La chiesa di San Michele Arcangelo era la più antica di Monza, posteriore solo alla teodolindea basilica di San Giovanni (oggi duomo di Monza).
Secondo la tradizione la sua fondazione fu datata nell’anno 628 e, dunque, in piena epoca longobarda. In effetti la dedicazione all’arcangelo guerriero, da questo popolo molto venerato, ne risulta una conferma. Un più tardo documento del 903 ne comprova l’esistenza nella città.
La chiesa di San Michele, insieme al duomo, fu subito legata alla storia monzese e alla cerimonia delle incoronazioni con la corona Ferrea. Nel 1128 l’imperatore Corrado III vi fu incoronato re d’Italia dall'arcivescovo di Milano Anselmo V Pusterla.
Gestito dagli Umiliati, il tempio venne decorato (probabilmente agli inizi del XIV secolo) con un grande affresco che copriva un’intera parete laterale: vi è raffigurata la celebrazione di una messa a cui assistono il Redentore e la Vergine, vari santi tra cui appunto san Michele che reca uno scettro gigliato, la corte longobarda nelle persone della regina Teodolinda avvolta nel mantello e incoronata, del re Agilulfo e dei loro figli Gundeperga e Adaloaldo.
Il dipinto, che potrebbe rappresentare la consacrazione del Santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano (il santuario "nazionale" dei Longobardi) o un raro esempio di "messa aurea" (la messa del mercoledì delle Tempora d'Avvento), è di chiara derivazione giottesca e «possiede una esigenza plastica ed una vena descrittiva realistica affrontata con rigidezze e pesanti manierismi. Esso è certamente non posteriore alla metà del XIV secolo e certamente di un pittore locale piuttosto impacciato».
L’affresco, staccato dalla parete prima dell'abbattimento della chiesa, è oggi conservato nel Museo del duomo di Monza.
Nel 1922 l’antico edificio, insieme all’adiacente convento degli Umiliati di Sant'Agata, fu demolito dalla giunta socialista dell'epoca per creare l’odierna via Francesco Crispi. Per ricordarne l’esistenza, il 29 settembre 2004, ricorrenza della festa di san Michele, venne collocata in piazza San Paolo, in prossimità del luogo in cui sorgeva la chiesa, una statua del santo.
Nel 2004, in memoria dell’edificio abbattuto, venne eretta una statua commemorativa. Il monumento, in bronzo, è stato forgiato da Benedetto Pietrogrande. La figura del santo è alta 3,8 metri e poggia su di un basso basamento. La sensazione che deve dare allo spettatore è quella che aleggi sul pavimento. L’arcangelo è raffigurato nell’atto di pestare un drago. In mano regge uno scettro coronato da un fiore di giglio. L’immagine del santo condottiero, tipica del mondo occidentale, viene abbandonata in favore di quella del santo dignitario di corte, tipica del mondo bizantino. Ciò ha suscitato notevoli polemiche.
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