mercoledì 22 aprile 2015

PERSONE DI LUINO : VITTORIO SERENI

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Seréni Vittorio è un poeta (Luino 1913 - Milano 1983).

Trascorse la giovinezza a Luino, sua città natale, per poi trasferirsi - all'età di dodici anni - a Brescia, dove il padre dovette stabilirsi a causa della sua professione come funzionario di dogana. Per quanto breve, il periodo infantile trascorso a Luino è quello che ha lasciato la traccia maggiore nella sensibilità del poeta, ed i luoghi limitrofi al Lago Maggiore sono fra quelli da cui Vittorio trarrà la sua ispirazione poetica più alta.

Visse dal 1932 a Milano, laureandosi in Estetica con Banfi (1936); dopo aver insegnato nei licei (1937-1940), collaborò a "Corrente". Chiamato alle armi nel 1939, viene congedato nel settembre 1940 e richiamato nel 1941; fatto prigioniero nel 1943 in Sicilia, viene trasportato in Nord Africa (Algeria e Marocco), ove rimane prigioniero sino al luglio 1945. Riprende l'insegnamento (1948-52) a Milano; viene poi assunto in Pirelli, all'Ufficio stampa e propaganda, ove rimane sino al 1958, quando passa alla direzione editoriale della casa editrice Mondadori. La sua poesia prende le mosse dall'ermetismo, distinguendosi fin dall'esordio (Frontiera, 1941; ed. accr. Poesie, 1942; ed. defin. Frontiera, 1966) per un dettato sobrio e disincantato.

A Milano Sereni stringe amicizia con alcuni compagni di studio che hanno i suoi stessi interessi letterari. Tra i primi Luciano Anceschi e in seguito Giancarlo Vigorelli, Leonardo Sinisgalli, Alfonso Gatto e lo stesso Quasimodo. Gatto e Vigorelli presentarono il promettente poeta a Carlo Betocchi che, nel 1937, gli pubblica due poesie sulla rivista " Frontespizio". È questo il primo importante traguardo. Negli anni milanesi Sereni aveva conosciuto altri "compagni di viaggio" ed era nata l'abitudine di incontrarsi quotidianamente lavorando liberi da ogni competizione in amichevole e affettuoso contatto

Sereni  è ricordato come il capostipite della corrente che si rifà alla Linea Lombarda (che prende il nome dall'antologia di poesie che Luciano Anceschi pubblicò nel 1952 a Varese presso l'editore Magenta) ha sempre considerato Brescia come la sua seconda patria: entro i tranquilli confini di questa città presero vita i suoi primi interessi letterari, sorti in seguito alla lettura di un grande poeta del Novecento: Ungaretti.

Nel 1937, Sereni era entrato, con Dino Del Bo, Ernesto Treccani, Alberto Lattuada, a far parte della redazione di Corrente dopo aver collaborato alla rivista Letteratura e a Campo di Marte. Il 15 settembre Sereni lascia la redazione della rivista "Corrente", sostituito da Giansiro Ferrata, pur continuando a mantenere contatti amichevoli con i redattori.

La rivista interrompe la pubblicazione il 10 maggio 1940, per trasformarsi in casa editrice, e pubblicherà, nel 1941, la prima edizione di Frontiera e nell'anno seguente la ristampa che porta il titolo di Poesie e che comprende anche altri testi.

Era intanto scoppiata la seconda guerra mondiale e la notizia del conflitto sorprende Sereni a Modena dove insegna italiano e latino in un liceo. Viene richiamato alle armi con il grado di ufficiale di fanteria e nell'autunno del 1941 è assegnato ad un reparto destinato all'Africa settentrionale: come egli stesso racconta, non arriverà mai a destinazione. Il 24 luglio del 1943 viene fatto prigioniero a Paceco, vicino Trapani, e trascorre due anni di prigionia in Algeria e nell'allora Marocco francese, facendo ritorno a casa soltanto a guerra terminata.

Nel 1947 pubblica Diario di Algeria. Nel 1952, proprio quando la società italiana sta avviandosi, con problemi e contraddizioni, verso una economia capitalistica e industriale, Sereni lascia l'insegnamento e sceglie di lavorare presso l'ufficio stampa dell'azienda milanese Pirelli dove rimarrà fino al 1958. Nel 1954 viene pubblicata l'opera Una polvere d'anni a Milano, nel 1955 Non sanno d'esser morti e nel 1957 Frammenti di una sconfitta - Diario bolognese. Nel 1958 diventa direttore letterario presso la casa editrice Mondadori (presso la quale rimarrà fino al 1975) e dal 1962 al 1964 è direttore editoriale della rivista "Questo e altro". Nel 1962 erano intanto stati dati alle stampe Gli immediati dintorni e, nel 1965, Gli strumenti umani; nel 1969 è il primo direttore della collana "I Meridiani" di Mondadori; nel 1972 vince il premio dell'Accademia dei Lincei.

