Arolo è la più meridionale delle frazioni costiere del comune di Leggiuno, situata sulle rive del Lago Maggiore. La frazione è situata in un'armonico e tranquillo borgo rivierasco, circondato da ridenti colline. Da visitare il piccolo e grazioso centro storico, e la chiesa intitolata ai Santi Carlo e Pietro Martire, con all'interno un importante organo antico. È presente anche una spiaggia attrezzata e riqualificata che vede la presenza di numerosi turisti nella stagione estiva. Molta praticata in questa frazione è anche la pesca sul lago. Degna di nota la scalinata in sassi.
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII e del XVIII secolo Arolo risultava ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 26).
La giunta del censimento nel settembre del 1730 dispose l’unione di Arolo e Cellina, ma nel compartimento territoriale del 1757 i due comuni risultavano ancora separati.
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 il comune risultava infeudato per tre quarti al conte Renato Borromeo Arese e per un quarto al conte Giulio Visconti e pagava circa 21 lire di censo ogni anno, per 3 bienni al conte Borromeo e per 1 biennio al Visconti.
Il giudice feudale risiedeva a Laveno ed era nel biennio interessato Antonio Bossi di S. Andrea, col salario di 9 lire e 4 soldi. Nel detto ufficio si esaminavano gli atti criminali e civili e si amministrava la giustizia. Arolo non aveva comuni aggregati e non chiedeva di essere aggregato ad altro comune.
I consigli generali e particolari o per la vigilanza sulla giustizia dei riparti si facevano mediante convocazione dei “capi di casa” da parte del console del mese al tocco della campana, davanti al cancelliere e ad uno degli estimati. Le deliberazioni si adottavano coi tre quarti dei voti dei “capi di casa”. Se necessario si costituiva un procuratore speciale.
Il cancelliere risiedeva a Cellina ed era pagato 8 lire all’anno; lo stesso cancelliere curava le poche scritture esistenti, non essendovi archivio né stanza pubblica per la conservazione delle scritture.
Il comune non aveva procuratori né agenti a Milano. Le anime collettabili e non collettabili erano 110 (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3035, vol. D XVI, Como, pieve di Leggiuno, fasc. 1).
Nel compartimento territoriale del 1757 Arolo risultava compreso nella pieve di Leggiuno (editto 10 giugno 1757). Il comune di Arolo entrò nel 1786 a far parte della provincia di Gallarate, poi di Varese, con le altre località della pieve di Leggiuno, a seguito del compartimento territoriale della Lombardia austriaca, che divise il territorio lombardo in otto province (editto 26 settembre 1786 c). Inserita nella provincia di Milano sin dalla fine del 1787, la pieve di Leggiuno faceva parte nel 1791 del distretto XXXVII, con sede della cancelleria del censo a Gavirate (Compartimento Lombardia, 1791).
A seguito della legge 26 marzo 1798 sull’organizzazione amministrativa del territorio (legge 6 germinale anno VI b), il comune di Arolo venne inserito nel distretto di Cuvio del dipartimento del Verbano.
Soppresso il dipartimento del Verbano (legge 15 fruttidoro anno VI c), con la successiva legge 26 settembre 1798 di ripartizione territoriale dei dipartimenti d’Olona, Alto Po, Serio e Mincio (legge 5 vendemmiale anno VII), Arolo entrò a far parte del distretto XV di Laveno del dipartimento dell’Olona.
Il comune, in forza della legge 13 maggio 1801 di ripartizione territoriale della repubblica Cisalpina (legge 23 fiorile anno IX), venne poi incluso nel dipartimento del Lario, distretto II, di Varese.
Con l’attivazione del compartimento territoriale del regno d’Italia (decreto 8 giugno 1805) Arolo fu compreso nel distretto II di Varese, cantone IV di Gavirate, del dipartimento del Lario; comune di III classe, contava 194 abitanti.
A seguito dell’aggregazione dei comuni del dipartimento del Lario (decreto 4 novembre 1809), in accordo con il piano previsto già nel 1807 e parzialmente rivisto nel biennio successivo (Progetto di concentrazione 1807, Lario), Arolo figurava, con 180 abitanti, comune aggregato al comune denominativo di Leggiuno, nel cantone II di Gavirate del distretto II di Varese; con il successivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario, Arolo compariva tra gli aggregati di Leggiuno, sempre nel cantone II di Gavirate del distretto II di Varese (decreto 30 luglio 1812).
Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Arolo fu inserito nel distretto XVI di Gavirate.
Arolo, comune con convocato, fu confermato nel distretto XVI di Gavirate in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844).
Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Arolo, comune con convocato generale e con una popolazione di 260 abitanti, fu inserito nel distretto XIX di Gavirate.
In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Arolo con 285 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento VII di Gavirate, circondario II di Varese, provincia di Como. Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 298 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia (Circoscrizione amministrativa 1867).
Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Varese della provincia di Como. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Nel 1927 il comune venne aggregato alla provincia di Varese. Nel 1927 il comune di Arolo venne aggregato al nuovo comune di Leggiuno – Sangiano (R.D. 1° dicembre 1927, n. 2344).
La chiesa dei Ss.Pietro e Carlo fu eretta il 19 gennaio 1606 (Scritture Pieve di Leggiuno, 1463-1636, q. 4). Tra XVII e XVIII secolo, la parrocchia dei Santi Pietro martire e Carlo di Arolo è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Leggiuno.
Nel 1748, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia di San Pietro martire e San Carlo era costituito dal parroco, da altri due sacerdoti residenti e da un chierico; per il popolo, che assommava a 154 anime complessive, di cui 81 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana; nella parrocchiale era costituita la confraternita del Santissimo Sacramento, eretta canonicamente nel 1679, unita alla società della Beata Maria Vergine del Santissimo Rosario, istituita a sua volta il 30 settembre 1620 con approvazione della curia arcivescovile.
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia dei Santi Pietro e Carlo di Arolo possedeva fondi per 295.2 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 164 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Arolo assommava a lire 255.15.4; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario.
Nel 1896, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Leggiuno, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 807.83; il clero era costituito dal parroco. I parrocchiani erano 450, compresi gli abitanti delle frazioni Casa al Muro, Bighione, Cavallo; nel territorio parrocchiale esisteva l’oratorio di San Pietro martire; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, che risultava fondata nel 1832. La parrocchia era di nomina arcivescovile.
Nel XIX e XX secolo, la parrocchia dei Santi Carlo e Pietro martire è sempre stata inserita nella pieve e vicariato foraneo di Leggiuno, nella regione II, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Besozzo, nella zona pastorale II di Varese.
La società della Beata Maria Vergine del Santissimo Rosario, istituita il 30 settembre 1620 con approvazione della curia arcivescovile, fu censita nel 1748, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nella pieve di Leggiuno, quando era unita alla società del Santissimo Sacramento.
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