Arcumeggia è una frazione del comune di Casalzuigno nota perché nel 1956 l'Ente Provinciale per il Turismo decise di trasformarla in un borgo dipinto. Dopo tale decisione, giunsero in paese artisti come Ferruccio Ferrazzi, Aldo Carpi, Sante Monachesi, Aligi Sassu, Ernesto Treccani, Achille Funi, Giuseppe Migneco, Gianni Dova, Gianfilippo Usellini, Innocente Salvini, Giovanni Brancaccio, Bruno Saetti, Enzo Morelli, Remo Brindisi, Fiorenzo Tomea, Eugenio Tomiolo, Francesco Menzio, Ilario Rossi, Giuseppe Montanari, Cristoforo De Amicis, Luigi Montanarini, Umberto Faini, Antonio Pedretti, Albino Reggiori e Massimo Antime Parietti.
Registrato agli atti del 1751 come un borgo di 168 abitanti, nel 1786 Arcumeggia entrò per un quinquennio a far parte dell'effimera Provincia di Varese, per poi cambiare continuamente i riferimenti amministrativi nel 1791, nel 1798 e nel 1799. Alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1805 risultava avere 195 abitanti. Nel 1809 il municipio fu soppresso su risultanza di un regio decreto di Napoleone che lo annesse a Vergobbio, per poi passare sotto Cuvio nel 1812. Il Comune di Schianno fu poi ripristinato con il ritorno degli austriaci. L'abitato crebbe poi discretamente, tanto che nel 1853 risultò essere popolato da 271 anime, salite a 303 nel 1871. Il processo si invertì però alla fine del XIX secolo a causa della mancata industrializzazione della montagna, tanto che nel 1921 si registrarono 245 residenti. Fu così che nel 1927 il fascismo decise la definitiva soppressione del comune, unendolo a Casalzuigno.
Arcumeggia è un piccolo paesino di montagna situato tra la Valcuvia e la Valtravaglia ed è conosciuto come il "Paese dei Pittori" in quanto sono presenti, lungo le pareti esterne delle case, numerosi affreschi. Alcuni degli autori che hanno realizzato tali opere, sono tra l'altro stati molto conosciuti e pertanto hanno reso ancor più famoso questo piccolo paese, che ora è spesso preso d'assalto da numerosi visitatori curiosi di visionarlo.
La decisione di rendere il borgo di Arcumeggia (che si trova vicino a Casalzuigno) così particolare venne prese nel lontano 1956, quando si pensò di far realizzare, da parte di pittori contemporanei, affreschi lungo i muri della maggior parte delle case presenti. L'intero paese rispose con enorme consenso all'iniziativa, e così la passione per gli affreschi fu tale da far diventare Arcumeggia un museo a cielo aperto e molto famoso nelle zona di Varese. Tutti gli affreschi furono realizzati tra la fine del 1950 e l'inizio del 1970, ma la tecnica, diversa a seconda del pittore che realizzava l'opera, rendeva la mostra molto variegata.
Sui muri delle case appaiono le immagini di esperienze comuni alla vita di ognuno, di santi popolari e di scene religiose conosciute. Inoltrandosi nel paese si incontra un ambiente rurale pressoché intatto, piccolo faro d’arte italiana che è anche una sintesi di tradizione (la tecnica dell’affresco) e di modernità (l’epoca della loro esecuzione). Interessanti sono anche i cortili e la “Via degli Allievi”, raccolta di opere di studenti delle Accademie d'Arte che partecipano ai “Corsi Estivi Internazionali di Affresco” organizzati ad Arcumeggia dall’Accademia di Brera in collaborazione con le più prestigiose Accademie d'Arte d’Europa.
Arcumeggia aderisce all’Associazione Italiana Paesi Dipinti, sorta per valorizzare questo patrimonio d’arte. La visita al borgo d’arte è suggestiva permettendo splendidi panorami sulla Valcuvia e sul Lago Maggiore. La vicinanza ai Monti: Nudo (1235 m) e della Colonna (1203 m) permette varie escursioni sia a piedi che in mountainbike.
