lunedì 6 aprile 2015

LA VILLA ROMANA DI DESENZANO DEL GARDA



La Villa romana di Desenzano del Garda, si trova nel centro storico del comune bresciano di Desenzano del Garda.
L’edificio, costruito alla fine del I secolo a.C., ha conosciuto più fasi edilizie: ciò che è oggi visibile però risale alla prima metà del IV secolo d.C..

La Villa Romana di Desenzano, venuta alla luce nel 1921, è la più importante testimonianza nell'Italia settentrionale delle grandi villa e tardo antiche. La villa si affacciava sul lago con moli, attracchi e forse peschiere per l'allevamento ittico. Gli oltre 240 mq di mosaici policromi di pregevole fattura rappresentano scene con amorini vendemmianti o su bighe in corsa, menadi e satiri, animali selvatici, allegorie. E' possibile che il proprietario fosse Flavius Magnus Decentius, fratello dell'imperatore Magnenzio, da cui l'attuale nome della città.

La Villa fu scoperta nel 1921, quando durante le operazioni di sterro per le fondamenta di una casa, vennero alla luce dei mosaici policromi. Fu dunque deciso di sospendere i lavori e si ottenne l’autorizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione che tutta l’area venisse espropriata e si iniziò con lo scavo
Gli scavi hanno rilevato l’esistenza di 3 settori :
il settore A
il settore B
il settore C
Inoltre, successivamente, è stato costruito un quarto spazio: l'Antiquarium, il museo della Villa, che ospita i materiali rinvenuti nel corso degli scavi.

Il settore A è organizzato lungo la direzione assiale est-ovest. A est, affacciato sul lago, si trova un vestibolo ottagonale pavimentato con mosaici geometrici, che era adibito a luogo di intrattenimento per gli ospiti della Villa. Il confinante peristilio era limitato da portici con più di venti colonne distribuite lungo il perimetro, di cui però ne sono sopravvissute solo un paio. Dal peristilio si entra al sontuoso triclinio a tre absidi, che presenta il pavimento meglio conservato. Le raffigurazioni consistono in scene di caccia inscritte in spazi ottagonali, scene di vendemmia e raccolta frutti in spazi quadrati e infine croci che raffigurano rami fioriti partenti da crateri. Dalla sala triabsidata si poteva accedere a un giardino chiuso da un ninfeo, ossia una fontana che era arricchita da sette nicchie che servivano per la raccolta dell’acqua. Questa parte della villa venne restaurata tra il 1928 e il 1930 quando le strutture e i mosaici avevano ormai subito un importante deterioramento.

Nel settore A vi sono solo stanze riservate allo svago: un giardino interno rinfrescato da una fontana e da acque correnti e una grande sala, abbellita con mosaici e pareti dipinte, da cui si usciva in un cortile che aveva ai lati un portico per la passeggiata. Dal portico si entrava in un piccolo complesso termale, una sauna privata, oppure, attraverso un ambiente a forma di ottagono, si giungeva alla spiaggia.
Il settore A è disposto secondo la direzione assiale est-ovest- A est v'è un vestibolo ottagonale, da cui allora si accedeva alla spiaggia e, probabilmente, al porticciolo; dal vestibolo si entra nel peristilio, un cortile interno che era circondato su tutti i lati da portici e ornato di statue; dal peristilio si accede all'atrio a forcipe e, quindi, al triclinium, che era una stanza di rappresentanza triabsidata. Il tricliniumera ricoperto da un tetto a cupola oppure a volta di botte. I locali e il peristilio erano pavimentati con mosaici che, con varietà di schemi geometrici e motivi vegetali, creavano effetti cromatici. Di questa ricca pavimentazione si vedono ancora dei tratti superstiti. Nell'atrio v'erano quattro rettangoli con mosaici rappresentanti scene di pesca.
Vi si vedono ancora, su barche e su scogli, amorini con canne e secchielli che pescano in un mare ricco di pesci. Si notano una triglia, dei cefali e un polipo. Ci aspetteremmo di vedere qualche motivo lacustre, uno scorcio del Garda, ma nell'epoca del tardo impero prevalevano tendenze artistiche che rifuggivano dal realismo: si preferivano il geometrismo, il simbolismo, il rinvio della quotidianità al mito o a forme e schemi accademicamente prefissati.
Nel triclinio absidato il mosaico centrale ha un ritmo geometrico assai elaborato in cui ottagoni si alternano a quadrati e a croci greche. Le figure geometriche sono collegate e cinte da due fasce attorte che s'inseguono. Negli ottagoni vi sono belve in caccia, per esempio, una pantera insegue un'antilope; nei quadrati si vedono putti vendemmianti o in corsa su bighe, e danze di satiri e menadi. Nelle croci figurano alte coppe da cui escono rami di alloro densi di foglie che si prolungano nei tre bracci della croce. Forse nell'abside centrale del triclinio s'apriva una finestra da cui si poteva godere il viridarium, il giardino chiuso sul fondo da un ninfeo, cioè da una fontana arricchita con nicchie. L'acqua scorreva in una canaletta che attraversava il giardino e contornava l'abside. Voltando le spalle al triclinio, con il viso rivolto al ninfeo, sulla nostra sinistra, si nota un gruppo di tre vani di soggiorno:un vano absidato centrale da cui si accede a due vani poligonali. Ritornando nel viridarium, notiamo, sul lato opposto, e quindi a nord, una serie di muretti: è ciò che rimane degli abitacoli usati come vani di servizio, tra cui è il pozzo. Al di là della serie dei piccoli vani adibiti ai servizi v'era l'entrata alla villa da cui partiva la strada che separava il settore A dal settore B.
A sud del peristilio si apriva una serie di cinque vani. Il primo, disgiunto dai precedenti, era probabilmente una saletta da soggiorno: era ornato di un pavimento musivo di cui restano solo due riquadri con amorini che intrecciano ghirlande e compongono festoni di frutta, allegorie della primavera e dell'estate, sicuramente completate, nei due riquadri mancanti, dalle allegorie dell'autunno e dell'inverno. Gli altri quattro vani costituivano un piccolo complesso termale: il primo era una stanza in cui ci si riposava prima e dopo il bagno (nella parte centrale vi sono frammenti di una figura maschile in un paesaggio bucolico); il secondo funzionava da atrio; il terzo probabilmente era un locale dove si godevano i vapori caldi come in una sauna; nel quarto v'era la vasca. Il sistema termico era costituito da hypocausta, cioè da cunicoli sotterranei dove scorreva l'aria calda per riscaldare le stanze soprastanti. Il riscaldamento dell'aria veniva attuato da un forno di cui è visibile il praefornium, la stanza dove uno schiavo sorvegliava e riforniva di combustibile il forno.
Per avere un'idea complessiva della villa, occorre considerare che le pareti erano dipinte a vivaci colori; su di esse figuravano vari motivi, di cui abbiamo alcuni esempi lungo il muro a ovest del peristilio (su fondo bianco si notano greche rosse e fiori stilizzati)  e nel primo vano del piccolo complesso termale  ove si vedono parti di pittura parietale su fondo nero.
La villa del settore A venne alla luce durante gli anni 1921-23 e fu restaurata solo nel 1928-30, quando i mosaici e le strutture avevano già subito un grave deterioramento. Nelle aree immediatamente a sud e a ovest del settore A, la costruzione di complessi condominiali, avvenuta all'inizio degli anni '60, recò un gravissimo danno alla zona archeologica. Un tentativo di dissennata speculazione edilizia fu fatto dieci anni dopo, nel 1970. Le ruspe danneggiarono il settore C prima che si potesse intervenire per sospendere i lavori: tratti di parenti dipinte e mosaici, frantumati e ridotti dalle ruspe a polverose macerie, furono gettati in lontane discariche.

