sabato 25 aprile 2015

INDUNO OLONA

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Il comune di Induno Olona si trova in una posizione davvero invidiabile. Sorge all’inizio della Valceresio e della Valganna, alle pendici del monte Monarco; confina con i Comuni di Varese, Arcisate, Brinzio e Valganna e si estende su una superficie di 1246 ettari. Lo si raggiunge seguendo la statale N. 344 Varese-Porto Ceresio, linea ferroviaria Milano- Porto Ceresio. Si può osservare l’andamento collinare del territorio leggendo le quote di altitudine minime e massime di alcuni luoghi: si va dai 379 m sul livello del mare della frazione Olona, alla quota massima di 855 m sul livello del mare del monte Monarco. Essendo una zona prevalentemente collinare, la flora, la fauna e lo stesso clima sono tipici di un territorio prealpino.

Sull’origine del nome "Induno" (molto antico, anche se le prime notizie certe risalgono a dopo il 1200) esistono due ipotesi: la prima vuole una nascita Gallo-Celtica, poichè la parola "Dunum" indicava un luogo fortificato di solito posto su un poggio. La seconda ipotizza una derivazione latina "In Dunis" (Tra le dune) per le caratteristiche morfologiche del territorio prevalentemente alluvionale. La nascita di Induno può essere fatta risalire intorno al 450 a.C. epoca delle pacifiche invasioni galliche. Come mostrano i reperti rinvenuti in località "Pezza", i Romani giunsero in questo luogo solo verso il I° secolo a.C.

Nel IX secolo d.C. Induno viene aggregata ai Longobardi di Castel Seprio, (reperto di quel periodo, la "torre-rudere" della Pezza e il Castello di Frascarolo; Il feudo viene concesso alla Pieve di Arcisate, passa poi alla chiesa milanese e quindi agli Arcimbaldi.

Nel 1160 a Frascarolo l’arcivescovo di Milano, Oberto da Pirovano, difende Varese dall’assalto dei Comaschi che parteggiano per il Barbarossa, occupando anche Induno.

Nel 1396 viene costruita in località "Quadronna" la prima chiesa, ora non più luogo di culto. Nel 1564 intorno alla Chiesa di S. Pietro in Silvis nasce la prima parrocchia, mentre nel 1574 viene ultimata la chiesa di S. Giovanni Battista, oggi una delle due sedi parrocchiali. Nel 1775, dopo la dominazione spagnola, Induno Olona entra a far parte dei 1492 comuni lombardi, collocati nell’Intendenza di Varese, poi, dopo la parentesi napoleonica viene inserito nel Distretto di Arcisate, allora provincia di Como.

Nel XIX secolo, Induno si trasforma da paese agricolo a paese industriale, grazie anche alla presenza del fiume Olona che alimenta sei opifici. Nel 1894 la ferrovia unisce Induno con Varese e Milano.

Nel 1927 per permettere a Varese di diventare capoluogo della neocostituita provincia il paese perde l’autonomia amministrativa e viene aggregato a Varese. Nel 1949, l’anno seguente l’esplosione della polveriera al confine con Arcisate, gli indunesi scelgono di staccarsi da Varese e il 25-10-1950 Induno diventa nuovamente comune auotonomo.

Nel 1951 si tengono le prime elezioni ed è eletto sindaco Felice Maroni.

Nel 1971 Induno Olona diviene sede della comunità montana della Valceresio, fino al trasferimento della Comunità Montana della Valceresio nella nuova nuova sede di Arcisate nel 1990.

Nel 1973 il paese ottiene la sua seconda parrocchia con la nascita della chiesa di S.Paolo Apostolo.

Nel comune si rileva la presenza di edifici di grande fascino e ricchi di valenze storiche, quali il Castello Medici di Frascarolo, situato alle pendici del monte Monarco, l’antica chiesa di S. Pietro in Silvis e l’attuale Municipio. In paese vi sono altre testimonianze culturali importanti: la chiesa di S Giovanni Battista, il Santuario della Madonna di S. Bernardino, la torre-rudere della Pezza, la Villa Porro-Pirelli.

Da segnalare anche lo stabilimento delle Industrie Poretti,valido esempio di stile Liberty ed il museo Civico di Scienze Naturali, ricco di rocce, minerali e fossili provenienti dalla nostra zona.

