sabato 20 giugno 2015

UNO SGUARDO A VEROLANUOVA



Il suolo verolese è costituito dai depositi alluvionali del periodo Olocene, datato quindi a partire da 20.000 anni fa e non ancora conclusosi.
Questi depositi formano strati consistenti dello spessore complessivo di oltre 150 metri che poggiano su una coltre più antica, databile ad oltre 2.000.000 di anni fa (Pleistocene), generalmente impermeabile.
La pianura verolese, pertanto, come del resto quella dei paesi vicini e della bassa bresciana in genere, è prodotto dell'opera millenaria dovuta al trasporto, al riempimento del mare preesistente ed alla sedimentazione dei materiali portati dai fiumi Oglio, Strone, Mella e tanti altri ora ridotti a fossi, scarpate o scomparsi del tutto.
Questo lentissimo ma grandioso lavoro iniziato nell'era Quaternaria, subisce una intensificazione soprattutto dopo le glaciazioni e durò più di 3 milioni di anni.

La nostra pianura è dunque l'esito di una colossale opera effettuata dai ghiacciai e dai fiumi che erodono le Alpi e trasportano materiale a valle. Secondo la pendenza, la velocità ed il percorso dei fiumi, tali materiali si sono depositati dai più grossi (pietre, ciottoli) ai più fini (ghiaia, sabbia, argilla e limo).

Piazza Libertà é la principale del paese, sede di attività economiche e sociali e del mercato del giovedì, che si tiene a Verola dal 1529. La Piazza nasce come naturale sbocco e proseguimento di palazzo Gambara, per diventare, nel corso dei secoli e attraverso cambiamenti ed evoluzioni, specchio nel bene e nel male della civiltà verolese che intorno ad essa vive.
Il colpo d'occhio su Piazza Libertà offre l'immagine di un largo anfiteatro racchiuso tra le case e i negozi che costituiscono il centro del paese; internamente i porticati ne valorizzano il perimetro L'accesso è reso possibile da quattro ingressi e dal ponte che attraversa la roggia Gambaresca ad ovest.

La Gambaresca non è più il corso d'acqua di concezione medioevale che divide il Palazzo del potere signorile dalla piazza e dal rimanente tessuto urbano.

Nel portare la preziosa acqua funge da ornamento d'arredo urbano ed è elegantemente impreziosito da balaustre e paracarri in pietra di Botticino
Oggi qui è possibile sentire l'atmosfera tipica dei paesi della bassa bresciana, i bar si propongono come luoghi di ritrovo cari agli avventori, ed è possibile fare la spesa nei negozi fra loro abbastanza vicini da ricreare la comodità di un centro commerciale senza dover rinunciare al calore dei piccoli esercizi tradizionali.
Amata dai Verolesi essa non manca mai di suscitare l'ammirazione di chi, ospite a Verola, la vede e l'attraversa

Come perle di un'unica collana, diverse piazze si snodano idealmente dalla principale a disegnare un piacevole itinerario attorno al cuore del paese.
Piazza Padre Maurizio Malvestiti, raccolta e funzionale è luogo di ritrovo per la vita sociale e religiosa del paese; su di essa si affaccia la bella Basilica di San Lorenzo.
Vale la pena raggiungere questa piazza salendovi da via Cavour caratterizzata, sui due lati, da porticati ora presenti in stili di periodi diversi; accanto ai recenti interventi di recupero leggiamo dell'originaria forma medievale, in fondo alla via, all'angolo con via Ercole De Gaspari.
Entrati in Piazza Malvestiti da notare i bei fregi in marmo all'angolo tra via Cavour e via Garibaldi. Dal loro disegno, leggermente in rilievo, intuiamo di un'antica farmacia.
Attraversata la piazza e concesso il tempo che merita alla Basilica di San Lorenzo, si scende verso il fiume Strone per addentrarsi nel centro storico medioevale di Verola.
Qui si incontrano Piazza Beata Paola Gambara, e le piccole Piazza Alghisio e Piazza Donato che sono state recentemente restaurate e restituite alla vita sociale.
Ricche di storia e di ricordi esse furono, fino al nostro più recente passato, molto vive e frequentate.
Piazza Gambara, del resto, è antistante il Castel Merlino e la chiesa della Disciplina e fino al 1930 era direttamente collegata ad essa da una scalinata.

