Pisogne è un comune italiano della Val Camonica, che sorge sulla sponda nord-orientale del lago d'Iseo, in provincia di Brescia, Lombardia.
Già abitato in epoca preistorica, nel Medioevo fu un importante centro commerciale fra la Valle Camonica ed il Sebino. Nell'813 il Vescovo di Verona Rataldo possedeva proprietà in Valcamonica, tra cui Pisogne. Il 10 agosto 1132 Pisogne, tramite una bolla di papa Innocenzo II, viene donata al monastero di San Faustino e Giovita di Brescia.
Trovandosi nel mezzo della guerra tra Bresciani e Bergamaschi per la conquista dei castelli di Volpino, nel 1199 verrà incendiata e distrutta dai Bergamaschi. Il 6 marzo 1206 la famiglia Avogadro riceve dal vescovo di Brescia Giovanni da Palazzo l'investituta della corte di Cemmo, Mù, Pisogne e Gratacasolo.
Nel 1229 è per la priva volta citato il mercato di Pisogne. Nel 1287 la grande ribellione camuna guidata dai Federici e dei Celeri contro Brescia porta alla devastazione di Pisogne e all'uccisione di parecchi guelfi ivi residenti. A seguito di questo fatto la cittadina venne fortificata tra il XII ed il XIII secolo e concessa alla nobile famiglia Brusati.
Nel 1291 Tebaldo Brusati è proclamato signore della città. Giovedì 19 giugno 1299 Cazoino da Capriolo, camerario del vescovo di Brescia Berardo Maggi, dopo aver visitato le pievi di Edolo, Cemmo, Cividate e esser tornato a Brescia, giunge a Pisogne per continuare la stesura dei beni vescovili in Valle Camonica. Qui il console della vicinia di Pisogne, di Pontasio, Grignaghe, Fraine e Toline giurano secondo la formula consueta fedeltà al vescovo, e pagano la decima dovuta.
Confermano al vescovo di Brescia notevoli privilegi: che gli oneri della difesa del borgo siano a spese dei pisognesi, che non venisse costruita nella cinta muraria tutim vel domum de batallia seu fortezam, e la concessione dell'esercizio della giustizia civile e criminale. Questa comportaba facoltà di infliggere qualsiasi pena agli abitanti di Pisogne:
« specialiter suspendendo homines et eruendo oculos alterius et alia fustigando et alias imberlinando et incarcerando et aliis poenis eos affligendo »
« specialmente impiccando gli uomini e cavando loro gli occhi e flagellare, imberlinando e castigandoli con altre punizioni »
(Federico Odorici, Storia Bresciane, pg 263)
Era inoltre proibito costruire nelle vicinanze qualsiasi tipo di fortificazione senza il consenso del vescovo. A questi patti il 21 giugno 147 Vicini giurano fedeltà.
Nel 1305 gli Oldofredi sostituiscono i Brusati nell'esazione delle decime. Nel 1413 Carmagnola occupa Pisogne. Nello stesso anno si risolve la lite tra Pisogne e Pian Camuno per il possesso del Monte Campione. Il 4 dicembre 1462 il comune acquistò dal Vescovo di Brescia Bartolomeo Malipiero tutti i suoi stabilimenti e diritti, eccetto la Torre. Nel 1518 sono condannate al rogo otto streghe. Nel 1665 i forestieri residenti nella Vicinia di Pisogne chiedono gli stessi diritti degli Antichi Originari, ed il Governo Veneto glieli concede.
Il 14 novembre 1727 il notissimo bandito Giorgio Vicario, uno dei più temuti bulli della Valle Camonica, nato a Pisogne nel 1695, viene orrendamente assassinato. Nel 1817 viene riempita, con ingente spesa, la palude a nord del paese. Nel 1850 si abbatte sul paese la terribile alluvione del torrente Trobiolo. Nel 1907 Pisogne venne raggiunto dalla linea ferroviaria, ancora oggi funzionante. Nel XIX secolo e nel 1952 vennero scoperte antiche piroghe carbonizzate. Oggi non ne rimane traccia in quanto disperse.
