Cellina, grafia moderna dell'antico nome di Celina, è una frazione del comune di Leggiuno, di cui costituisce la proiezione del centro storico sul Verbano.
Il territorio è dominato da due colline: Motta Cipollina e monte di Ballarate. La prima la divide ad occidente dal lago Maggiore, mentre l'altra la separa dall'abitato di Ballarate. Sul culmine di quest'ultima si trovano le rovine di una torre di guardia di un castello longobardo. Al suo interno vi si trova la chiesa dedicata a San Rocco, patrono del paese, oggi sconsacrata e la Chiesa dedicata a Santa Maria Stella Maris, edificata negli anni '50 del secolo scorso.
Celina, località della pieve di Leggiuno citata negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano, era tra le comunità che contribuivano alla manutenzione della strada di Rho (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVIII secolo Celina risultava ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 26).
Nel 1751 il comune risultava infeudato al conte Renato Borromeo e pagava di censo ogni anno 17 lire e 17 soldi. Il giudice feudale, all’epoca Antonio Bosso di S. Andrea, risiedeva in Laveno e percepiva un salario annuo di 9 lire e 4 soldi: al suo ufficio si portavano gli atti penali e civili.
Il console era nominato ogni mese: era suo compito convocare i “capi di casa” col suono della campana davanti al cancelliere. L’assemblea assumeva le decisioni con la maggioranza dei 2/3. In occasione delle assemblee, se necessario, si nominava un procuratore che si occupasse di particolari affari. Il cancelliere, retribuito con 8 lire annue, risiedeva a Celina e a lui erano affidate le poche scritture, in quanto non esisteva archivio. La comunità non aveva procuratori né agenti a Milano. Le anime collettabili e non collettabili erano in tutto 125 (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3035, vol. D XVI, Como, pieve di Leggiuno, fasc. 3).
Nel compartimento territoriale del 1757 Celina risultava compreso nella pieve di Leggiuno (editto 10 giugno 1757). Il comune entrò nel 1786 a far parte della provincia di Gallarate, poi di Varese, con le altre località della pieve di Leggiuno, a seguito del compartimento territoriale della Lombardia austriaca, che divise il territorio lombardo in otto province (editto 26 settembre 1786 c). Inserita nella provincia di Milano sin dalla fine del 1787, la pieve di Leggiuno, unita a una porzione della pieve di Brebbia, faceva parte nel 1791 del distretto XXXVII, con sede della cancelleria del censo a Gavirate (Compartimento Lombardia, 1791).
A seguito della legge 26 marzo 1798 di organizzazione del dipartimento del Verbano (legge 6 germinale anno VI b) il comune di Celina venne inserito nel distretto di Cuvio. Soppresso il dipartimento del Verbano (legge 15 fruttidoro anno VI c), con la successiva legge 26 settembre 1798 di ripartizione territoriale dei dipartimenti d’Olona, Alto Po, Serio e Mincio (legge 5 vendemmiale anno VII), Celina entrò a far parte del distretto di Laveno del dipartimento dell’Olona. Nel compartimento territoriale del 1801 il comune fu collocato nel distretto II di Varese del dipartimento del Lario (legge 23 fiorile anno IX). Nel 1805, un ulteriore compartimento territoriale inserì Celina nel cantone IV di Gavirate del distretto II, Varese, del dipartimento del Lario. Il comune, di III classe, aveva 194 abitanti (decreto 8 giugno 1805 a).
A seguito dell’aggregazione dei comuni del dipartimento del Lario (decreto 4 novembre 1809 b), in accordo con il piano previsto già nel 1807 e parzialmente rivisto nel biennio successivo (Progetto di concentrazione 1807, Lario), Celina figurava, con 188 abitanti, comune aggregato al comune denominativo di Leggiuno, nel cantone II di Gavirate del distretto II di Varese; con il successivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario, Celina compariva tra gli aggregati di Leggiuno, sempre nel cantone II di Gavirate del distretto II di Varese (decreto 30 luglio 1812).
Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Celina fu inserito nel distretto XVI di Gavirate.
Celina, comune con convocato, fu confermato nel distretto XVI di Gavirate in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844).
Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Celina, comune con convocato generale e con una popolazione di 284 abitanti, fu inserito nel distretto XIX di Gavirate.
In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Celina con 309 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento VII di Gavirate, circondario I di Varese, provincia di Como. Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 324 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia (Circoscrizione amministrativa 1867).
Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Varese della provincia di Como. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Nel 1927 il comune venne aggregato alla provincia di Varese. Nel 1927 il comune di Celina venne aggregato al nuovo comune di Leggiuno – Sangiano (R.D. 1° dicembre 1927, n. 2344).
La parrocchia di Maria Stella Maris, con provvedimento arcivescovile in data 1 aprile 1948, Cellina, in considerazione della distanza che la separava dalla chiesa parrocchiale di Leggiuno, era stata eretta in cura d’anime indipendente ed unita aeque principaliter alla parrocchia di San Carlo e di San Pietro martire di Arolo. Nel 1957 venne revocato il provvedimento del 1948. La parrocchia di Maria Stella Maris fu eretta con decreto 9 dicembre 1957 dell’arcivescovo Giovanni Battista Montini, con territorio smembrato dalla parrocchia prepositurale di Santo Stefano di Leggiuno (decreto 9 dicembre 1957) (RDMi 1957). La nuova parrocchia rimase inserita nella pieve e vicariato foraneo di Leggiuno, nella regione II della diocesi, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Besozzo, nella zona pastorale II di Varese. Con decreto 4 luglio 1986 del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, fu stabilita l’unione della parrocchia Maria Stella Maris in Cellina alla parrocchia di Santo Stefano di Leggiuno.
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