Il Castello costituisce uno dei più affascinanti complessi fortificati d’Italia, in cui si possono ancora oggi leggere i segni delle diverse dominazioni. Il Mastio centrale, le imponenti mura merlate e il torrione narrano di un’influenza viscontea, mentre i possenti bastioni e l’ingresso monumentale con ponte levatoio testimoniano della potenza della Serenissima, che resse la città per più di quattro secoli.
Già teatro delle celebri Dieci Giornate di Brescia, il Castello ha oggi abbandonato ogni retaggio belligerante per offrirsi con i suoi pendii dolci e sinuosi alle passeggiate dei visitatori, che dal cuore della città vecchia, possono accedere alla sommità del colle attraverso il percorso di Contrada Sant’Urbano.Al suo interno, il Castello sorprende con stradine ricche di mistero, ambienti nascosti e un panorama fra i più coinvolgenti, che abbraccia l’intero centro abitato, consentendo di spingere lo sguardo sulle pendici dei Ronchi e sulle valli.
Suggestivi il giro delle torri e la Strada del soccorso, una via di fuga viscontea che ha segnato gli assedi succedutisi nella storia della città.Seguendo i camminamenti si scopre del Castello anche il suo equilibrato eclettismo, in cui convivono, in un’armonia del tutto naturale, uno dei più antichi e pregiati vigneti della città, accoccolato su uno dei pendii del colle, i retaggi romani, come i magazzini dell’olio con vasche conservate fino a oggi, i baluardi medievali e una locomotiva del 1909, resa “Prigioniera del Falco d’Italia”, per la gioia dei visitatori più piccoli.
Il Castello è attorniato da un quadrilatero verde ricoperto di numerosi alberi e circodato da mura difensive. Il cuore del castello è il Mastio edificato dai Visconti di Milano nella prima metà del Trecento. L'edificio, ha base rettangolare con le mura merlate, oggi sede del civico Museo delle Armi “Luigi Marzoli” dove sono visibili alcuni pezzi unici di artiglierie del XV e XVI secolo, ha pianta rettangolare, eretto sulle fondazioni e sui resti di un tempio romano del I secolo d.C.. Di notevole interesse sono i frammenti di decorazione a fresco che ornano gli ambienti dei due piani; essi sono databili con esattezza al periodo di Giovanni Visconti (1343-1354), in quanto compaiono, a fianco di uno stemma abraso, i simboli della sua carica arcivescovile: le chiavi e la mitria. Questo permette di datare anteriormente a quel periodo i muri perimetrali del Mastio e la ripartizione interna dei locali.
Vi si accede attraverso la porta d'ingresso, risalente agli ultimi decenni del XVI secolo, intorno al 1580-1590 e dove si ammira il Leone di San Marco, emblema della Repubblica di Venezia che dominò la città per più di quattro secoli. Superata la porta d'ingresso, per raggiungere il Mastio bisogna oltrepassare un ponte levatoio in corrispondenza della Torre dei Prigionieri. La torre, articolata su tre livelli in casamatta muniti di cannoniera a raggiera è l’ unica a non presentare aperture per l’artiglieria, anche leggera; Il complesso del castello comprende anche diverse altre torri, la Torre dei Francesi, articolata su tre livelli superiori ed un quarto sotterraneo; così denominata perché, dopo lo scoppio di una polveriera, fu ricostruita dai francesi che dal 1509 al 1516 tolsero ai veneziani il dominio sulla città. La Torre Mirabella, di forma cilindrica, è comunemente ritenuta l’unico manufatto di età comunale; la Torre di Mezzo e la Torre Coltrina attribuita all’ingegnere Jacopo Coltrino da cui prende il nome, si trova nell’area settentrionale del castello; di forma cilindrica con alto basamento tronco-conico, è disposta su due livelli ed è collegata ad una cannoniera coperta con volta a botte.
All' interno del complesso del castello troviamo anche i magazzini dell'Olio, risalenti al periodo romano, il Piccolo e Grande Miglio, edifici eretti tra il 1597 e il 1598 e adibiti a magazzini di granaglie. Sono costruzioni a pianta rettangolare con il piano terreno coperto a volte e con paramenti murari in blocchi di medolo accuratamente squadrati. Il Grande Miglio è oggi sede del civico Museo del Risorgimento. Troviamo inoltre il Forte e la strada del Soccorso, “porta di servizio” che permetteva agli assediati di ricevere aiuti dall’esterno, come avvenne nel 1512 con le truppe francesi di Gaston de Foix e nel 1849, durante le Dieci giornate, quando il generale Haynau entrò nel castello liberando dall’assedio la guarnigione austriaca, la palazzina Haynau, così denominata in ricordo dell'avvenimento, La Specola Cidnea "Angelo Ferretti Torricelli", grazie al cui telescopio per mezzo secolo i bresciani hanno ammirato le meraviglie del cosmo. Nel 1953, infatti, entrava in funzione sul Bastione San Marco il Il rifrattore Ruggieri, con il suo obiettivo a lenti del diametro di 12 cm, che ha fatto scoprire ai visitatori i numerosi crateri lunari, i satelliti Medicei di Giove, gli anelli di Saturno e le calotte polari di Marte. Nel piazzale dell'ala sinistra del Castello, si trova pure il monumento alla Locomotiva che d'estate vede svolgersi manifestazioni di carattere culturale e cinematografico, ospita una vera locomotiva a vapore, la famosa N°1 della Ferrovia Brescia-Edolo ed i Plastici ferromodellistici del Club Ferromodellistico Bresciano.
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