Sull’antico tracciato della Via Valeriana, la strada costruita dai Romani nella loro avanzata alla conquista del territorio camuno (16a.C.) si sviluppò il borgo di Pisogne. Fu tuttavia la vicinanza al Lago di Iseo a favorire, già secoli prima, l’insediamento di piccole comunità in queste zone, come sembrano documentare i ritrovamenti in loco di piroghe carbonizzate e numerose incisioni rupestri. Di origine antichissima Pisogne fu nel passato il porto commerciale della Vallecamonica e luogo di importanti mercati.
A causa delle sanguinose guerre dei sec. XI-XII Pisogne venne munito di poderose fortificazioni ora scomparse; venne risparmiata la grandiosa e massiccia Torre del Vescovo che con i suoi 32,50 mt. di altezza domina il paese. Testimonianze storiche si rinvengono anche nelle frazioni di Pisogne : Gratacasolo conserva i resti della torre dei Gratacasolei, la famiglia che dominava il luogo nel Medioevo; nella Piazzetta di Fraine è murata una scultura raffigurante il leone di San Marco, ricordo della lunga dominazione della repubblica di Venezia. Molto più antiche sono invece le sculture longobarde sparse per le vie di Grignaghe, risalenti ai sec VII e VIII. Due importanti strade si diramano sulla montagna di Pisogne: una passando per le frazioni di Sonvico e Fraine raggiunge la Val Palot (m. 1043) e prosegue fino al Colle di S. Zeno (m. 1418) scendendo poi in Val Trompia; l’altra passando per le frazioni di Pontasio, Siniga e Grignaghe giunge a Passabocche (m. 1297) , raggiunge Croce Marino e scende in Palot.
Gratacasolo è la frazione più popolosa, posta nel fondovalle a nord di Pisogne. Importante crocevia storico tra Valle Camonica e passo del Colle di San Zeno, per secoli ha basato la propria economia sull’escavazione e produzione di macine da mulino. A monte dell’abitato sono visibili le antiche cave, abbandonate definitivamente nel 1920, bell’esempio di archeologia industriale che conserva tutte le strutture annesse alle cave e molti semilavorati abbandonati.
Toline, collocata a sud di Pisogne, è la frazione lacustre immersa nel verde ai piedi del massiccio del Trentapassi. Vanta una chiesa parrocchiale dedicata a San Gregorio Magno, con pregevoli affreschi quattrocenteschi attribuiti a Giovan Pietro da Cemmo ed opere lignee barocche realizzate dalla famiglia Fantoni.
A pochi chilometri dal centro di Pisogne, risalendo verso la Montagna, Fraine è una ridente località di villeggiatura montana immersa nel verde, a pochi chilometri dalla stazione sciistica di Val Palot, dotata di impianti di risalita ed ottimo luogo di riposo per ragazzi e famiglie. Il paese presenta un antico e pittoresco centro abitato; a valle si trova il Santuario della Madonna delle Longhe, festeggiata solennemente ogni anno il 2 Luglio, il 10 agosto, in occasione del patrono San Lorenzo si svolge la tradizionale Festa dei Brigancc.
Grignaghe, località montana di villeggiatura, è posta a circa 900 m.s.l.m. in una posizione dalla quale si gode un meraviglioso paesaggio. Questo abitato, di origine antica, fu probabile insediamento Longobardo e conserva disseminate nel paese interessanti sculture altomedievali; di particolare rilievo un San Cristoforo ed un guerriero armato a cavallo
Pontasio è un borgo sviluppatosi anticamente nei pressi della zona mineraria; all’estrazione del ferro si è dedicata per secoli la popolazione locale, pagando un alto prezzo in vite umane. Attualmente è visitabile la miniera medievale Quattro Ossi, nella quale il secondo sabato di dicembre si organizza una visita guidata e la S. Messa.