Inizia a viaggiare: Barcellona, Praga, Paesi Bassi e Stati Uniti. Nel 1973 si reca in Egitto, nel 1974 in Messico, nel 1978 in Provenza dove incontra René Char.

Nel 1981 esce dall'editore Einaudi il quaderno di traduzioni Il musicante di Saint-Merry e altri versi tradotti dall'"Orphée Noir", da Pound, Char, Williams, Frénaud, Apollinaire, Camus, Bandini e Corneille.

Questo lavoro di traduttore di poesia gli farà ricevere, nel 1982, il Premio Bagutta. Nel medesimo anno Garzanti gli pubblica Stella variabile che gli farà vincere il Premio Viareggio per la poesia. Il 10 febbraio del 1983 muore improvvisamente in conseguenza di un aneurisma.

Sono usciti postumi nell'ottobre 1983, per desiderio del poeta, Gli immediati dintorni - primi e secondi, Il Saggiatore e nel 1986 Tutte le poesie, Mondadori, a cura della figlia Maria Teresa. Nel novembre dello stesso anno Dante Isella raccoglie con il titolo Senza l'onore delle armi, Scheiwiller, Milano, i testi: La cattura, L'anno quarantatré, L'anno quarantacinque, Ventisei, Le sabbie dell'Algeria.

Sereni, al quale nel 1956 era stato assegnato il premio internazionale "Libera Stampa" per alcune poesie di cui facevano parte i Frammenti di una sconfitta, è stato anche redattore-collaboratore della "Rassegna d'Italia" e critico letterario di "Milano-sera".

Numerosi saggi, scritti vari, poesie, sono state pubblicate in "Paragone", "aut aut", "Nuova Corrente", "Tempo Presente", "Il Menabò", "Nuovi argomenti", "Questo e altro" e in numerose altre riviste e giornali. La figlia Maria Teresa ne ha avviato la raccolta in volume.

Quando nel 1941 venne pubblicata l'opera Frontiera, la poesia di Vittorio Sereni fu subito paragonata sia a quella del modernismo minore, sotto l'influenza di Ungaretti e Quasimodo, sia alla poesia dell'ermetismo fiorentino, anche se ad un più attento esame la tonalità discorsiva-elegiaca faceva intravedere, fin da allora, sentimenti, oggetti e situazioni diversamente concreti.

La prigionia e la guerra avrebbero in seguito mutato il suo modo di vedere il mondo che stava diventando ai suoi occhi sempre più indecifrabile (Diario di Algeria) e la voce parlante che egli utilizza, insieme agli elementi lessicali arcaizzanti, serve spesso a distanziare la realtà mentre il ritmo che egli usa, fatto di modulazioni da una strofa all'altra, simboleggia la condizione del prigioniero che è molto simile a quella dello stato umano.

Uno dei libri più impegnativi fra quanti sono stati scritti nel trentennio successivo alla seconda guerra mondiale è certamente gli Strumenti umani.

È questa una raccolta di versi dove si descrivono scene di vita cittadina, di ritorno ai luoghi amati della prima giovinezza, di forti amori e affetti contrastanti.

Pur essendo lontana dalla forma politica, la poesia di Sereni è viva interprete di alcuni decenni della vita della borghesia italiana nel momento del trapasso alle forme dell'ultimo capitalismo.

Gli Strumenti umani, che è la terza raccolta di Sereni ed è pubblicata nel 1965, scandisce il difficile e tormentato dopoguerra del poeta, reduce dai campi di prigionia dell’Algeria e del Marocco. Questo nuovo percorso poetico è articolato in tre diversi momenti che riflettono l’evoluzione del modo con cui Sereni si rapporta alla realtà storica di quegli anni.

Il primo momento (1945-1950) è quello del ritorno ed è animato dalla volontà di chiudere definitivamente con il passato, cancellando i segni della guerra, della corruzione e della violenza; tuttavia a questa speranza di purificazione subentra presto la paura di una nuova sconfitta, come si può riscontrare nella lirica Saba.

Da questo cupo sentimento nasce il secondo momento (1950-1960), in cui Sereni comprende che il presente non è cambiato per niente rispetto a quel passato che voleva eliminare. Scaturisce da qui lo sconforto per non aver partecipato alla Resistenza, per aver sempre vissuto in una continua incertezza e la paura di finire ancora imprigionato a causa del capitalismo, come è evidente nella lirica Una visita in fabbrica.