Il Palazzo Gambara, costruito sull'attuale piazza della Libertà tra la seconda metà del XVI secolo e il XVII secolo, è costituito da due piani, mostra al piano terra portici ed al piano superiore cariatidi e balaustra; all'interno affreschi venuti recentemente alla luce; oggi è sede del municipio di Verolanuova.
Basilica di San Lorenzo Martire, secentesca, ospita due tele del Tiepolo: Caduta della manna e Sacrificio di Melchisedec; dal luglio del 1971 ha la dignità di basilica minore.
La Chiesa della Disciplina fu costruita fra il XIV ed il XV secolo e fortemente modificata nel XVI secolo; contiene la tomba di Niccolò Gambara († 1592), condottiero che militò al soldo dell'imperatore Carlo V.
La Chiesa di San Rocco, risale al sec. XV, è stata edificata dalla Società di S. Rocco; lo precisa una scritta che si legge sul portale all'ingresso della stessa: "Societatis Sancti Rochi opus".
All'inizio del 1700 fu rimaneggiata con un intervento barocco di felice esecuzione. Vi si contano tre altari di marmo.
Recenti lavori di restauro hanno portato alla luce alcuni affreschi.
Una tela di Antonio Gandino costituisce la pala dell'altare maggiore, rappresenta la SS. Vergine circondata da angeli e, in basso, S. Lorenzo, S. Rocco e S. Bernardino da Siena.
Sull'altare di sinistra, una tela di autore ignoto raffigura i santi Fermo, Carlo e Sebastiano; all'altare di destra, sempre di autore sconosciuto, una tela reca le immagini della Madonna di Caravaggio e di S. Biagio. Pregevole un'acquasantiera collocata all'entrata.

La Chiesa di San Donnino è di gran lunga, la più antica di tutte le chiese verolesi. Alcuni documenti ne comproverebbero l'esistenza già nel 1194 accanto al monastero delle Benedettine di S. Donnino dipendenti dalla Badia di Leno e dove vivevano una badessa e cinque monache.
Divenne, nel 1300, quasi proprietà assoluta dei Gambara e, nel Cinquecento, costituì, con i suoi fondi, il beneficio della Collegiata Insigne di Verolanuova eretta dal cardinale Uberto Gambara.
L'attuale stile architettonico è del tardo rinascimento mentre l'antico doveva essere romanico. Sino a pochi decenni or sono vi si celebrava la santa messa ogni domenica. Ora viene solennizzata, in essa, la festa di S. Gottardo il 4 maggio di ogni anno.
Oggi, spogliata di pregiati marmi e di acquasantiere per incursioni vandaliche, in stato di avanzato degrado, la chiesa, già di proprietà del Comune, è stata donata nel 1975 alla parrocchia che ha già provveduto a dare corso ai più urgenti e indispensabili lavori di ristrutturazione per salvaguardare cosi importante antica testimonianza di fede.

Nel Medioevo (sec. XIV), il nucleo abitato di Verolanuova era di piccole dimensioni ma naturalmente ben difeso dai due corsi d'acqua: la Mandrigola e lo Strone, dalla fossa del Castel Merlino e a nord dal terrapieno che elevava ed eleva la strada rispetto al borgo.
Del borgo medioevale restano alcune tracce: via Ricurva, che segue le anse naturali dello Strone, e le strette e tortuose viuzze che si arrampicano sul terrapieno.
Il Castello è posto presso il passaggio del fiume Strone e a Ovest della strada per Pontevico.
Questa è, con buona probabilità, il prolungamento del decumano maggiore di centuriazione romana, ciò rivela l'importanza strategica della zona che nel Medioevo fu transito di massicci commerci sia per terra che per acqua e che ancora oggi mantiene la denominazione difensiva di Castellaro.

I Gambara, giunti quasi certamente a Verolanuova nel 1190 d.C., costruirono il castello ed ebbero qui la loro prima dimora.
L'assenza di documenti rende molto difficile comprendere la forma originaria del maniero riedificato totalmente nel secolo XIX. Nulla rimane dell'originale se non la facciata est privata della merlatura sovrastante.
Sono ancora visibili tre stemmi gentilizi in pietra, uno murato sul cancello d'entrata, un secondo nell'androne retrostante e il terzo sulla base del pozzo del giardino. Resta, inoltre, una parte della fossa che circondava il castello ma non vi è più il ponte levatoio.

Le sale interne sono oggi adibite a sede di organizzazioni di volontariato, mentre il grande parco ospita l'asilo nido.
Di originale rimane solo la cimasta di un vasto camino in pietra con incisa la sigla "VER-GA" (Veronica Gambara?) a suggello dell'atmosfera antica e suggestiva che, nonostante gli anni e le vicissitudini, ancora impregna queste mura.