Siniga è una frazione ormai quasi completamente spopolata, ma con un’origine molto antica: è la prima località di Pisogne che compare sui documenti medievali del Monastero di Santa Giulia al quale era infeudata.
Sonvico, altra frazione montana scarsamente popolata, sorge in una posizione privilegiata, un terrazzo naturale sul lago e la bassa Vallecamonica: Fu probabilmente sede di una guarnigione romana; conserva infatti resti di antiche torri e costruzioni risalenti a quel periodo.
Govine è sempre stata la zona industriale, lo stesso nome può fare pensare a gowan che nell’antica lingua germanica significa fabbro, ed effettivamente questo luogo era adibito alle attività legate all’estrazione mineraria. Govine all’inizio dell’Ottocento, con un’acqua perenne che scaturisce da una roccia, dà moto a due forni fusori, otto fucine e cinque officine con magli, per la lavorazione del ferro e la produzione di utensili domestici ed attrezzi rurali. A Govine c’è un Santuario dedicato alla Natività di Maria, chiamato dagli abitanti la Madonnina, costruito nel 1630 come ringraziamento per lo scampato pericolo dalle angherie degli eserciti tedeschi e dalla peste del ‘600.
Girolamo Romanino è chiamato ad affrescare la Chiesa di Santa Maria della Neve intorno al 1534, di ritorno da Trento, dove aveva lavorato nel Castello del Buon Consiglio. L’uso dello spazio, dal punto di vista pittorico, è fortemente illusionistico ed interpreta anche la struttura architettonica.Le vicende narrate della storia di Cristo dalla natività fino alla resurrezione erano rappresentate anche esternamente dove si trovavano il presepe e l’adorazione dei Magi. La Crocifissione domina su tutte le altre scene che si svolgono intorno e che non seguono un preciso andamento cronologico.
La Torre del Vescovo, costruita nella prima metà del XIII° secolo è alta mt. 32,60, con la base di 7,20 metri lo spessore dei muri è di1,65 metri. Di pianta quadrata costruita con la pietra locale di color ferrigno a corsi orizzontali con conci lavorati a bugne su tutti i lati; la porta d’ingresso è col-locata sul lato nord (in un cortiletto) e si apre ad un livello di circa 4 metri dal suolo. Era di Tebaldo Brusato e l’allora Cazoino dei Margotti di Capriolo, delegato dal vescovo Berardo Maggi, affitta per nove anni la Torre a Onofrio degli Acchiappati. Nel 1462 il Vescovo Bartolomeo Malipiero pur rinunciando ai diritti feudali su Pisogne, si riservò la proprietà della torre. Si racconta che quisiano state imprigionate, per poi essere bruciate sulla piazza, le otto streghe nel giugno 1518. La torre rimase proprietà vescovile e solo nel 1805 passò al Comune. Nel 1950 venne demolito un portico posto davanti alla sua base e nel 1962 venne rifatto il tetto con la merlatura di sostegno. L’orologio venne restaurato nel 1926 e poi nel 1983 cosi come la meridiana dove vennero ritro vate tracce di affreschi e decorazioni ritenute di Araldo Bertolini settecentesche. Nel corso del 2005 parte la ristrutturazione della torre con pulitura esterna ed interna e completo ricambio di tutta la pavimentazione con installazione di nuove scale e piani in ferro e legno. Oggi è accessibile a tutti.
Porta d’ingresso da Via Ortaglie, il collegamento fra Piazza Umberto 1° e Via Ortaglie è costituito da una serie di androni, e sopra questi si innalza un’alta parete che fa presumere che questa sia parte di un’antica struttura muraria che doveva chiudere il borgo di Pisogne verso nord. Questo tipo di struttura potrebbe essere databile intorno ai secoli XII e XIII. L’arco a tutto sesto doveva essere quindi la porta d’accesso al paese e contemporaneamente lo sbocco sul lago. Sulla destra si trova un androne molto lungo e basso che potrebbe far supporre che quel luogo servisse da riparo per le barche.