Come il settore A, anche il settore B, si sviluppa lungo l’asse direzionali est-ovest. In questo settore si possono vedere l’abside di un grande vano con pavimento marmoreo, e altri vani con pavimento a mosaico. Alcuni mosaici hanno uno stile collegabile a quello del settore A, quindi risalenti all’inizio del IV secolo. In seguito, alla fine del IV secolo d.C. però, venne operata una ristrutturazione che ci ha lasciato dei mosaici più recenti. Probabilmente questi vani erano adibiti a riunioni e ad attività di svago.
Il settore B fu soggetto, in età romana, a varie trasformazioni, dall'età augustea sino alla fine del IV secolo d.C., se non addirittura all'inizio del V secolo d.C.
In questo settore si osservano vari locali il cui asse direzionale è disposto da est a ovest, come quello del settore A. Gli ambienti residenziali a nord hanno mosaici geometrici il cui stile è collegabile con quello dei mosaici del settore A. Risalgono quindi alla fine del III secolo o inizio del IV secolo dopo Cristo. Successivamente, alla fine del IV secolo, vi fu una ristrutturazione in questo settore, nella parte sud: si notano alcuni ambienti disposti attorno ad un abside che era al termine di una grande sala probabilmente rettangolare, di cui fino ad ora si conosce solo un piccolo tratto. L'abside era pavimentata con piastrelle romboidali che formano un disegno di cubi visti in prospettiva. Lo stesso motivo proseguiva con piastrelle policrome nella sala che doveva giungere sino alla spiaggia. Probabilmente si trattava di un'aula di non modeste proporzioni adibite a riunioni aventi lo scopo di svago, a luogo di tranquille conversazioni tra amici e quindi collegata con le funzioni termali che risultano abbastanza evidenti dal complesso sistema di riscaldamento. Alcuni fanno l'ipotesi che questa sala absidata sia stata costruita per il culto cristiano cui si dedicavano persone appartenenti a ricche famiglie. Si consideri, però, che a quell'epoca (ca. 390 d.C.) era vescovo di Brescia S.Gaudenzio dalle cui omelie si ricava che il cristianesimo s'era diffuso in città fra i gruppi più poveri della popolazione mentre la maggioranza, gente benestante e colta, continuava a dare la sua adesione alla religione pagana.

Il settore C è caratterizzato da pavimenti marmorei e da sistemi di riscaldamento a terra e nelle pareti, probabilmente aveva una funzione termale. Questa parte della Villa è stata quella più danneggiata dai lavori di sterramento operati negli anni settanta.

Il 19 dicembre 1971 venne inaugurato l’Antiquarium, una sala espositiva all’ingresso dell’area archeologica. Questa sala ospita: monete, pitture, statue e tutti gli oggetti provenienti dagli scavi della villa.

All'ingresso della villa è sistemato un piccolo museo che in tre sale espone materiali provenienti dagli scavi: fra questi vi sono resti di statue e di ritratti molto interessanti oltre a un frantoio per la spremitura di uva o di olive. Un pozzetto permette di vedere un ipocausto, cioè una camera calorifera sotterranea che faceva parte di una serie di ambienti con pilastrini di mattoni (suspensurae) su cui poggiava il pavimento. Questi ambienti sono riferibili all'epoca augustea.


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