Maccagno è un ex comune italiano della provincia di Varese in Lombardia, dal 4 febbraio 2014 frazione del comune di Maccagno con Pino e Veddasca (di cui è sede municipale).
Il paese vanta una storia del tutto particolare, che ne ha fatto per quasi un millennio un'entità giuridica di natura quasi statale.
Per comprendere la storia di Maccagno bisogna innanzitutto considerare l'elemento di divisione geografica del nucleo urbano, escluse quindi le frazioni esterne, rappresentato dal torrente Giona. Il primo insediamento abitativo si sviluppò sul lato meridionale del fiume, e fu questa Maccagno ad accogliere, nel 962, l'imperatore Ottone I, impegnato nelle guerre di dominio contro il Re d'Italia Berengario I. Se è forse da ascrivere a leggenda il fatto che i maccagnesi addirittura salvarono la vita all'augusto sovrano nel corso di una tormentata traversata del Verbano in cui la barca dell'imperatore sarebbe stata sorpresa da un temporale, è certo che il soggiorno di Ottone in paese fu tanto ben allietata dagli abitanti che alla località fu concesso un diploma che la definì "curtis imperialis", autonoma e sovrana e successivamente concessa ai conti Mandelli.
Nel Basso Medioevo la crescita edilizia del villaggio portò le prime case edificate a nord del Giona, che tuttavia segnava il limite del territorio privilegiato concesso da Ottone: fu così che si originò quell'originale divisione in cui Maccagno visse per quasi mille anni. A sud del Giona prosperò Maccagno Inferiore o Maccagno imperiale, comune libero imperiale che godette di totale autogoverno amministrativo rispetto alle varie autorità che si avvicendarono nei secoli, e che ingaggiò con i sovrani di Milano una mai risolta lotta nel rivendicare addirittura un autogoverno politico; a nord del Giona si evolse invece il Comune di Maccagno Superiore, un normalissimo municipio che seguì le vicende secolari della Pieve di Val Travaglia in cui era inserito.
Nel 1622 Giacomo III Mandelli - conte di Maccagno imperiale - ebbe dall'imperatore Ferdinando II la conferma del diritto di coniare monete nel suo feudo, già riconosciuto da Carlo V. Nel 1692 Carlo Borromeo, marchese di Angera, acquisì il feudo da Gian Battista Mandelli e mantiene la concessione imperiale del diritto di zecca fino alla soppressione dei feudi imperiali nel 1798 con il marchese Giberto Borromeo (1778-1837). Fu infatti l'arrivo di Napoleone a cancellare la peculiare condizione di Maccagno: seguendo i dettami politici e ideologici della Rivoluzione francese che vedevano nel feudalesimo un retaggio anacronistico del Medioevo, il generale corso fece anche di Maccagno Inferiore un normale comune della Repubblica Cisalpina, abolendone ogni privilegio ed autonomia.
La cancellazione del feudo imperiale non coincise però con quella delle autorità comunali, dato che gli austriaci al loro ritorno nel 1815 emanarono un decreto, anch'esso ispirato da motivi ideologici seppur contrapposti a quelli napoleonici, che riportò tutti i comuni della Lombardia alla loro giurisdizione esistente vent'anni prima. Le due Maccagno continuarono dunque la loro vita separata, e come tali sopravvissero anche dopo l'unità d'Italia. Fu il fascismo a chiudere definitivamente un anacronismo storico, riproponendo i decreti napoleonici che erano stati cancellati dagli austriaci: fu così che nel 1927 Maccagno Superiore annesse Maccagno Inferiore, come pure Campagnano, Garabiolo e Musignano, divenendo successivamente e semplicemente Maccagno.
Durante la Seconda guerra mondiale, nel periodo dell'occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, il maresciallo dei carabinieri Enrico Sibona, nato a Torino nel 1904 e in servizio a Maccagno dal 1939 al 1946, protesse dalla deportazione alcuni ebrei lì residenti, favorendo la loro fuga. Tradito da un delatore, Sibona fu internato in un campo di concentramento tedesco dal quale a stento sopravvisse. Per questo suo impegno di solidarietà, pagato a così caro prezzo, il 4 ottobre 1992, l'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito al maresciallo Sibona l'alta onorificenza dei giusti tra le nazioni.
Nel 1955 ha ceduto la frazione di Colmegna al comune di Luino.
Dal 4 febbraio 2014, a seguito di un referendum consultivo tra la popolazione, il comune di Maccagno è stato sciolto ed è confluito, insieme con quelli di Pino sulla sponda del Lago Maggiore e Veddasca nel comune di Maccagno con Pino e Veddasca.
Il borgo, sino a qualche decennio fa, era diviso in Inferiore e Superiore dal torrente Giona: i due paesini avevano vita amministrativa autonoma; ancora adesso la differenza fisica dell'impianto urbanistico è rilevante. Caratteristica la Contrada Maggiore, il nucleo antico del borgo, dalle strette viuzze gremite da case addossate, dominata da una Torre imperiale e dal piccolo santuario della Madonnina della Punta (sec. XVI), sorretto da poderose arcate, a balcone sulla scintillante distesa del lago: da qui si scorgono i Castelli di Cannero, posti su di un isolotto poco discosto dalla riva piemontese.
L'abitato di Maccagno superiore, più moderno, è sede del Municipio. Degna di nota la Casa Branca, con cortile a loggiati. Ma ciò che conquista di Maccagno è il panorama mozzafiato, che consente di spaziare su quasi tutto il Verbano: dalle vette del Canton Ticino, al golfo Borromeo. La spiaggia, creata dal Giona, è introvabile altrove, per la lunghezza e la profondità: è un luogo privilegiato, tra i molti splendidi centri turistici del Verbano. Per ammirare tali bellezze, ogni anno, migliaia di turisti arrivano a Maccagno; li ospitano diversi alberghi, due campeggi attrezzati e numerose case per vacanze.
A partire dal 1979 in un avveniristico edificio-ponte gettato sul Giona è stato realizzato il Civico Museo Parisi Valle, che ospita la collezione d’arte moderna donata dal suo ideatore: Giuseppe Vittorio Parisi. Fra le manifestazioni ricorrenti, il “risotto con luganega” che si può gustare ogni Carnevale. Recentemente il Comune dispone, anche per gli eventi e le manifestazioni cittadine, di un edificio polifunzionale, il Parco delle Feste.
Nel 1971 entra in funzione la Centrale elettrica di Roncovalgrande (centrale ENEL), situata lungo la statale 394, a nord dell'abitato di Maccagno, alimentata dalle acque del Lago Delio: è possibile visitarla su prenotazione.
Da Maccagno partono diversi sentieri che si snodano nelle valli circostanti: sono descritti in base alla lunghezza, al grado di difficoltà e all’abilità richiesta. Alcuni di essi sono percorribili in mountain bike. Le cartine dei sentieri sono reperibili presso l’ufficio turistico locale. Chi predilige gli sport acquatici deve sapere che il paese rappresenta uno dei migliori campi di regata dell'intero Lago Maggiore, la posizione ventilata rende inoltre lo specchio d'acqua antistante il borgo uno dei luoghi favoriti per gli amanti del windsurf e della vela. Per i pescatori è utile sapere che il comune ospita una società di pesca sportiva, denominata “La Madonnina”.
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