L'armonia dei dipinti compone un racconto, una leggenda, la vita stessa scandita da antichi gesti ed antichi riti.
E' una tavolozza colorata nel verde della Valcuvia in cui vengono presentate scene di emigrazione, di vita agreste, di tradizioni, di sport, di natura e mitologia. Visitarlo nelle ore del tardo pomeriggio estivo, magari all'imbrunire, è particolarmente suggestivo, grazie all'intersecarsi degli stimoli visivi e sonori con la poesia del luogo prealpino.
Un itinerario si snoda entro gli antichi vicoli del paesino, situato nel cuore della montagna a quasi 800 metri d'altezza e camminando sull'antico ciottolato, ci si sente fuori dal tempo, in uno spazio affascinante.
Nel 1958 e nel 1959 vennero realizzati dipinti murali ad opera di Cristoforo De Amicis, Luigi Montanarini e Sante Monachesi. Questi realizzò un'opera che suscitò subito la reazione del parroco, che riteneva il soggetto sconveniente; l'artista stesso intervenne quindi a modificare il dipinto cambiando anche il titolo: da "W le donne di Arcumeggia" a "Trionfo di Gea".
Nel 1961 l'esperienza riprese attraverso l'organizzazione di un corso di affresco; il corso era indirizzato, come borsa di studio, agli allievi di Accademia italiane, la direzione del corso fu di Usellini e le lezioni furono tenute da Montanari e Morellato in alcuni cortili del paese utilizzando supporti mobili. Successivamente, nel 1964, si tenne un altro corso dello stesso genere.
Nel frattempo era stato iniziato un altro progetto che riguardava la realizzazione di una Via Crucis sul sagrato della chiesa all'inizio del paese, in uno spazio individuato da Ravasi.
In quegli anni furono realizzati anche altri affreschi sulle case del paese ad opera di Giuseppe Migneco, Gianni Dova e Aldo Carpi.
Si può ritenere questo il nucleo storico delle pitture di Arcumeggia, dove le opere realizzate fra il 1956 e il 1966 a cui si aggiunsero Innocente Salvini nel 1971 d Ernesto Treccani nel 1974, rappresentano il pensiero e le maggiori tendenze artistiche italiane della metà del '900 aventi la comune finalità il riproporre l'importanza dell'arte figurativa in contrapposizione alla pittura astratta ed informale.
L'operazione ebbe allora grande risonanza e popolarità accrescendo l'importanza dell'evento. Margherita Sarfatti scriveva " Arcumeggia in Valcuvia segna un passo innanzi. E' un villaggio pioniere e pilota. Rappresenta un piccolo e riuscito tentativo di riavvicinare l'arte alla vita, in non oziose e non leziose né artificiose vacuità…."
A questo fervore seguirono anni di progressivo rallentamento e stasi fino all'incarico dato a Morellato nel 1985 di eseguire i primi interventi per la conservazione delle opere; nello stesso periodo vennero realizzate delle tettoie per riparare alcuni dipinti. Sempre nel 1985 ripartì l'iniziativa del corso di affresco con studenti di provenienza internazionale.
Vi furono in seguito delle sporadiche iniziative come la realizzazione di un nuovo affresco di Aligi Sassu sulla casa parrocchiale e di 2 dipinti di Carlo Nino Trovato e di Gioxe De Micheli nel 1991, a cui seguirono nel 1994 Umberto Faini, nel 1996 Massimo Antime Parietti, nel 2001 Antonio Perdetti ed infine un'opera di Albino Reggiori nel 2007, eseguita da Piergiorgio Ceresa e Leo Tami.