In località Breda Libera, frazione posta a Nord a circa tre chilometri da Verolanuova, trovasi la chiesa dedicata a S. Anna del XIV secolo; rimaneggiata nel'700 ha un bell'altare dedicato alla Beata Paola Gambara Costa, verolese (1463-1515).
La tela, qui custodita, è opera di Santo Cattaneo, pittore del '700.

Il Borgo di Cadignano è una località di antica formazione. Vari sono i reperti archeologici e le presenze rilevanti. In località Vigna, anni fa, vennero alla luce tre sepolture, di età tardo romana alto medievale con inumazioni alla cappuccina.
Dei suoi abitanti ci parlano documenti del XII e XIII sec. Fachino Maggi, commissario di Pandolfo Malatesta, edificò o restaurò a Cadignano, nel 1408, il castello che, nel 1427, fu conquistato dalle milizie del Carmagnola quando il territorio bresciano passò con la Repubblica veneta.
Ricerche attendibili accreditano a Cadignano l'onore di aver dato i natali ad Agostino Gallo (entro il primo semestre del 1499). Qui ebbe residenza fino a 35 anni, anche se già a 17 iniziò a frequentare Brescia. Bontempo Gallo, il nonno di Agostino, era un personaggio nella vita quotidiana di Cadignano.
Nella sua apoteca venivano redatti atti notarili e in molti casi appariva come testimone. Fra 1609-1610 Cadignano era abitata da 500 persone, rappresentate da 180 famiglie.
I campi erano circa 1000 piò di terra "buoni da pan, vin, ligne, et lini" coltivati con venti paia di buoi, sedici cavalli e 12 tra carri e carretti.
Dall'Estimo mercantile del 1750 vi erano un mulino a due ruote ed un torchio azionati da poca acqua e di proprietà dei padri di S. Domenico in Brescia. Oggi Cadignano rimane sempre un'importante località del comune di Verolanuova.

Palazzo Maggi è un complesso architettonico assai rilevante di Cadignano. E' composto da unità residenziali e corti rustiche che occupano, in sostanza, tutto l'isolato. A partire dal'400 si leggono in esso almeno tre secoli di storia con i suoi corrispettivi modi di concepire l'architettura e la pittura.

E' tuttavia il XVI secolo a esserne qui grande protagonista. Dall'esterno si presenta austero e senza particolari segni di pregio architettonico se non nel cornicione, eseguito in forma più evoluta rispetto ai coevi che si potevano realizzare ancora a mensoloni.
Elegante la torretta, con passaggio arcuato, che consente la vista sulla campagna e sulla fascia boscata dello Strone. Sul fronte sud bel portale con timpano, tutto in mattoni a vista disposto all'ingresso della corte rustica.
All'interno del Palazzo si nota maggior raffinatezza. Sulle pareti verticali affreschi di Lattanzio Gambara eseguiti intorno al 1560. Soffitti e volte sempre affrescate, fra cui si possono menzionare opere di Giulio Campi e vari artisti di scuola bresciana che talvolta ricordano i modi degli Aragonese.Mirabile il camino nella sala che prende il suo nome.
In esso sono raffigurati i segni del fare scultura ed architettura nel cinquecento. Il Palazzo continua fino a fronte strada senza più le mirabili pitture cinquecentesche ma all'interno si colgono sempre i bei segni dell'architettura signorile.
Nel 1791, accanto al Palazzo (nella porzione più prossima alla torretta), sorse la chiesetta, dedicata al beato Sebastiano Maggi, con elementi decorativi che si rifanno allo stile del Corbellini.

La Santella della Concezione termina con un edificio avente cordolo lavorato a toro. E' un probabile architettura difensiva posta a controllo del passaggio sul fiume Strone

La Parrocchiale di Cadignano è dedicata ai santi Nazzaro e Celso. Nel 1489 fu unita al Capitolo della cattedrale di Brescia con bolla di Papa Innocenzo VIII.
Durante la visita pastorale del vescovo Bollani (seconda metà del cinquecento), chiesa e campanile erano in cattivo stato dì conservazione.
Dal tempo del Bollani a noi varie vicende hanno contribuito a modificarne i loro aspetti.
La tela nell'altare della Madonna del Rosario, commissionata da Francesco Gallo come ex voto dopo la peste, ci offre uno scorcio di paesaggio costruito.
Il campanile raffigurato è sostanzialmente quello che vediamo oggi a Cadignano mentre la chiesa ha una diversa disposizione. Sul fronte dell'ingresso principale la scritta:

