giovedì 19 marzo 2015

I SANTUARI DELLA VALLE SERIANA

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Il Santuario della Madonna di Perello venne edificato a Sambusita dopo quattro apparizioni della Madonna ad un contadino, avvenute nel 1413. Nonostante l'unico accesso fosse costituito in origine da mulattiere, assunse ben presto una notevole importanza. L'eremo conserva ancora l'aspetto originario, con tre chiese quasi sovrapposte, un campanile, due sagrestie e locali per l'accoglienza dei pellegrini. Il santuario è aperto dal lunedì di Pasqua ad Ognissanti.

Il Santuario della Forcella è chiamato anche chiesa della Madonna delle Neve, si trova a Pradalunga, a 630 metri s.l.m. Vi si conserva un dipinto raffigurante la Madonna con il Cristo, che in origine era venerato dai contadini in un'edicola. Agli inizi del XVII secolo la peste che infuriava nella regione cessò in seguito alle invocazioni del popolo presso questa immagine sacra e per ringraziamento venne edificata la chiesa, inaugurata nel 1640, e venne istituita una processione. Il santuario conserva circa 50 ex voto di grazie ottenute per intercessione della Madonna.

La Madonna della Gamba era già venerata in una piccola chiesa risalente al XIV secolo, nella quale apparve nel 1440 ad una ragazza di dodici anni che vi si era recata a pregare con la madre per ottenere le venisse risparmiata l'amputazione di una gamba. Nel 1740 venne inaugurata sopra l'antica cappella una nuova chiesa più ampia, progettata da Giovan Battista Caniana, a navata unica. Nel 1797 vi fu aggiunto un campanile in stile rococò. Nell'abside sono custodite tre dipinti: l'"Annunciazione dell'Angelo a Maria" e la "Fuga in Egitto", di Francesco Cappello, e l'"Apparizione della Madonna" di Carlo Ceresa; nella chiesa si trovano inoltre il gruppo scultoreo dell'"Apparizione", di Andrea Fantoni e diversi ex voto.

Il Santuario della Madonna d'Erbia si trova in cima al monte d'Erbia, presso il "Santuario della Trinità". La chiesa venne costruita nel 1813 e vi si conserva una fedele riproduzione di una venerata immagine, distrutta da un contadino. Secondo la leggenda il 6 agosto del 1839 vi apparve la Madonna, vestita di bianco e di rosso, ad un giovane che si era rifiugiato per trovare protezione da un violento temporale. La Madonna, lasciandogli del cibo, gli assicurò che il padre l'avrebbe trovato e così accadde. La chiesa venne ampliata tra il 1878 e il 1881 e nuovamente nel 1927-28. La festa viene celebrata il 5 agosto e vengono distribuiti dei panini con l'impronta della Madonna d'Erbia per i malati.

Il santuario della Madonna delle Grazie, situato nel centro di Ardesio, risale al XVII secolo.

Il santuario fu edificato nel luogo in cui la tradizione vuole essere avvenuta, il 23 giugno 1607, un'apparizione mariana.
Quel giorno, due sorelle, Maria e Caterina Salera, si rifugiarono in una stanza della loro umile casa a pregare per scongiurare un violento temporale. D'un tratto la stanza si illuminò di luce e improvvisamente apparve loro la Madonna con il Bambino seduta su un trono d'oro. Subito dopo l'apparizione la tempesta si blocco e il cielo tornò sereno.

L'apparizione di Ardesio avvenne in un periodo in cui l'eresia protestante, giunta dalla Svizzera e penetrata in Valtellina, zone con le quali molti valligiani avevano rapporti commerciali o professionali, stava tentando di propagarsi anche nelle valli orobiche, in parte facilitata dal governo della Serenissima che all'epoca era in contrasto con il papa e aveva espresso toni di condanna nei confronti dell'editto del cardinale Borromeo contro le dottrine "erronee".

La delibera per la costruzione della chiesa risale al 13 gennaio 1608, mentre la posa della prima pietra è del 24 giugno dello stesso anno. Successiva è invece la costruzione del campanile, iniziato nel 1645.

L'interno della chiesa è costituito da tre navate divise in quattro campate da tre colonne.

Attraverso quattro gradini si accede al presbiterio, dove si trova l'affresco della "stanza dei santi", opera di Giacomo Busca rappresentante Gesù in croce con a lato la Madonna e altri santi. Sulla volta del presbiterio c'è una tela di Domenico Carpinoni che rappresenta l'Immacolata con un coro di angeli.

L'altare maggiore è opera del Fantoni, è in gran parte di marmo e su di esso è raffigurato l'episodio dell'Apparizione.

Nella chiesa, notevoli anche il pulpito, opera del Fantoni e il sontuoso organo di Giovanni Rogantino da Morbegno recentemente restaurato, con 1345 canne di cui 1255 di metallo e 90 di legno pregiato; la cassa, di origine rinascimentale, è composta da cinque campane e presenta numerosi intagli.

Nello scurolo si trova la statua della Madonna col Bambino, portata ogni anno il 22 giugno in processione. Nello scurolo anche, si trovano molti ex voto ed alcune statue di scuola fantoniana.


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