Dell'antica chiesa plebana della pieve di Leggiuno, già menzionata in documenti del IX secolo, non rimane che il campanile comunque trasformato e rialzato; la costruzione della chiesa attuale risale al XVII secolo ed è stata terminata nel XIX secolo.
Configurazione strutturale: Torre quadrata con cella campanaria terminante con cuspide poligonale. Il campanile è addossato al lato settentrionale della chiesa.
Epoca di costruzione: XI secolo
Il campanile presenta aspetto massiccio ed è completamente intonacato. Al di sotto della cella campanaria e della pesante ricopertura, conserva il suo aspetto romanico scandito da tre specchiature, l'ultima occupata dall'orologio, e dalla successione di aperture: feritoie e strette monofore. Sul lato orientale nell'ultima specchiatura, occupata negli altri lati dai quadranti dell'orologio, è visibile una bifora con colonnina su capitello a stampella in tufo.
Il patrono era santo Stefano a cui è ancora oggi dedicata la chiesa prepositurale di Leggiuno.
La prima attestazione dell'esistenza della pieve di Leggiuno risale alla fine del XIII secolo quando essa ci viene riportata nelle cronache di Goffredo da Bussero, anche se si ha ragione di credere che il collegio canonicale fosse stato costituito molto prima attorno al XI-XII secolo, dato che nel XIV già comprendeva dieci membri. Seppur molto piccola, la pieve assicurava il controllo milanese sull'intera costa del Verbano, escludendovi la comasca pieve di Valcuvia.
Col Rinascimento la pieve assunse anche una funzione amministrativa civile come ripartizione locale della Provincia del Ducato di Milano. La stabilità dell'area della pieve di Leggiuno non aveva apportato nei secoli sostanziali cambiamenti alla ricchezza della pieve ed al suo clero che, ancora all'epoca di San Carlo Borromeo, era rimasto invariato a 10 membri, di cui nove canonici e il prevosto, oltre ad una cappellania prepositurale. Il 19 gennaio 1610, entro i confini della pieve, venne reretta a parrocchia la chiesa di Arolo il che segnò inesorabilmente l'inizio della decadenza del sistema plebano dell'area, peggiorato dal fatto che alla pieve a Leggiuno si affiancò un vicariato come previsto dal Concilio di Trento.
Dal punto di vista civile, la pieve amministrativa fu oggetto di un esperimento riformatore di stampo illuminista da parte dell'Imperatore Giuseppe II, che nel 1786 la incluse nella neocostituita Provincia di Varese, ripartizione cancellata però dopo soli cinque anni dal fratello Leopoldo II, imperatore ben più conservatore. La pieve fu poi soppressa nel 1797 in seguito all'invasione di Napoleone e alla conseguente introduzione di nuovi e più moderni distretti.
La pieve religiosa sopravvisse invece a fatica nei secoli successivi, surclassata sempre più da altre istituzioni religiose che prendevano sempre più piede e dal predominio di Varese, sino a venire soppressa con i decreti del sinodo Colombo nel 1972. Oggi il suo territorio ricade sotto il decanato di Besozzo e comprende 8 parrocchie sotto il prevosto Luigi Milani, su un'area di 15 km² e una popolazione di 3.940 abitanti nel 1972.
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