiguo ad essa si trova la torre Alghisi, risalente anch’essa al periodo medievale ed appartenuta ad un’importante famiglia loverese.
Il Castelliere è forse la più antica costruzione presente sul territorio loverese e può essere databile tra il quinto ed il terzo secolo a.C. Situato in posizione panoramica e strategica, fu utilizzato già ai tempi dei Galli, ed ancor’oggi possiede resti di muratura e forti difensivi risalenti alla loro colonizzazione, ma anche alle epoche successive.
Dalla Val Camonica e dalla Val Seriana, ma anche dalla pianura bresciana, arrivano molte varietà di formaggio e la farina di granturco macinata a pietra. Specialità della zona sono i salumi, tra cui la salciccia di castrato, la soppressa e il “musetto”.
Regina, è naturalmente la polenta, che accompagna il pesce di lago o la carne. è servita calda o alla griglia, ma sempre rigorosamente gialla.
Oltre ai salumi e ai formaggi, immancabili sono i ravioli bergamaschi chiamati casunsei, conditi con burro fuso e salvia. Il dolce tipico in pan di spagna vuole rappresentare il piatto tipico della cucina bergamasca “polenta e osei”.
Fra le più grandi strutture portuali sui laghi europei, il Porto Turistico di Lovere ospita un anfiteatro polifunzionale (in grado di accogliere manifestazioni, spettaco li e grandi eventi), il Centro Civico Culturale, numerose società sportive, bar, ristoranti e l’ostello.
E’ qui possibile praticare le seguenti attività: nuoto, vela, canottaggio, pattinaggio sul ghiaccio, tennis, calcio, calcetto, basket e pallavolo.
Persone legate a Lovere:
Santa Vincenza Gerosa, religiosa, santa
Santa Bartolomea Capitanio, religiosa, santa
Mario Stoppani, pilota acrobatico e collaudatore
Giacomo Agostini, campione del mondo di motociclismo
Giacomo Vender, presbitero
Giovanni Andrea Gregorini, industriale e politico
Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona
Enrico Ghezzi, critico cinematografico
Antonio Solera, patriota
Giovanni Battista Zitti, patriota
Enrico Banzolini, patriota
Rolando Bianchi, calciatore dell'Atalanta
Luca Belingheri, calciatore del Cesena.
Giuliano Fiorani, scrittore e storico della Repubblica Sociale Italiana
Davide Guarneri, pilota motociclistico italiano
Elia Violi, rugbista del Calvisano
Nadia Fanchini, sciatrice della Nazionale Femminile di Sci
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