Porta dei Monti, situata in quella che un tempo era chiamata Contrada di Mezzo ed oggi denominata via dei Monti, costituiva una delle porte di accesso al “borgo di Pisogne”. La porta è addossata da una parte a quella che era l’antica struttura di difesa del paese e dall’altra ad una casa che, pur avendo subito dei rimaneggiamenti, presenta evidenti segni di casa-torre. La porta, a tutto sesto, è costituita da grossi conci regolari di pietra locale, che formano sia la spalla che la ghiera, ed è databile intorno al XIII secolo.
Porta Nuova, situata all’inizio dell’attuale via Mercanti, già via Porta Nuova, era la porta d’accesso al paese dalla parte dell’antica strada Valeriana che scendeva dal passo della Croce di Zone. Si può pensare che questa porta sia stata eretta in epoca più tarda rispetto alle altre, e più precisamente intorno al XIV secolo. E’ un arco a tutto sesto posto su grossi pilastri a finti conci di muratura, con un semplice listello che funge da capitello. L’arco è sormontato da un timpano triangolare. Questa porta presenta un’architettura neoclassica, che probabilmente risale ai primi anni del nostro secolo. A nord sul lato occidentale, vi è un corpo di fabbrica che doveva essere una torretta di guardia alla strada d’accesso al paese.
Villa Damioli, affianca a sud la parrocchiale ed è composta da un complesso di fabbricati risalenti alla fine del ‘700. All’interno la villa, che sorse sui resti di un castello medioevale, ha belle sale con soffitti affrescati. Strettamente collegata alla villa è casa Giordani, che appare oggi in forma seicentesca, con un interessante interno, dotato di cortili con fontane e loggiati sovrapposti con colonnine in pietra di Sarnico.
Casa Soardi, dimora secentesca, oggi si affaccia su Piazza Ghitti, ma originariamente prospettava direttamente sui moli di attracco delle barche che navigavano sul lago preferibilmente all’una di notte per sfruttare la brezza notturna detta “ el vet “ che spingeva le vele verso Iseo da dove ripartivano a mezzogiorno per sfruttare “ l’ora “, il vento pomeridiano, che riportava i barconi a Pisogne.
Casa Fanzago, posta all’inizio di via San Marco, rivela una struttura secentesca modificata nei secoli successivi e presenta un importante portale d’ingresso. La facciata è decorata da medaglioni ottocenteschi in rilievo che raffigurano i personaggi de “ I Promessi Sposi “. Al piano nobile della casa è ancora visibile il settecentesco salone da ballo, decorato a stucco ed affresco.
Persone legate a Pisogne:
Giovanni Maggiò, (1929 - 1987) Imprenditore edile, storico presidente della Juvecaserta.
Giacomo Maria Corna Pellegrini, (1847 - 1913) Vescovo di Brescia
Pisogne vanta di 2 squadre sportive di rilievo; la Pallacanestro Pisogne che milita in serie C dilettanti e la New Volley 2000, squadra di pallavolo che disputa il campionato di serie B1 nazionale. Entrambe le formazioni hanno come sponsor principale la Iseo Serrature, che ha sede e stabilimenti nella zona industriale della Rovina.
Dall'agosto 2007 si tiene annualmente un concorso di liuteria al termine del quale tutti gli strumenti in gara vengono esposti per una settimana nella Chiesa di Santa Maria della Neve. Ogni anno, nella settimana di ferragosto si tiene la tradizionale "Mostra Mercato" per il centro del paese. L'ultimo week end di settembre è inoltre organizzata la tipica "Festa del Fungo e della Castagna" con un grande mercato dei sapori tipici, caldarroste e spettacoli per tutti i gusti. È organizzata dalla Pro Loco pisognese. Il 12 maggio si celebra la festa patronale di San Costanzo martire. Ogni due anni si tiene il Palio delle Contrade, gara in cui si sfidano le diverse zone del paese in discipline sportive e non.
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