La chiesa di Santa Maria della Carità, pregevole esempio del barocco bresciano, più conosciuta come «chiesa del Buon Pastore» per la vicinanza con l’omonimo monastero abitato dalle suore di clausura fino al 1998 e oggi occupato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore, fu edificata a partire dal 1640 su progetto dell'architetto Agostino Avanzo: il cantiere terminò nel 1655. Successivamente un nuovo edificio si sovrappose al precedente e la struttura subì importanti rifacimenti dal 1730.
La pianta dell’edificio è ottagonale con un asse principale favorito dall’allineamento dell'ingresso e del grande altare maggiore. Sulle pareti, diametralmente opposti e in linea ortogonale con l'asse centrale, si trovano i due altari laterali in legno, già presenti nella precedente chiesa e qui ricollocati.
Esternamente la facciata della chiesa è di genere tradizionale e non tradisce la conformazione ottagonale interna. Il colore dominante è l'ocra, che diventa giallo chiaro in corrispondenza delle lesene, che dividono la facciata in due ordini: lesene doriche su quello inferiore e corinzie su quello superiore. La muratura, a paramento unico con più di un metro di spessore, è costituita da elementi in pietra di calcare compatto di grandi dimensioni con interposto pietrame di piccola taglia, con lavorazione a spacco; l’apparecchiatura della muratura è irregolare, senza ricorsi e con vuoti distribuiti.
L'altare maggiore viene sostituito da uno molto ricco e fastoso dei Calegari, in marmo, adornato da una elaborata balaustra sul davanti e, lateralmente, da due statue di Dionigi Cignaroli. Al centro fu posto l'affresco della Madonna della Carità. L'interno viene anche totalmente ridipinto: nel 1731 Giuseppe Orsoni affresca le pareti, mentre nel 1733 Bernardino Boni dipinge a olio le lunette sotto la cupola con i principali episodi della vita della Madonna. Anche la cupola, nel corso del secolo, sarà affrescata da Ferdinando Cairo e Luigi Vernazal. Nel 1744 viene eretto il portale d'ingresso e, poco dopo, vengono posizionate, ai lati della facciata, le due statue di Antonio Ferretti e Alessandro Calegari. Altre opera di rilievo è la posa del pavimento ad elaborati e complicati intarsi marmorei, conservatosi pressoché intatto. Nell'Ottocento verrà installato, sulla cantoria in controfacciata, un organo Tonoli.
Alla fine dell'Ottocento la giurisdizione della chiesa passò alle suore del vicino monastero del Buon Pastore, dal quale la chiesa prese il nome che tuttora l'accompagna accanto a quello originale. Nel 1998 le suore si trasferirono a Mompiano e, su disposizione del vescovo Bruno Foresti, l'amministrazione della chiesa fu trasferita alla parrocchia del Duomo.
Dal 1567 nel santuario si pratica la Santa Messa quotidiana, mentre la tradizione del Rosario risale al 1693.
Il portale della chiesa di Santa Maria della Carità è, di solito, l'unico particolare per cui questo edificio è ricordato frequentemente. Le due colonne libere color ferro che lo compongono, difatti, provengono dall'antica Basilica di San Pietro de Dom, demolita nel 1603 per realizzare il Duomo nuovo: si tratta, perciò, di due delle sole dieci colonne giunte fino a noi delle ventotto originali che ne costituivano il colonnato interno. Il materiale che le compone è marmo egiziano scuro ed erano, a loro volta, già colonne di spoglio di epoca romana, probabilmente estratte nei pressi del foro romano della città. I capitelli ionici in sommità, ovviamente, sono successivi.
L'interno è impostato su una pianta ottagonale, dove è comunque favorito un asse principale grazie all'allineamento dell'ingresso e del grande altare maggiore, che si presenta come un grande involucro cubico in legno e marmo dentro il quale è custodita la riproduzione della Santa Casa. Sulle pareti, diametralmente opposti e in linea ortogonale con l'asse centrale, si trovano i due altari laterali in legno, già contenuti nella precedente chiesa e qui ricollocati. In quello di sinistra è posta una pala raffigurante la Maria Maddalena di Antonio Gandino, a destra i Santi Sebastiano, Antonio e Rocco di Francesco Paglia, entrambe opere seicentesche. Sull'altare maggiore, invece, è conservato l'affresco staccato della Madonna della Carità.
Alla chiesa è annesso un piccolo santuario e la canonica dove sono custodite altre opere degne di interesse, fra cui lapidi, affreschi del Cinquecento facenti parte della precedente struttura e tele di vari autori.
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