Sesto Calende è un comune italiano della provincia di Varese in Lombardia. Il nome si riferisce alla distanza da Somma Lombardo, infatti deriva dal latino (ad) sextum (lapidem), ossia “presso la sesta (pietra miliare)". La specifica Kalendarum si riferisce alle Calende, con riferimento al periodo in cui si teneva il mercato.
Il borgo è posto al capo meridionale del Lago Maggiore, dove il Ticino riprende il suo cammino verso il Po, quale emissario del Verbano.
Il 28 aprile 2011, con decreto presidenziale firmato da Giorgio Napolitano, a Sesto Calende è stato concesso il titolo di Città.
Il territorio del comune di Sesto Calende è situato nel cuore dell`anfiteatro morenico del Verbano, in terra lombarda ma sul confine con il Piemonte. Il capoluogo sorge nel punto in cui il Ticino esce dal Lago Maggiore per riprendere il suo cammino verso il Po. L'area si presenta circondata da colline ed immersa nel verde del Parco del Ticino e gli è stato dato il titolo di città dall'anno 2011.
Sesto Calende è una località di antica origine, già appartenente al Contado del Seprio come sede di sculdascio, e successivamente alla Pieve di Angera. Comprendeva la frazione di Cocquo.
In età napoleonica (1811) venne aggregato a Sesto Calende il limitrofo comune di Gola Secca, che recuperò l'autonomia nel 1816, in seguito alla costituzione del Regno Lombardo-Veneto.
Nel 1869 al comune di Sesto Calende venne aggregato il soppresso comune di Oriano sopra Ticino.
Sesto Calende appartenne fino al 1927 al circondario di Gallarate della provincia di Milano; in tale anno entrò nella neocostituita provincia di Varese. L'anno successivo fu aggregato a Sesto Calende il soppresso comune di Lisanza, e nel 1929 la località di Lentate, già frazione di Osmate-Lentate.
Fino all'avvento della ferrovia l'economia di Sesto Calende era basata sulla navigazione sul fiume Ticino. Le barche erano di proprietà dei mercanti di Sesto Calende che le affidavano a delle guide che erano chiamate paroni ed i più esperti, cioè quelli che conoscevano le insidiose rapide del fiume, provenivano esclusivamente dai comuni di Golasecca e Castelletto Ticino. Tra Sesto Calende e Tornavento vi erano infatti ben undici rapide, ognuna contraddistinta con un proprio nome dialettale; le guide tramandavano da padre in figlio l'arte di saper condurre le barche, a volte lunghe fino a venti metri, attraverso queste rapide. Era una corporazione molto forte tanto da imporre le loro tariffe ai vari mercanti che li ingaggiavano nei singoli viaggi per trasportare le loro merci sul fiume Ticino e sul Po, fino a Venezia. Erano titolari di una sorta di "patente" e nessun altro poteva entrare nella corporazione senza il loro permesso. I Paroni erano proprietari dell'attrezzatura e dei cavalli che servivano a rimorchiare le barche nella dura risalita del fiume.
Fino al 1882 Sesto Calende manteneva un ruolo di collegamento per il commercio dei grani fra il fiume e il lago; porto d'arrivo delle granaglie era la svizzera Magadino da dove poi le merci proseguivano su carri, attraversando i passi del Gottardo, Lucomagno e San Bernardino. Sulla riva del fiume vi erano una quindicina di magazzini per l'ammasso dei cereali e risiedeva il "commissario per la spunta dei grani" che prendeva in carico i prodotti in arrivo quotidianamente e rilasciava la licenza di esportazione per il mercato di Laveno. È infatti del 1786 il documento più antico esistente presso l'Archivio Municipale di Sesto Calende e che riguardava l'istituzione di un mercato dei grani, bestiame ed altro da tenersi il mercoledì, come avviene ancora oggi. Il mercato si svolgeva attorno al porto, alla confluenza tra la strada postale del Sempione e il vecchio traghetto di Castelletto Ticino.