Nel 1985 le opere presentavano la necessità di interventi conservativi e si poneva quindi il problema della tutela e della valorizzazione per quasi tutte quelle realizzate nei 3 decenni precedenti; questo portò verso la fine del 1993 alla sottoscrizione di una convenzione fra la Comunità Montana della Valcuvia, la Provincia di Varese e il Comune di Casalzuigno con la finalità della valorizzazione e tutela di tutto il complesso di Arcumeggia, compresi la Casa del Pittore e la Bottega del Pittore. Questa convenzione venne rinnovata nel 1997 e nel 2006 con la Provincia di Varese come ente capofila e con la collaborazione della Pro Arcumeggia. Nel 2000 venne eseguita la catalogazione SIRBEC. Con l'occasione dei 50 anni del paese dipinto vennero realizzate una serie di manifestazioni culturali che portarono anche alla attivazione nel 2007 di un nuovo corso di affresco a cui parteciparono gli studenti del Liceo Artistico di Varese. Per quanto riguarda la conservazione dei dipinti proprio nel 2006 vi fu l'incarico all'Opificio delle Pietre Dure di effettuare l'analisi dello stato di conservazione dei dipinti murali che venne realizzato nell'estate del 2007 con il coinvolgimento degli studenti
Nella Casa del Pittore, sede della "scuola d'affresco", si trovano numerose opere d'arte, bozzetti e ceramiche dei vari artisti; l'edificio è sede di mostre e visite guidate.
Il complesso lavoro svolto dall'Ente Provinciale del Turismo, ha assicurato ad Arcumeggia l'opera di pittori importanti, in grado di suscitare apprezzamenti critici e di richiamare l'interesse del pubblico.
Si tratta di una piccola gemma, da gustare nella sua duplice anima d'arte e di simbolismo religioso.
Sicuramente l'effetto sarà stato sorprendente per il turista che girovagava per il paese alla scoperta di nuovi scorci: il maestro al centro, contornato da una dozzina di cavalletti dietro i quali gli allievi sperimentavano questo procedimento, tutt'intorno i vasetti contenenti le terre, le tavolozze, i recipienti con l'acqua, i rotoli dei disegni preparatori, l'intonaco ancora fresco.
I lavori che gli allievi hanno realizzato su pannelli sono stati collocati nei cortili del borgo, cosicché questo si è trasfermato in un "unicum", un contenitore di opere accomunate, pur nella loro diversità stilistica, dalla freschezza e dalla genuinità giovanili.
Molti allievi degli anni '60 frequentarono i corsi di Arcumeggia diventando famosi maestri, che di tanto in tanto ritornano a vedere il posto. Ciò che è avvenuto e si verifica in occasione di ogni nuova opera, è il rapporto di schietta cordialità che si instaura tra l'intero paese e l'artista: rapporto fatto di attenzioni reciproche, di comprensione e condivisione dei problemi, di inviti a cena, di regali, di dediche; l'artista diventa per acclamazione cittadino ad honorem. Arcumeggia ha vissuto e vive gli onori delle cronache grazie al patrimonio artistico che conserva, costituito da opere uniche ed irripetibili e per via delle numerose manifestazioni di notevole livello che vi si organizzano.
La "Casa del Pittore", attualmente di proprietà della Provincia di Varese, venne realizzata nel 1956 al fine di offrire agli artisti che lavoravano ad Arcumeggia per la realizzazione degli affreschi, la possibilità di un soggiorno tranquillo e comodo.
La struttura, edificata tra il 1956 e il 1957 nel centro del paese, è costituita da un piano terreno dall'ingresso ampio e luminoso, con cucinino e salotto. Una scala in legno conduce al primo piano, composto da due camere e servizi, mentre al secondo piano è sistemata la sala di pittura. Quest'ultima, oltre a presentare ampie finestre come le altre sale, è dotata di un terrazzo panoramico con vista sulla vallata della Valcuvia e sul Lago Maggiore.
La Casa del pittore riscosse immediati consensi, soprattutto da parte degli stessi artisti, in qualità di luogo dove poter creare in tutta tranquillità..
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