Cuvio è un comune della provincia di Varese ed è posto ai piedi delle Prealpi Varesine, capoluogo della Valcuvia a 10 km dal lago Maggiore.
Cuvio, capo di pieve, compare citata negli Statuti delle strade e delle acque del contado di Milano, compartecipe delle spese per la manutenzione della strada di Bollate (1346).
Con l'intera Valcuvia fu infeudata nel 1450 ai Cotta che la tennero finché non passò nel 1727 al conte Giulio Visconti Borromeo.
In età napoleonica, con decreto 4 novembre 1809 b, a Cuvio furono aggregati i soppressi comuni Cabiaglio, Bedero, Brinzio, Cavona, Ferrera, Masciago, Rancio, e fu inserito nel cantone I di Varese del distretto II di Varese. Successivamente a seguito di rettificazione e concentrazione dei comuni del dipartimento del Lario, per "convenienze topografiche”, Bedero, Brinzio, Cavona, Ferrera furono sottratte a Cuvio a riunite con Rancio a formare un comune nel cantone di Luvino. Con decreto 30 luglio 1812 fu creato un nuovo comune denominato Cuvio con i comuni aggregati di Cuvio, Cabiaglio, Vergobbio, Arcumeggia, Cuveglio, Duno, Azzio e Orino, nel cantone II di Gavirate del distretto II di Varese. La situazione tornò alla situazione precedente con il ripristinato dell'ordinamento precedente sotto il Regno Lombardo-Veneto.
Cuvio fu ancora interessata alle aggregazioni comunali durante l'epoca fascista, quando con R.D. 12 gennaio 1928, n. 63, furono soppressi e aggregati ad esso Cavona, Cuveglio in Valle, Duno e Vergobbio. Nel 1954 Duno riottene la propria autonomia amministrativa mentre due anni dopo Cavona, Cuveglio in Valle e Vergobbio furono staccati da Cuvio ed eretti in comune con la denominazione di Cuveglio (D.P.R. 5 ottobre 1956, n. 1256). Nel 1961 dal comune di Cuvio fu staccata la frazione di Canonica, aggregata al quello di Cuveglio (D.P.R. 9 maggio 1961, n. 468) e da ultimo nel 1969 a Cuvio fu aggregata una zona di territorio disabitata, in precedenza di Cuveglio.
Cuvio è il capoluogo storico della Valcuvia. Piero Chiara, nel suo romanzo Il pretore di Cuvio ne ha esaltato le bellezze nascoste. Il centro infatti è antico, ricco di angoli suggestivi raccolti attorno alla Parrocchiale. Dell'antica supremazia politico - amministrativa su tutta la valle, a Cuvio restano solo le vestigia dell'imponente palazzo Litta - Arese. Costruito intorno alla metà del XVIII secolo esso conserva ancora sul portone dell'ingresso principale lo stemma visconteo con il caratteristico biscione. L'ala signorile è quella settentrionale, organizzata, probabilmente nel XVII secolo, secondo il comune schema della villa: con il portico a tre arcate, lo scalone e la grande sala alle spalle, che si affaccia su un giardino di non grandi proporzioni. segnaliamo ancora la Casa Porta, la Casa Maggi e la Casa Appia. Suggestivi ed estremamente interessanti per i cultori di archeologia industriale sono i mulini posti lungo il torrente Broveda. Attorno al nucleo antico c'è la Cuvio vacanziera e residenziale.
Nelle zone archeologiche sono stati rinvenuti reperti (armille e vasetti) dell'Età del Bronzo e "spadoni gallici" dell'Età del Ferro, in località Corte.
Il Comune di Cuvio comprende la frazione Comacchio e le località di Ronco Broggini, Gaggio, Carreggio, Fornaci, Roncora, Pianezze, Punta Merigett (Campo dei Fiori). Fa parte del Parco Naturale Regionale Campo dei Fiori, istituito dalla Regione Lombardia nel 1984.
Tra i personaggi noti nati a Cuvio vi è Virgilio Savini, il quale è stato per molti anni il più noto ristoratore milanese. Anche il lottatore Enrico Porro vincitore della medaglia d'oro nelle lotta grecoromana nel 1908 a Londra aveva origini cuviesi, ed ancor oggi i suoi genitori sono seppelliti nel cimitero del paese. Lo scrittore Piero Chiara ha ambientato a Cuvio il proprio romanzo Il pretore di Cuvio.
Al centro del paese sorge il palazzo Litta Visconti di Arese, appartenuto ai Cotta dal 1450 al 1728 e poi ai Litta Visconti di Arese, il cui stemma campeggia tuttora sopra il portone d'ingresso. L'edificio sorge verosimilmente su una precedente fortificazione della quale conserva la caratteristica struttura a quadrilatero con cortile interno. L'ala settentrionale è l'ala signorile, rifatta nel sec XVII .
Di fronte al palazzo, sorge la parrocchiale dedicata ai SS. Pietro e Paolo.
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo fu costruita agli inizi del 1600, più volte ristrutturata. Di pregevole fattura sono gli affreschi di Pasquale Arzuffi nelle navate.
Nella frazione Comacchio è tuttora attiva la fabbrica di organi che venne fondata da Bernardino Mascioni nel 1829.
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