La prima industria di Sesto, sorta agli inizi dell'Ottocento, è la fabbrica di cordami di canapa Maioni che aveva sede presso il vecchio convento e che ha poi ospitato l'ex complesso SIAI-Marchetti. Ma Sesto Calende entrerà nelle prime statistiche industriali grazie al diffondersi dell'industria vetraria sul lago Maggiore che deve le proprie origini alla raccolta dei sassi bianchi del fiume Ticino (cogoli), ricchi di quarzo e che da secoli venivano commerciati fino a Murano per produrre quei vetri tanto lucidi. Nel 1871 venne fondata a Sant'Anna la prima vetreria industriale sotto la proprietà di Angelo Bordoni, a cui poi si aggiungeranno i soci Antonio Mognoni, Vincenzo Bertoluzzi e Luigi Bonavia. In paese si diffondono così i Maestri Vetrai che si costituiranno poi in cooperativa e che nel 1906 fonderanno una seconda vetreria, la VOF, Vetreria Operaia Federale, la cui storia industriale continuerà fino al 1996 come AVIR. Anche l'indotto dell'industria vetraria di Sesto Calende dava lavoro a molti operai; come le ditta di Giovanni Brovelli e Antonio Bassetti che producevano imballaggi in paglia per damigiane e buste di paglia per bottiglie. L'industria meccanica era degnamente rappresentata dalle ditte Boidi e Astori, sviluppatesi durante il primo conflitto mondiale grazie alla produzione di proiettili. Al 1885 risale la prima fabbrica tessile cotoniera appartenente alla famiglia Bogni mentre dal 1862 fino al 1935 era presente in paese una filanda di seta. Ma la vera novità per Sesto e che caratterizzò il suo sviluppo socio-economico fino a giorni nostri, fu l'avvento dell'industria aeronautica: nel 1913 il sestese Luigi Capè, insieme a Domenico Santoni, costituiranno la "Savoia. Società Costruzioni Aeronautiche" che nel 1915 diventerà la Società Idrovolanti Alta Italia (SIAI) che grazie alle capacità imprenditoriali della famiglia Capè, alle commesse statali assicurate dal ministero dell'Aeronautica e dal genio progettuale dell'ing. Alessandro Marchetti, porteranno il nome di Sesto Calende ad essere famoso in tutto il mondo. Nel 1940 dava lavoro a ben 11.000 operai
I reperti della civiltà di Golasecca sono esposti nel Museo Civico Archeologico Naturalistico di Sesto Calende, cittadina situata poco a valle dell'emissione del Ticino dal Lago Maggiore, sviluppatasi lungo la riva sinistra del fiume.
Da visitare a Sesto Calende si segnalano l'Abbazia di S. Donato, unica struttura rimasta dell'antico monastero benedettino; l'Oratorio di S. Vincenzo (XI-XII sec.), il Sass de Preia Bunia (in località S. Vincenzo), complesso megalitico con presenza di "coppelle" (crogioli o incavature a carattere votivo).
Tra le manifestazioni, il Carnevale Sestese (sabato grasso), sfilata di carri allegorici, gruppi mascherati, esibizione di bande musicali e complessi folcloristici. Il Sextum Mercatum è una mostra mercato di antiquariato e collezionismo, e si svolge il terzo sabato di ogni mese.
La Chiesa prepositurale di San Bernardino fu costruita agli inizi del nostro XX secolo in luogo dell'antica chiesa di San Bernardino che era situata nell'attuale Piazza Garibaldi, abbattuta d’autorità dal comune di Sesto Calende. La chiesa attuale non è quindi la più antica, ma è la più vasta in ampiezza.
Inaugurato il 6 ottobre 1861, l'obelisco di Garibaldi era inizialmente posto nell'attuale Piazza Garibaldi dietro all'antica chiesa di San Bernardino, poi abbattuta. In seguito è stato trasportato a metà del lungo fiume in Viale Italia chiamato allea dai sestesi. Il monumento, costituito da granito rosa di Baveno, ha una base quadrata ed un piedistallo che, con quattro sfere di bronzo, originariamente proiettili raccolti dopo le battaglie del 1859, sostiene una piramide tronca alla cui sommità è posta una stella bronzea a sette punte Sulle facce dell'Obelisco si leggono 3 iscrizioni:
"Qui sbarcava Garibaldi co' suoi armati la notte 23 maggio 1859 per disperdere lo straniero."
"Queste zolle in Lombardia furono le prime che si bagnarono d'italo sangue nella guerra. 1859"
"Qui il prode capitano C. De Cristoforis sfidava i perigli di non eguale tenzone con gli austriaci il 25 maggio 1859"
Cesare da Sesto, pittore
Angelo Dell'Acqua, cardinale S.R.C.
Ruggero Maghini, musicista, compositore, direttore del coro RAI di torino
Secondo lo statuto comunale, il territorio comunale comprende, oltre al capoluogo, le località di Abbazia, Cocquo, Lentate Verbano, Lisanza, Loca, Mulini, Oneda, Oriano, Sant'Anna e San Giorgio.
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