D.O.M. SACRUM MDCCLXXXIV
- restaurata 1889 -

ci dice che nel 1784 fu oggetto di sostanziali interventi, poi ancora un restauro nel 1889.
Quindi è possibile ipotizzare che la rappresentazione pittorica sia tutt'altro che fantastica, pertanto il quadro è una preziosa fonte di conoscenza dei paesaggio costruito nell'area chiesastica prima dell'intervento del 1784.
All'interno la navata centrale è affrescata dal contemporaneo Pietro Milzani. Raffigurati la Trinità, i Dodici Apostoli e due Papi lombardi: Giovanni XXIII e Paolo VI.
E' fra i primi dipinti nelle nostre chiese ad avere come soggetto il Concilio Vaticano II.
Anche sulle pareti del coro vi sono due suoi dipinti a monocromo ben riusciti. Volti ed espressioni dei personaggi raffigurati sono stati presi fra la comunità cadignanese.

Comunemente si dice che il fiume Strone nasce dal laghetto di Scarpizzolo (S.Paolo).

In realtà, osservando le carte tecniche regionali  si nota che nel Laghetto si immettono lo Strone Basso o Stronello e il Fosso Strone.

Lo Strone Basso nasce da sorgenti in località Corno a Nord di Scarpizzolo. Il Fosso Strone deriva dalla confluenza delle rogge Torcola e Fenarola nella quale confluisce la roggia Provaglia. La Fenarola nasce nella frazione di Gerolanuova in una località situata tra l'ex-cascina Mangiaine e la cascina Celeste.

Dal Laghetto lo Strone scende a Cadignano e con corso molto tortuoso passa fra Scorzarolo e Verolavecchia per giungere, dopo un percorso di circa 10 Km, a Verolanuova. L'ultimo tratto del fiume, di circa 8 Km, fra Verolanuova e lo sbocco sull'Oglio, è accidentato e con notevole pendenza. Lo Strone ha inizialmente piccole dimensioni e diventa via via più grande, per l'apporto di vari affluenti.

E' alimentato da rogge, da risorgive e da colatori irrigui: dalla roggia Fiumazzo nei pressi di Cadignano e dal Rio Lusignolo, che va ad incanalarsi nella Seriola del Molino prima di immettersi nello Strone dopo Scorzarolo. A Verolanuova viene alimentato dalla roggia Gambaresca. Presso la Cascina Vincellate viene deviato con la "seriola comunale di Pontevico", destinata all'irrigazione. E' definito uno scolmatore naturale, con ampio paleoalveo.

Per le particolari ed importanti caratteristiche paesaggistiche e naturalistiche è stato istituito il Parco Sovracomunale del fiume Strone, comprendente l'intero corso del fiume e le relative zone golenali.

Il 31 Agosto ed il 1° Settembre 2005 a Verolanuova è stato realizzato il collegamento tra la via San Rocco ed il Parco Comunale «Angelo e Lina Nocivelli», nuovo elegante salotto della cittadina, attraverso il posizionamento di una speciale passerella pedonale sopra il fiume Strone, che lambisce l’area verde. L’opera è stata realizzata nelle immediate vicinanze dell’incrocio tra via Mazzini e via San Rocco, appunto, sul lato occidentale del neoinaugurato parco e nelle prospicienze del suo principale ingresso, quello di via Indipendenza.

Nel territorio di Verolanuova, accanto all'italiano, è parlata la Lingua lombarda prevalentemente nella sua variante di dialetto bresciano.

La società calcistica rappresentativa di Verolanuova è la Nuova Verolese Calcio, fondata nel 1911 con denominazione Verola Football Club. Disputa le proprie partite interne allo stadio Enrico Bragadina, costruito nel 1963, che ha una capienza di circa 1500 spettatori ed è formato da una tribuna coperta e un settore ospiti opposto alla stessa. I colori sociali sono il blu e il bianco.

Dalla stagione 2003-2004 partecipa al campionato di Eccellenza, fino ad arrivare a vincere il campionato nel 2008 e a conquistare la Serie D, categoria nella quale rimane fino al 2011.

La società Volley Verole rappresenta il club pallavolistico del paese. Ne fanno parte diverse categorie come il mini-volley, l'under 18 e la seconda divisione femminili e la prima divisione maschile. Gli allenamenti si svolgono nella palestra dell'itc Mazzolari a Verolanuova e la palestra delle scuole medie a Verolavecchia.




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