Il castello di Frascarolo, di proprietà della famiglia dei marchesi Medici di Marignano dal 1543, non accessibile senza permesso specifico. Sorge in amena posizione al centro dell’immenso parco sulle pendici del monte Monarco, domina gli imbocchi della Valganna e della Valceresio e si raggiunge dal paese, dal quale dista un chilometro, attraverso una comoda carreggiabile con alcuni ampi tornanti. Le vicende storiche della monumentale costruzione sono strettamente legate a quelle di Induno e ne determinarono l’importanza nel corso dei secoli.
Interessanti e pregevoli decorazioni abbelliscono tutte le sale del castello, dalle cui finestre la vista spazia su uno stupendo giardino all’italiana, con terrazze e fontane, dal quale si gode un incantevole panorama sulla pianura lombarda. La deliziosa residenza ospitò nei secoli cenecoli di artisti e di eminenti personalità ecclesiastiche e laiche che qui trovavano una serena oasi di vita intellettuale e culturale. Qui visse Margherita De Medici, sorella di Pio IV e madre di San Carlo Borromeo, che, giovinetto, maturò forse qui la sua vocazione. Nel 1837 fu ospite Gaetano Donizetti, che dalla dolcezza dei luoghi trasse ispirazione per varie melodie e, poco dopo, lo scrittore Gian Battista Bazzoni, che per il racconto storico "il falco della rupe", attinse alla storia delle imprese del "Medeghino" il condottiero Gian Giacomo Medici.

La Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista vanta, nell’altare di destra dedicato alla Vergine, una bella serie di 15 tondi ad olio su rame di scuola del Morazzone, raffigurante i "Misteri del Rosario" che, abbastanza simili a quelli conservati nella basilica di San Vittore a Varese, si accostano anche ai disegni preparatori realizzati dal Morazzone, che si trovano agli Uffizi di Firenze.

Una visita merita anche il Santuario della Madonna di San Bernardino, posto sul colle alle spalle del nucleo antico del paese e sul cui piazzale antistante vi era moderna "Via Crucis".

Il santuario dedicato alla Madonna di San Bernardino sorge sui resti di una piccola cap-pella citata in alcuni documenti della prima metà del XVI secolo.

L’edificio si trova esattamente a metà strada tra la chiesa di San Pietro in Silvis e quella di San Salvatore (oggi distrutta).

Nel 1700 la devozione alla Madonna di San Bernardino diventò così importante da far decidere agli Indunesi di allargare la chiesa e abbellirla con pregevoli decorazioni : fu così che l’ antica piccola cappella divenne una chiesa molto ampia, a pianta centrale, molto equilibrata nelle proporzioni.

Sulla parete di fondo dell’ altare maggiore si può notare l’ immagine della Madonna di San Bernardino: si tratta di un affresco del 1500, racchiuso in una possente cornice di marmo. Purtroppo vari restauri, di cui l’ultimo risalente al 1954 , hanno trasformato il dipinto cancellandone le sembianze originali.

Anche gli altri dipinti presenti nella chiesa hanno subito pesanti interventi non sempre opportuni.

All’esterno, nello spazio antistante la chiesa, circondato da 14 edicole con la Via Crucis, ogni anno si svolge la festa del Santuario, durante la quale gli Indunesi portano le offerte che poi vengono vendute durante il cosidetto "incanto dei canestri". Questa festa ha origini antichissime quando la popolazione Indunese era esclusivamente contadina e aveva l'usanza di invocare la intercessione della Madonna di San Bernardino per ottenere un buon raccolto e allontanare le calamità naturali.

Un’altra Chiesa dedicata a Santa Caterina, è posta al culmine di una pittoresca scalinata poco distante dal "centro storico" del paese.

La Chiesa di San Pietro, detta "in silvis" risalente al XI secolo, sorge in collina nell’omonimo rione, lungo la prima strada di collegamento fra i borghi della Valceresio. Isolata dai primi nuclei abitati con a fianco forse la prima area cimiteriale, della quale sono state trovate tracce, fu muta testimone delle vicissitudini degli indunesi, che per secoli qui vennero a pregare, a esternare la loro gioia nei momenti felici, a chiedere aiuto in quelli difficili ed a comporre pietosamente i morti. E’ uno dei più antichi edifici di culto della Valceresio.

La chiesa,che risale al XII secolo,è stata costruita su un edifico precedente in una zona lontana dal paese, accanto all’antica strada che portava a Varese.

San Pietro in silvis ha svolto la funzione di parrocchiale fino al 1574. L’edificio attuale conserva molte caratteristiche dello stile romanico arricchito tuttavia da alcune aggiunte posteriori ; si notano i resti di un grande affresco che rappresenta la Vergine con Gesù e San Rocco.

All’interno, i recenti restauri hanno recuperato molti affreschi eseguiti in diverse epoche ( i più antichi risalgono al 1200 ).

Uno dei dipinti più belli è quello che si trova nell’abside e raffigura la Crocifissione.



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