giovedì 9 aprile 2015

IL GARDA E LO SPORT : IL SURF

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Spinti dall’Ora (da 5 a 12 m/s) o dal Peler (fino a 15 m/s), il windsurf nell’Alto Garda è adatto sia ai principianti, sia agli esperti. Riva del Garda, ma soprattutto Torbole sul Garda sono tra le località più famose per "scendere il vento" anche grazie alla qualità dei servizi offerti: scuole e noleggi di altissimo livello consentono di divertirsi in tutta sicurezza. Questi luoghi ospitano da anni grandi eventi internazionali che attirano surfisti da ogni parte d’Europa.
Il surf è uno sport acquatico che consiste nel "cavalcare" le onde utilizzando una tavola da surf (o surfboard). La tecnica consiste nel planare lungo la parete dell'onda, restando in piedi sulla tavola. È possibile eseguire una serie di manovre a seconda della velocità e della forma della parete.

Le tavole hanno misure che variano non solo in base all'altezza e al peso dell'atleta, ma anche in base allo stile ed alla dimensione dell'onda. Per surfare le onde più grandi si usa una tavola gun, molto lunga e appuntita a prua e anche a poppa, dato che a volte l'onda è talmente alta e ripida, che l'unico contatto che si ha con la parete dell'onda stessa rimane solo la punta posteriore e la monopinna del gun.

La maggioranza delle tavole da surf moderne sono realizzate a partire da schiuma speciale di poliuretano resistente ai raggi UVA (con uno o più listelli longitudinali di legno, o stringers), fibra di vetro (fiberglass) e resina di poliestere. Le più moderne tecnologie consentono la creazione di tavole in resina epossidica. Questo materiale rende le tavole più forti e leggere rispetto a quelle tradizionali in resina poliestere e fibra di vetro (quest'ultima è unicamente una matrice di supporto che viene impregnata di resina).

Lo stile di surfing più classico e fluido è detto longboard, che si pratica con tavole molto lunghe e con la prua arrotondata, secondo uno stile che si perde nelle origini stesse di questo sport. È molto diffuso nel mondo e ha delle competizioni dedicate.

Il surf è inserito nel programma dei giochi mondiali, manifestazione che racchiude sport non inclusi tra i giochi olimpici. Nella pratica agonistica, come in tutti gli sport, è vietato l'utilizzo di sostanze dopanti.

La prima fonte storica è contenuta nel diario di bordo del capitano James Cook (scopritore delle Hawaii durante il suo terzo viaggio nel Pacifico): descrive le imprese dei polinesiani, che a cavallo delle onde a bordo di surf di legno rudimentali venivano descritte come persone che provavano un'immensa gioia nel farsi trasportare dalle onde. Le prime rudimentali tavole erano solitamente costruite legando assieme tre tronchi cavi piegati verso l'alto sulla prua. L'esploratore James Edward scriveva nel 1835 trovandosi nella Guinea che "potevamo osservare dei ragazzi che nuotavano nel mare, con delle tavole leggere al di sotto della pancia. Aspettavano un'onda e poi si lasciavano trascinare a riva ergendosi su di essa come fosse una nuvola. Si diceva tuttavia che degli squali di tanto in tanto sbalzassero da dietro gli scogli e li inghiottissero". Bandito nell'epoca delle colonizzazioni dei missionari calvinisti, a causa delle nudità esposte dai polinesiani dell'epoca, il surf venne ripreso con interesse tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. Un basilare contributo alla diffusione del surf dalle Hawaii verso il resto del mondo venne dall'hawaiano Duke Kahanamoku il quale, futuro campione di nuoto scoperto da un talent-scout, vincitore della medaglia d'oro alle Olimpiadi di Stoccolma e a quelle di Anversa del 1920, nel corso dei suoi viaggi agonistici portò il surf sulle coste statunitensi ed australiane. La massima diffusione del surf da onda si è avuta negli anni sessanta e settanta, quando le onde venivano surfate su tavole piuttosto grosse (longboard). Una svolta significativa è stata data dall'invenzione dello shortboard (tavoletta), di misura più piccola e con tre pinne (thruster). Dalla metà degli anni ottanta ai giorni attuali la tecnica si è evoluta particolarmente in fatto di velocità e alla ricerca di manovree aeree (aerials). Uno dei personaggi più celebri del surf da onda a livello mondiale è stato Greg Noll, "Da bull", che divenne famoso a cavallo tra gli anni '50 e '60.

Il surfista che ha vinto più titoli e competizioni in assoluto è Kelly Slater, che nel 2011 ha firmato per l'undicesima volta la vittoria del campionato mondiale professionisti all'età di 39 anni.

