L’edificio sacro più interessante di Varese è sicuramente la Basilica di San Vittore. Il monumento è dedicato al santo patrono di Varese. L’antica Chiesa venne demolita per lasciare posto ad un monumento più grande nelle dimensioni e in grado, quindi, di accogliere un numero sempre crescente di fedeli. Ad occuparsi del progetto di ampliamento fu Pellegrino Pellegrini che realizzò un edificio a tre navate con tiburio a pianta ottagonale. Il tiburio termina con una lanterna con cupola ed è opera di Giuseppe Bernasconi. Il presbiterio ricoperto da volta a botte è stato realizzato sicuramente su influssi bramanteschi. Molto interessante è la volta affrescata che sovrasta l’aula. Molto interessante è la facciata della Basilica di San Vittore, opera di Leopoldo Pollack nel 1791; la facciata è bipartita orizzontalmente, ed è rivestita in marmo bianco. Un portale centrale a sesto acuto funge da ingresso. Un campanile, progettato anch’esso dal Bernasconi, è presente sul lato destro del monumento.
La basilica fu edificata tra XVI e XVII secolo su struttura trecentesca: il presbiterio fu eretto nel 1542 e il corpo della chiesa su progetto del più influente architetto lombardo dell'età della Controriforma, Pellegrino Pellegrini, nel 1580.
La struttura più antica che si conserva del complesso è il Battistero di S. Giovanni. Fu edificato tra il XIII e il XIV secolo, secondo i più recenti studi, su un precedente battistero esagonale di epoca antica (VIII-IX secolo). La facciata, a capanna, presenta ai lati due lesene con semicapitelli a decorazione vegetale; una cornice ad archetti pensili la completa in alto, proseguendo lungo i fianchi. L'accesso avviene dall'unico portale centrale, leggermente strombato, contornato da due monofore e al centro da un oculo; al colmo della facciata una nicchia accoglie la statua di San Giovanni Battista. La primitiva vasca battesimale a immersione è del VII-VIII secolo. L'attuale fonte ottagonale, costituito da un unico blocco di pietra, risulta scolpito da un maestro campionese tra il XIII e il XIV secolo. Le otto facce presentano rilievi raffiguranti il Battesimo di Cristo e gli Apostoli. Nel presbiterio si possono ammirare numerosi affreschi eterogenei per stile, qualità e cronologia, frutto di un'accumulazione progressiva, databili a partire dal 1320 circa fino all'inizio del Quattrocento. Tra i più antichi è la Madonna del latte a sinistra risalente al 1320 circa. La Crocifissione dell'arcone trionfale è stata messa in relazione dalla critica con il giottismo bolognese. Il campanile barocco fu eretto in una ampio lasso di tempo, tra il 1585 e il 1774.
A conclusione del complesso fu eretta alla fine del Settecento la facciata in stile neoclassico ad opera del principale allievo del Piermarini, Leopoldo Pollack (1751-1806). Essa è caratterizzata da una forte orizzontalità, data dalla imponente trabeazione recante la dedica al santo. è retta da semicolonne corinzie, che incorniciano il portale a tutto sesto decorato da due angeli di Ludovico Pogliaghi. Elegante è il tiburio ottagonale, di epoca barocca, sormontato da un lanternino di Giuseppe Bernascone, considerato il più grande architetto varesino seicentesco, che seguì tutti i lavori di ampliamento della basilica.
Per quanto riguarda l'interno della chiesa è interessante invece notare come stili profondamente diversi tra loro si fondano armoniosamente: il presbiterio è la parte più antica, risalente al cinquecento, di matrice "bramantesca". è occupato dall'altare, splendido esempio di barocchetto lombardo, con le statue marmoree degli angeli, degli angioletti e del Risorto al centro. Sempre di epoca settecentesca è tutta la vivace e animata decorazione ad affresco. Il tempio custodisce pregevoli della scuola pittorica barocca lombarda: in particolare i dipinti di Carlo Francesco Nuvolone (1609-1662), di Francesco Cairo (1607-1665) e Giovanni Battista Crespi detto "Il Cerano" (1573-1632). Di lui è conservata nella cappella di San Gregorio, la prima sulla destra, la celebre "Messa di San Gregorio" del 1615, considerato uno dei capolavori della scuola lombarda dell'epoca del Cardinale Federigo Borromeo. Da evidenziare i 15 tondi dei Misteri del Rosario del Morazzone (1573-1626) e la Battaglia di Lepanto del genovese Bernardo Castelli (1557-1629). Notevole è pure il gruppo scultoreo dipinto della Madonna Addolorata e l'artistico organo tardobarocco.
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