Del pittore lombardo Michelino da Besozzo si conoscono poche notizie e poche opere. Nativo di Besozzo in provincia di Varese, se ne hanno notizie tra il 1388 e il 1445. Svolse una intensa attività di artista soprattutto tra Milano e Pavia. Intorno al 1410 fu a Venezia, dove forse conobbe Gentile da Fabriano. Fu pittore e miniatore, e si formò probabilmente alla scuola di Giovannino de’ Grassi, il primo autentico rappresentante del gotico internazionale in Lombardia. Fu pittore molto celebrato al suo tempo, al punto da essere ricordato nel 1404, negli Annali della Fabbrica del Duomo di Milano, «summus in arte pictoria et disegnamenti».
Nel 1388 lavorò nel secondo chiostro della chiesa di San Pietro in Ciel d'oro a Pavia, dove rappresentò ed affrescò le Scene della vita di sant'Agostino. Tra il 1395 e il 1405 Michelino miniò il Libro d'Ore, oggi conservato alla Biblioteca di Avignone; dello stesso momento è anche il disegno della Natività (Milano, Biblioteca Ambrosiana). Del 1390-1400 sono i quattro santi miniati su quattro distinte pergamene (Parigi, Louvre, Cabinet des Dessins), appartenenti ad uno smembrato Libro d'Ore.
Prima opera datata dell'artista è la miniatura con l'Elogio funebre di Gian Galeazzo Visconti (1403: Parigi, Bibliothèque nationale de France, Ms lat. 5888). Dal 1404 al 1418 circa, l'artista lavorò nel Veneto; mentre dal 1410, contemporaneamente a Gentile da Fabriano, è citato a Venezia.
Nel 1414 lavorò insieme a miniatori veneti al codice Cornaro, con le Epistole di san Gerolamo (Londra, British Library, Egerton 3266). La tavola col Sposalizio mistico di santa Caterina, firmata Michelinus feci (Siena, Pinacoteca Nazionale), è da datare al 1420 circa. L'altra tavola firmata dell'autore è lo Sposalizio della Vergine al Metropolitan Museum di New York (1435 circa). Più complessa è la datazione dell'Offiziolo Bodmer, forse il suo capolavoro.
Nel 1418 l'artista tornò a Milano a lavorare per il cantiere del Duomo: nel 1421 fu pagato, insieme al figlio Leonardo, per i dipinti dell'altare intitolato ai santi Quirico e Giuditta; mentre tra 1423 e il 1425 fu nuovamente pagato per la fornitura di disegni della vetrata di santa Giuditta, di cui restano oggi alcune figure all'interno di un'altra delle vetrate del duomo milanese . Intorno al 1430 è da datare l'affresco raffigurante la Madonna col Bambino e santi, dell'abbazia di Viboldone. Al 1435 risale la Madonna del roseto del Museo di Castelvecchio di Verona, di attribuzione contesa con Stefano da Verona.
All'ultima attività del maestro è da riferire l'affresco con il Corteo dei Magi, realizzato per la chiesa di Santa Maria di Podone (Milano, Curia Arcivescovile); e, documentati al 1445-1446, i frammenti del Palazzo Borromeo (Rocca di Angera).
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