mercoledì 17 giugno 2015

LE FRAZIONI DI CARAVAGGIO



Caravaggio ha due frazioni, Masano e Vidalengo, entrambe di origine antica.
L'origine del centro abitato di Masano, che non fu mai comune indipendente, è antica e pressoché sconosciuta; documenti pervenuti sino a noi riportano che nel 1193 vi fu eretta una chiesa dedicata a san Vitale, "com'era stata la chiesa precedente nel castello vecchio di Masano". Tale osservazione lascia dunque intendere che il borgo fosse già stato attivo durante i secoli barbarici. Non si può escludere che la scelta di san Vitale abbia un legame con la vicina frazione di Vidalengo (dal latino Vitalis).

Nel X secolo è documentata la presenza, all'interno dell'abitato, dei signori Carrarii, che successivamente divennero vassalli del vescovo di Cremona.

Sulla strada che conduce il capoluogo alla vicina cittadina di Bariano è tuttora presente un cippo in pietra risalente al 1758, che segnala il passaggio dell'antico confine fra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano.

Il Mulino Merlo è singolare mulino cittadino fu fatto costruire nel 1776 per migliorare i campi aviti e per pubblica utilità dall'architetto Carlo Benedetto Merlo, da cui il nome.
A Masano segnaliamo la Chiesa Parrocchiale di San Vitale, progettata e decorata dalla scuola 'Beato Angelico' di Milano (1926- 1947), dove, in una cappella, si trova un affresco settecentesco della Beata Vergine con il Bambino, San Rocco e Sant'Uberto e nel battistero, un Battesimo di Gesù di Trento Longaretti (1946).
E poi Palazzo Rubini, che da solo vale la storia del territorio, per le famiglie che lo hanno abitato e per quello che esse hanno rappresentato nella vita del borgo.
Castello all'origine (una prima documentazione risale alla metà del secolo VIII), abitato per quattro secoli dai Secco, fino agli inizi del XVIII, quando, divenuto palazzo, fu ceduto nel 1732 al Merlo architetto dell'Altare Maggiore del Santuario, passato di mano ai coniugi Rubini (lui, Giovanni Battista, fu un tenore di fama mondiale), l'edificio che oggi vediamo, fu da questi sottoposto alle ultime piú importanti trasformazioni avvenute con la ristrutturazione del 1845 ad opera dell'architetto Pagnoncelli. Il recente restauro lo ha riportato alla dignità originale dopo un secolo di totale abbandono e degrado. Presso Masano, sulla strada che conduce a Bariano, un cippo di pietra del 1758 ricorda l'antico confine fra lo Stato Veneto e lo Stato di Milano.

Il nome di Vidalengo presenta una chiara derivazione dal latino Vitalis, con l'aggiunta della desinenza barbarica -ing (cfr. Morengo, Martinengo, Offanengo, Pumenengo, località situate entro un raggio di 20 km di distanza).

Alla fine del XII secolo se ne ha notizia come comune autonomo.

Tra le fonti storiche, Vidalengo viene citata per la prima volta come una parrocchia nel 1200. Tra le fonti di carattere generale, è citata nel 1404 nelle Rationes Censum et Decimarum, in cui compariva inserita nella pieve di Fornovo (diocesi di Cremona); è elencata nel 1603 negli atti della visita pastorale compiuta dal vescovo Cesare Speciano, quando risultava inserita nel vicariato foraneo di Caravaggio; in quegli stessi anni si contavano tra i parrocchiani 145 unità, tra cui 105 anime da comunione (Visita Speciano 1599-1607).

Tra il XVII e XVIII secolo, il clero nella parrocchia di San Giovanni ante portam latinam risultava composto da un parroco nel 1603 e nel 1786 (Bonafossa sec. XVIII).

Nel 1786 il numero dei parrocchiani era di 248 anime; 295 unità nel 1819 (Moruzzi 1992) e la rendita netta del beneficio parrocchiale assommava a lire 1153 (Bonafossa sec. XVIII).

La parrocchia di San Giovanni ante portam latinam, segnalata negli atti della visita pastorale effettuata nel 1819 dal vescovo Omobono Offredi (Moruzzi 1992) e successivamente elencata tra le parrocchie della diocesi di Cremona nel 1835 (Cattedratico 1835, diocesi di Cremona) e nel 1899 (Stato clero diocesi Cremona, 1899), è sempre stata inserita tra XVIII e XIX secolo e fino al 1975 nel vicariato foraneo di Caravaggio. In base al decreto 29 settembre 1975 del vescovo Giuseppe Amari, con cui è stata rivista l'organizzazione territoriale della diocesi cremonese, è stata attribuita alla zona pastorale 1 (decreto 29 settembre 1975).

Di Vidalengo ricordiamo la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni che ospita nell'abside una tela della Assunta.
Vale poi la pena citare il Monumento ai Caduti in Guerra, realizzato dallo scultore Ferruccio Guidotti. Il gruppo in bronzo dell'altezza di circa due metri raffigura un soldato che sostiene un commilitone ferito. L'inaugurazione avvenne nel 1965.

Sulla strada che da Vidalengo porta a Pagazzano, si arriva alla Cascina Gavazzolo di Sopra dove nei pressi si trova il Fontanile Brancaleone istituito dalla Regione Lombardia a Riserva Naturale il 5 febbraio 1985. Il Fontanile rappresenta uno degli ultimi angoli della Valle Padana dove sopravvivono specie di animali e vegetali ormai scomparse altrove o in via di estinzione.



LEGGI ANCHE : http://asiamicky.blogspot.it/2015/06/in-visita-caravaggio.html



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