giovedì 2 aprile 2015

LA RIVIERA DI SALO'

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La Riviera di Salò, ufficialmente nata come «Comunità della Riviera bresciana del lago di Garda», fu una confederazione di 34 comuni della riviera bresciana del lago di Garda e di parte della Valle Sabbia. Durante la dominazione veneziana il senato veneto elargì alla Patria il titolo di Magnifica e di Figlia primogenita della Serenissima, tanto da essere ricordata ancora oggi come la Magnifica Patria della Riviera di Salò. I suoi abitanti furono indicati come "Quelli di Salò". Venne sciolta nel maggio 1797.

Il 4 novembre del 1334 le 34 comunità della riviera e di parte della val Sabbia fondarono la comunità della Riperiae lacus Gardae Brixiensis con capoluogo Maderno. Essa era una sorta di federazione con a capo un podestà. Non volendosi alleare né con Brescia, né con Verona, decidono di dedicarsi a Venezia che manderà un provveditore.

Nel 1350 la riviera cadrà nelle mani dei Visconti, visto l'impossibilità per Venezia di proteggere un così lontano territorio. Nel 1362 Salò è cinta d'assedio da parte delle truppe scaligere e la resistenza dei cittadini, unita alla grande accoglienza per Beatrice Visconti, faranno sì che il capoluogo della riviera passi da Maderno a Salò. Con la salita al potere di Gian Galeazzo Visconti Maderno tornerà ad essere la capitale per un breve periodo per poi perdere nuovamente, durante la stesura degli statuti, il titolo. Alla morte del duca i rappresentanti di Salò e della Riviera occuparono il quinto posto nella processione funebre, ben più avanti di città quali Brescia o Verona.

Nel 1428 Salò e la Riviera tornano ad essere dominio della Serenissima, per motu proprio della Comunità, che abbandona i Visconti poco prima dell'assedio di Brescia. Nei successivi anni la Riviera si schiera più volte a favore dei Visconti, mentre Brescia rimane fedele alla Dominante, pertanto Venezia porrà la Riviera nella giurisdizione di Brescia.

Solo nel 1443 la riviera otterrà di essere indipendente, almeno parzialmente, da Brescia e a poter nuovamente accogliere sul Garda il Capitano della Riviera e Provveditore di Salò mandato dal Senato veneziano.

Durante questi anni Venezia elargirà alla Patria il titolo di Magnifica e di Figlia primogenita della Serenissima, insieme ad innumerevoli autonomie, tale da renderla quasi uno stato a sé stante. Con la guerra della Lega di Cambrai la Magnifica Patria è conquistata da Francesi e Spagnoli, mal voluti dalla popolazione, tornando poi ad innalzare le bandiere di San Marco.

Dalla riviera, il 23 aprile 1570, parte una nave di armigeri per combattere contro il turco. Questi si fanno onore durante la battaglia di Lepanto.

Nel 1580 il futuro santo Carlo Borromeo arriva in visita pastorale a Salò, dirimendo questioni e fondando un Monte di Pietà spirituale per pagare degli insegnanti che educhino i giovinetti e i fanciulli poveri di Salò.

Con l'arrivo delle truppe di Napoleone a Salò il 17 agosto 1796, inizia la fine della Magnifica Patria. Il 25 marzo dei messaggeri da Brescia, insorta contro la dominante, porta l'annuncio della rivoluzione; i Salodiani in principio accolgono la notizia, poi, allontanatisi i bresciani, decidono per rimanere fedeli alla Serenissima: ha inizio la contro-rivoluzione, l'unica ufficialmente appoggiata da Venezia.

Le truppe Bresciane e Bergamasche che attaccano il golfo vengono respinte e arrestate, grazie all'intervento degli abitanti della valle Sabbia. Il 20 maggio la città di Salò è costretta ad arrendersi ai francesi, che gli toglieranno il titolo di capitale, il nome e l'indipendenza da Brescia. Nelle successive dominazioni non verrà più restaurata una provincia, dipartimento o cantone simile alla Riviera, ma sarà sempre smembrata.

La rivera era governata da un consiglio della comunità composta da 36 consiglieri che entrano in carica metà a gennaio e metà a luglio. Ogni quadra mandava 6 consiglieri. Tra questi venivano eletti trimestralmente 6 deputati, uno per quadra, incaricati di governare effettivamente la patria. Tutti i consiglieri non potevano essere imparentati direttamente (padri, figli o fratelli) o indirettamente (cognati, suoceri, nuori) con altri in carica e neppure con il sindico speciale. Al termine del loro mandato non possono essere rieletti per almeno un anno. Alla prima riunione di gennaio e di luglio sono presenti sia i consiglieri uscenti che quelli entranti, per un totale di 56 consiglieri. Il sindico speciale deve essere laureato e deve presenziare tutti i consigli di comunità per poter contrastare tutte le parti (leggi) presentate dai deputati, non può votare.

Dal punto di vista giuridico-amministrativo la Comunità benacense già con gli statuti del 1476 fra i primi testi ad avere l'onore della stampa - appare composta da trentaquattro comuni raggruppati in sei quadre - Gargnano, Montagna, Maderno, Salò, Valtenesi e Campagna - ai quali se ne aggregarono altri otto. Tali unità rimasero invariate per il Sei e Settecento e le stesse Anagrafi assegneranno alla Riviera 42 comuni con 56 parrocchie". Il rappresentante di Venezia risiedette sempre a Salò, malgrado le reiterate istanze di Maderno (sino al 1377 capoluogo della comunità) che vi fosse almeno alternanza fra i due centri quale residenza del rettore veneto. Il quale si intitolava appunto provveditore di Salò e capitano della Riviera, amministrava la giustizia criminale (quella civile era di spettanza di un patrizio bresciano, con il titolo di podestà), aveva potere di convocare il consiglio generale della comunità, in cui però non aveva diritto di voto; nella sua cancelleria criminale il coadiutore originario era nominato dalla comunità, di cui era fiduciario. Il consiglio generale della comunità (presieduto dal sindaco, affiancato da sei deputati con compiti esecutivi e di controllo) si radunava dunque a Salò, che a pieno titolo può considerarsi la capitale di questa provincia autonoma di Terraferma. Capitale talora contestata, come risulta dalle unità inventariate in questa sottoserie, nella quale sono stati inclusi i pezzi relativi non solo ai rapporti del comune di Salò con la comunità di Riviera, ma altresi quelli concernenti rapporti con quadre e comuni della stessa, a meno che la materia di tali rapporti non fosse materia specifica di altre serie, come ad es. "Estimi" o "Gravezze e dazi".



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