La chiesa di Santa Elisabetta, risalente all'incirca al 1600 vi sono annessi un campanile coevo ed un edificio che fu sede del monastero delle Agostiniane, la cui presenza in città è testimoniata a partire dal 1480. Il monastero venne chiuso nel 1805, durante la dominazione francese; le monache estromesse si trasferirono a Crema, nel monastero di Santa Maria.
La facciata barocca della chiesa è stata attribuita all'architetto caravaggino Fabio Mangone. L'interno è a una sola navata, con un ricco altare e buone tele; nel coro si trova un seicentesco crocefisso ligneo proveniente dalla scomparsa Chiesa di San Defendente. Coevo alla chiesa, il campanile. Il monastero venne chiuso nel 1805 dai francesi con l'estromissione delle monache che si trasferirono a Crema nel monastero di Santa Maria. Il chiostro del Convento costruito in mattoni, senza intonaco, fa ora parte della casa parrocchiale. Il cortile interno ha su tre lati un portico con volte a crociera. Nel XIX secolo fu eretto un muro che ha diviso il cortile in due parti.
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