Il principale strumento con il quale si affrontano le onde sono le tavole originariamente in legno, utilizzato fino all'introduzione di materiali che uniscono robustezza e leggerezza come le schiume di poliuretano unite alla fibra di vetro e resina epossidica, usate e sviluppate alla fine degli anni Cinquanta da Hobie Alter. Le tavole si dividono in due grandi categorie, le longboards e le shortboards. Le stesse possono avere varianti in base ai gusti e le esigenze del surfista, come la forma della poppa, il numero di pinne posteriori e il tipo di onda che si vuole affrontare. Le longboards sono tavole lunghe e spesse, con dimensioni che vanno dagli 8 piedi ai 12 piedi, mentre le shortboards sono tavole corte fra i 6 e i 7 piedi, veloci e maneggevoli, adatte alle onde potenti (ma non quelle giganti), e hanno una prua molto appuntita. Ci sono anche tavole ibride, adatte a chi muove i primi passi nel mondo del surf, che rappresentano un buon compromesso tra le longboard e le shortboard (malibù e mini malibù), e hanno lunghezze tra i 7 e gli 8 piedi.

L'abbigliamento utilizzato nella pratica del surf varia in base a fattori come temperatura dell'acqua, stagione nella quale si affronta il mare, latitudine alla quale ci si trova e in base al tipo di fondale che caratterizza lo spot. Nelle acque fredde si utilizza una muta, che varia in spessore e in forma a seconda della stagione e dalla temperatura dell'acqua, mentre in acque calde vengono utilizzati dei pantaloncini corti con la gamba che arriva fino al ginocchio, oltre ad una leggera maglia a maniche corte in tessuto sintetico.

La muta da surf deve possedere caratteristiche molto diverse rispetto alle mute subacquee tradizionali. Deve avere proprietà fortemente elastiche, in modo da permettere un agile movimento di gambe e braccia, impedire un eccessivo ricambio d'acqua frequente ed avere cuciture resistenti e ben protette, in modo da impedire abrasioni alla pelle dovute al continuo sfregamento durante la nuotata. Le mute possono essere trovate sia con chiusura posteriore che con chiusura anteriore.In particolari condizioni di basse temperature, di solito si utilizza anche una leggera maglia in tessuto sintetico da indossare sotto la muta.

I pantaloncini della tenuta estiva sono invece realizzati con un particolare tipo di materiale che non aderisce alla pelle anche quando bagnato. In questo modo si ha il duplice effetto di permettere il movimento libero delle gambe e di proteggere la parte interna del ginocchio, che altrimenti si graffierebbe per il continuo sfregare sulla tavola dovuto alla posizione seduta che si assume quando si attende l'onda. La maglia sintetica, inoltre, impedisce di graffiarsi il petto quando si nuota con il ventre sulla tavola, oltre a costituire un metodo di identificazione per i giudici di un contest, che così riconoscono l'atleta in acqua dal colore della maglia.

Altra parte importante dell'abbigliamento sono i calzari, che si utilizzano solo in condizioni particolari, come temperatura dell'acqua molto bassa o fondale ricco di ricci di mare. Anche i calzari da surf sono molto diversi dalla loro controparte utilizzata in ambito subacqueo. Sono leggeri e molto flessibili, con uno strato di gomma sulla suola che permette di far aderire il piede alla tavola, e inoltre hanno un incavo che separa l'alluce dalle altre dita del piede, permettendo una maggiore sensibilità nelle manovre.

La pratica del surf viene regolamentata in base a comportamenti ben precisi, sia che si tratti di free surfing non agonistico, sia che ci si accinga a disputare una gara. Il mancato rispetto delle regole in una gara porta ad una decurtazione di punti dal computo totale della valutazione, oltre che possibili sanzioni disciplinari che consistono in una squalifica o nel pagamento di una multa, mentre nel free surfing queste mancanze hanno portato in alcuni casi a liti o incidenti anche con infortuni.

Il surfista che si trova nella posizione più vicina al punto in cui l'onda frange, ha la precedenza su tutti gli altri che si trovano nella direzione in cui si sviluppa l'onda. Ciò significa anche che una volta che l'atleta è in piedi sulla tavola, ha diritto a surfarla per tutta la sua durata senza che gli altri surfers presenti in acqua debbano ostacolarlo. È la regola che viene infranta più spesso, soprattutto da chi muove i primi passi nel surf, in quanto non abituato a guardarsi intorno prima di intraprendere un'onda, ed è anche la più pericolosa, se non rispettata, in quanto c'è pericolo di collisione nel punto in cui il movimento dell'atleta è più rischioso, perché si sta alzando sulla tavola.
Gli atleti che risalgono verso la formazione non devono in alcun modo ostacolare i surfisti impegnati in un'onda, è quindi opportuno aggirare il punto in cui l'onda frange per non arrecare pericolo per se stessi e per gli altri. In questo caso è importante fare buon uso delle 2 tecniche duck-dive e tutle-roll, in modo da risalire nel punto in cui non c'è più la parete dell'onda utile per surfare.



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