S. Faustino in Riposo è un cilindro cupolato (diametro interno 7,30 m) coperto da un tronco di cono coronato da lanterna cuspidata. L'analisi è complicata internamente dagli interventi di età moderna, esternamente dagli edifici addossati. Dal 1524 si accede da sotto l'arco di Porta Bruciata, lato sud. Uno scorcio esterno si offre a est, dove una finestra ha preso il posto di un portale che all'interno mostra la lunetta rincassata. Sul lato opposto, dal passaggio che ha ridotto il portale ovest, si accede alla sacrestia, da cui è visibile un tratto di paramento esterno. Si può così restituire un elevato a grandi conci squadrati, articolato da sei semicolonne su lesene architravate da cornice modanata, sopra la quale si imposta il tamburo della cupola emisferica laterizia, in fase con la copertura troncoconica.
Il nome deriva dalla sosta qui fatta dalla processione che, all’inizio del secolo IX, trasportava i resti dei Santi Faustino e Giovita - Patroni di Brescia - verso la chiesa di San Faustino Maggiore. Eretta alla fine del secolo XII sopra una precedente cappella, presenta un interno a pianta circolare, rifatto nel ‘700 e ‘800. La pala dell’altar maggiore, la Vergine con Bambino tra i Santi Faustino e Giovita, è opera di Domenico Romani (1743). La chiesa, ricca di ex-voto, accoglie nella cappella di sinistra un’immagine della Madonna particolarmente cara alla devozione popolare bresciana.
La denominazione è dovuta al fatto che in questo luogo, secondo la leggenda, avrebbero sostato temporaneamente i corpi dei santi patroni Faustino e Giovita durante la loro traslazione dal cimitero della chiesa di San Faustino ad Sanguinem (oggi Sant'Angela Merici), costruita sul luogo dove erano stati martirizzati e sepolti, alla chiesa di San Faustino Maggiore.
Secondo la tradizione, qui i corpi dei due santi avrebbero trasudato sangue, convincendo l'incredulo duca Namo di Baviera alla conversione. Dopo questo evento, il Duca donò all'abate di San Faustino le reliquia della Vera Croce, oggi conservata nel Duomo Vecchio all'interno del tesoro delle Sante Croci. L'interno del santuario fu completamente rifatto nel corso del Settecento e Ottocento
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