domenica 22 marzo 2015

LE VILLE DI COMO : VILLA BALBANIELLO



Permette di ammirare contemporaneamente i due opposti paesaggi lacustri: da una parte, verso Sud, il più selvaggio golfo di Diana, verso il Balbiano e l’isola Comacina, dall’altra, verso Nord, quello di Venere affacciato sulla celebre Tremezzina (lo specchio d’acqua compreso fra Tremezzo e Bellagio), uno dei punti più suggestivi di tutto il Lario e meta di villeggiatura
prediletta, tra Otto e Novecento.

Grandi platani potati “a candelabro”, alternati a statue e a millenari glicini, ingentiliscono la scenografica salita, che si snoda tra ripidi tappeti erbosi, delimitati da siepi di bosso e di lauro.
Sparsi nel parco si possono ammirare anche esemplari di lecci, canfore, magnolie e cipressi, oltre a splendidi cespugli di azalee e rododendri, che nella tarda stagione primaverile regalano ai visitatori straordinarie fioriture.
La particolare conformazione geologica di questo terreno ostacolò nei secoli la creazione di un giardino formale “all’italiana”, così come la realizzazione di un parco romantico “all’inglese”.

Il giardino della Villa del Balbianello rappresenta quindi un vero e proprio unicum, un mondo a sé stante, il cui fascino è accentuato dalla perfetta fusione con il paesaggio lacustre che lo circonda.

Il complesso architettonico del Balbianello comprende la Villa, la Loggia, la Casa del Custode, la Ghiacciaia, la Casa Bosco, la Serra e l'esteso parco-giardino. Sorge sull'estrema punta del Dosso di Lavedo e si affaccia sulla sponda occidentale del lago di Como. La villa presenta planimetria articolata sviluppata su sei piani e conserva ancora la facciata con i due campanili dell'antica chiesa appartenente al preesistente monastero francescano. Il giardino si caratterizza per la presenza di grandi platani potati "a candelabro" alternati a statue e a glicini e per i viali che si snodano tra tappeti erbosi delimitati da siepi di bosso e di lauro. Sparsi nel parco vi sono anche esemplari di lecci, canfore, magnolie e cipressi, oltre a cespugli di azalee e rododendri.

La villa del Balbianello comprende due edifici residenziali, una chiesa e un portico aperto sul porticciolo dove fu inciso il motto "Fay ce que voudras" (Fa ciò che vuoi). Da qui una ripida scaletta a picco sul lago conduce alla villa, leggermente più in alto.
I dispendiosi lavori del cardinale modificarono radicalmente il profilo della villa: le balze pietrose e incolte divennero un ombroso e pittoresco giardino, la piccola insenatura fra le rocce fu trasformata in un porticciolo, dal quale, per una scaletta, si sale allo stupendo spiazzo panoramico, ombreggiato da alberi secolari e cinto da una balaustra in pietra. La loggia, che il cardinal Durini volle edificare appena sopra la casa, è la vera invenzione architettonica del Balbianello; allineata con la penisola, consente di ammirare contemporaneamente gli opposti paesaggi della Tremezzina e dell'isola Comacina. Due soli ambienti simmetrici affiancano il triplo fornice: la biblioteca e la stanza della musica, oggi cartografo; qui trascorreva il suo tempo Giuseppe Parini che al cardinale dedicò l'Ode "La gratitudine". La sala del cartografo, nella loggia, custodisce una serie completa di mappe e di carte geografiche, alcune delle quali appartenute a Guido Monzino. Nell'adiacente locale della biblioteca gli oltre quattromila volumi raccolti dal Monzino compongono una delle più complete e preziose collezioni dedicate alle spedizioni alpinistiche e polari. Nell'edificio principale arredi inglesi e francesi del '600 e del '700, arazzi fiamminghi, terrecotte cinesi, sculture africane e precolombiane, una vastissima collezione di dipinti su vetro e di vedute lariane impreziosiscono gli interni.
Al piano superiore della villa, la stanza delle spedizioni è riservata all'esposizione dei cimeli e dei ricordi delle più ardue imprese di Guido Monzino. Oltre alle fotografie, alle bandiere e alle onorificenze conseguite, vi è conservata una delle otto slitte trainate da cani con cui il conte raggiunse, nel 1971, il Polo Nord. Di grande interesse sono le piccole statuette eschimesi che rappresentano divinità e figure antropomorfe.
Per quanto riguarda il giardino, lo spazio che la rocciosa penisola offriva alle ambizioni del cardinal Durini era molto angusto; non fu quindi possibile organizzarvi un giardino all'italiana, anche se numerose siepi di lauro e di bosso delimitano con geometrica precisione zone e tappeti erbosi, ma non fu nemmeno possibile creare un giardino all'inglese. Il giardino del Balbianello è dunque una cosa a sé dove tutto è in funzione del lago e delle sue coste e dove nulla sembra distogliere dalla visione dell'acqua. La chiesetta e l'antico convento, restaurati nel secolo scorso, costituiscono parte integrante del corpo architettonico principale dal quale sembrano quasi distaccarsi per immergersi fra le acque del lago.

La villa venne costruita nel 1787 su un preesistente monastero francescano dal cardinale Angelo Maria Durini. Alla morte del cardinale, nel 1796 passò in eredità al nipote Luigi Porro Lambertenghi, che ebbe come precettore dei suoi figli Silvio Pellico. In seguito la proprietà venne acquistata da Giuseppe Arconati Visconti che ospitò nel suo salotto grandi intellettuali quali Giovanni Berchet, Giuseppe Giusti e Alessandro Manzoni. Il figlio di Giuseppe, Gianmartino Arconati Visconti, fece apportare miglioramenti al giardino e alla loggia, ma al graduale declino del casato corrispose un graduale abbandono della villa, che per più di trent’anni fu lasciata a se stessa.

Villa del Balbianello cadde in stato di abbandono finché un ufficiale statunitense, Butler Ames, la comprò e ne rinnovò il giardino. Nel 1974 venne acquisita dall'esploratore Guido Monzino, erede della famiglia fondatrice della Standa, che la arredò con cimeli provenienti dalle sue spedizioni. Monzino, che morì senza eredi nel 1988, lasciò infine la villa al Fondo Ambiente Italiano, attuale proprietario dell'edificio, che mantiene la villa nelle condizioni in cui la lasciò l'esploratore lombardo.

Dagli anni novanta, la bellezza di villa del Balbianello ne ha fatto una richiesta location cinematografica. Nelle sue sale e giardini sono state girate varie pellicole internazionali, tra cui Un mese al lago di John Irvin (1995), Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni di George Lucas (2002) e Casino Royale di Martin Campbell (2006).


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