Da questo momento, inizia il terzo momento (1960-1965): è ora il tempo dell’impegno civile e della chiarezza intellettuale: ciò si manifesta attraverso il tema dell’importanza della testimonianza e della fedeltà alla memoria, come emerge chiaramente dalla lirica Dall’Olanda: Amsterdam.

Un percorso di lettura dell'opera Strumenti umani attraverso i tre momenti in cui si suddivide la raccolta, con riferimento ad alcune poesie e ad alcuni eventi storici:

PRIMO MOMENTO: (1945-1950) Momento del ritorno dalla guerra e voglia di cancellare le brutture del passato. Tuttavia si fa strada il presagio di una nuova sconfitta.
Saba: nell’imprecazione dolorosa di Umberto Saba, Sereni mostra il suo presagio di una nuova sconfitta.
Un ritorno: Sereni torna nei luoghi felici dell’infanzia, ma non è felice perché sente un vuoto dentro di sé.
Via Scarlatti: la via è la metafora della sua vita, col suo passato luminoso, il suo presente e il suo futuro incerto.
STORIA:
La guerra fredda: sono i primi anni del dopoguerra e il clima internazionale preannuncia la guerra fredda.
Le elezioni italiane del 18 aprile 1948: sono queste le elezioni che provocano l’imprecazione dolorosa di Saba.
SECONDO MOMENTO: (1950-1960) Momento in cui, svelata la sconfitta presagita, si alterna da una parte il rimorso per non aver partecipato alla guerra e per aver sempre vissuto ai margini della vita, dall’altra la protesta che nasce dalla paura di un nuovo imprigionamento.
Una visita in fabbrica: con questa lirica, Sereni protesta di dover subire un nuovo tradimento, di finire ingabbiato sotto le grinfie del neocapitalismo.
In questo tempo d’incertezza, Sereni trova consolazione nell’amicizia o nella contemplazione dell’immutabilità dei vecchi strumenti di lavoro.
Anni dopo: in questo tempo di incertezza e precarietà, Sereni si consola trovando conforto nell’amore e nell’amicizia.
Ancora sulla strada di Zenna: altro motivo di consolazione Sereni lo trova nella contemplazione dei vecchi ed immutati strumenti di lavoro.
STORIA:
Il boom economico italiano: fra la fine degli anni cinquanta e gli inizi degli anni sessanta abbiamo in Italia la nascita del neocapitalismo.
TERZO MOMENTO: (1960-1965) Momento dell’impegno civile e della chiarezza intellettuale: ciò si manifesta attraverso il tema dell’importanza della testimonianza e della fedeltà alla memoria.
Dall’Olanda: Amsterdam: con questa lirica, Sereni manifesta di voler affidare alla propria poesia il compito di essere testimone del proprio tempo.
Questa chiarezza intellettuale è ben visibile anche nel tema dei morti: i morti sono coloro che possono svelare il senso ultimo dell’esistenza e quindi incoraggiare il poeta a farsi avanti per riempire quel vuoto che si è formato.
La spiaggia: Questo testo conclude la raccolta Gli strumenti umani. Oltre a definire e riassumere i temi fondamentali del libro, ne racchiude la poetica sottolineando il suo allontanamento sia dall'Ermetismo che dalla tradizione simbolista. Il desiderio di ritrovare nella natura delle corrispondenze è ormai abbandonato, preferendo ricostruire semplicemente il paesaggio marino attraverso i suoi elementi caratteristici che lo accompagnano in un proprio itinerario intellettuale. L'apparente semplicità della tematica nasconde in sé un impegno storico e politico molto forte. L'occasione della poesia è l'annuncio, dato da qualcuno al telefono, che gli amici sono già partiti dal luogo di vacanza e non faranno più ritorno. Questo banale evento quotidiano viene elevato dal poeta ad una situazione analoga alla morte; in particolare il termine "morti" nasconde il riferimento a tutti coloro che perdendo la pretesa della propria individualità sono "condannati storici al mutismo" (Franco Fortini). Contrariamente il poeta si dimostra convinto di poter scorgere in lontananza un futuro riscatto; un giorno, anche coloro che si trovano ancora in una zona di oscurità, storica ed individuale, troveranno il coraggio di rivelare il proprio valore.
Il muro: in questa lirica Sereni narra l’incontro con il padre morto, il quale lo rasserena e lo invita a vivere il presente e a essere se stesso.
STORIA:
La contestazione del sistema: in questo periodo abbiamo negli Stati Uniti i primi segni di protesta e d’impegno civile da parte dei giovani.
Il Sessantotto in Italia: la contestazione del sistema in Italia nei confronti del neocapitalismo.
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