giovedì 2 aprile 2015

IL LAGO VALVESTINO

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Una suggestiva e tortuosa strada che richiede attenzione, ma che ripaga ampiamente l'impegno con scorci panoramici dove la bellezza della natura è assolutamente coinvolgente, sale da Gargnano, sul Lago di Garda, in Valvestino. 28 km di autentiche sorprese che separano le affollate sponde del lago di Garda da questa silenziosa valle riconosciuta dall'Unione Europea come "Sito di interesse comunitario ". Un itinerario che propone panorami inaspettati unitamente ad una vegetazione che passa gradatamente da oleandri e olivi, tipicamente mediterranei, ai boschi di rovere e orniello fino ai faggi, agli aceri ed ai pini silvestri per raggiungere poi gli alti pascoli. Insenature verdi e rocce incombenti si rincorrono e si specchiano nel lago artificiale di Valvestino formato dalla grande diga costruita nel 1962. Un fiordo che si incunea nelle montagne dove le acque e la vegetazione diventano un tutt'uno.Interamente compresa nel Parco dell'Alto Garda bresciano e di notevole importanza ambientale anche per la presenza di flora endemica oggetto di studi già dal 1700, la Valvestino è anche ricca di storia. Abitata sin dalla preistoria, luogo di transito per i romani, e parte del ducato longobardo, essa fu, dall'XI secolo, feudo dei conti di Lodrone prima e sotto il dominio del principato vescovile di Trento poi. Da sempre terra di confine, dopo la dominazione asburgica, divenne italiana nel 1915. Percorsi e sentieri ben segnalati di interesse paesaggistico, naturalistico ma anche storico e militare ne illustrano le caratteristiche.
Il comune di Valvestino è composto dalle frazioni di Turano -Armo -Moerna -Persone e Bollone.
Quello di Magasa da Magasa e Cadria.

Il lago di Valvestino è un lago artificiale situato in provincia di Brescia, Lombardia. È stato formato dalla costruzione della diga di Ponte Cola sul torrente Toscolano nel 1962 per la produzione di energia idroelettrica. È compreso quasi interamente nel comune di Gargnano, con una piccola parte pertinente al comune di Valvestino. È alimentato da torrente Droanello e dalla galleria artificiale che raccoglie le acque del torrente San Michele nel comune di Tremosine sul Garda.

Il Monte Palotto (1.369 m) e il Monte Fassane (1.188 m) limitano il lago a nord mentre a sud ci sono il Monte Pracalvis (1.164 m), il Monte Alberelli (1.166 m) e il Monte Albereletti (844 m). Il lago è situato parte nel cuore della riserva naturale Gardesana Occidentale e parte nel Parco regionale dell'Alto Garda Bresciano, il paesaggio è incontaminato, una fitta foresta fornisce l'habitat per la fauna selvatica composta da cervi, caprioli e mufloni.

Nella Valle di Vesta, raggiungibile solo a piedi o in barca, vi è la presenza di alcune grotte e fino agli anni '50 del secolo scorso il legname copioso ivi presente era sfruttato dai carbonai della Val Vestino per la produzione del carbone vegetale.

I lavori per la costruzione della diga di Ponte Cola iniziarono nel 1959, la diga fu inaugurata il 26 giugno 1962 dopo tre anni di cantiere e l'invaso completato nell'inverno del 1963. L'opera fu progettata e realizzata dalla Società Elettrica Selt Valdarno; può contenere 52 milioni di metri cubi di acqua e ha una lunghezza al coronamento di 283 m. Il lago è isolato e poco sviluppato per i turisti ed è raggiungibile da Gargnano o da Idro.

Il lago alimenta la centrale elettrica di San Giacomo nel comune di Gargnano. La potenza della centrale di pompaggio è di 137 megawatt, la produzione media annua è di 80 GWh che corrisponde al consumo medio di energia di circa 30.000 abitazioni.

La diga di Ponte Cola, nel corso della prima guerra del Golfo del 1990-1991, ritenuta un obiettivo sensibile ad atti terroristici, fu particolarmente vigilata anche con l'installazione di sensori elettronici anti intrusione.

Il bacino artificiale vede affluire circa 2 metri cubi di acqua al secondo da rigagnoli e torrenti. Altra acqua viene pompata dal lago (operazione un tempo più massiccia nelle ore notturne e nei fine settimana) che permetteva di raddoppiare l’apporto di acqua in ingresso nel bacino. Quando, però, il pompaggio rallenta o è sospeso quasi completamente, il livello del lago artificiale si abbassa ed ai turisti che percorrono la Strada Provinciale 9 dal Garda verso la Valvestino si presenta uno spettacolo interessante, costituito proprio dai muri dell’edificio della dogana di Lignago che riemergono a non molta distanza dalla Valle del Droanello, con un piccolo sussulto a regalare una pagina di storia attraverso uno spettacolo suggestivo che rimarca l’importanza di un luogo assai periferico, dove però un tempo operava una barriera contro il contrabbando tra Italia e Austria. Sorpresa non unica.

I ruderi che  affiorano dell’acqua, in località Lignago, rappresentano una curiosa testimonianza dei tempi passati, che ricorda i trascorsi di una valle che è sempre stata terra di confine, a lungo appartenente al regno austro-ungarico (la Valvestino venne annessa all’Italia, e compresa nella Provincia di Trento, nel 1916; il passaggio al territorio bresciano risale invece al 1934).

Dalle acque del bacino artificiale riemerge del tutto la vecchia dogana.  Fenomeno curioso, che racconta la storia della valle altogardesana.

Sommerso dalle acque del lago artificiale da decenni, lo scheletro in muratura dell’edificio in cui si controllava l’entrata e l’uscita delle merci al confine con l’Austria-Ungheria. Capitava, di tanto in tanto, che dalla superficie dell’acqua, quando i livelli calavano, spuntassero le parti superiori della struttura.



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