giovedì 19 marzo 2015

LA BASILICA DI SANTA MARIA ASSUNTA (Gandino)

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La chiesa prepositurale, assurta a ruolo di basilica, dedicata a santa Maria Assunta è posta nel cuore del vecchio centro storico e da sempre ha ricoperto grande importanza per i propri abitanti, come testimoniato dalle numerose elargizione che, fin dall'epoca medievale, le hanno permesso di dotarsi di importanti opere d’arte. Risalente al 1180, subì numerose trasformazioni fino alla fine del XVII secolo, operata dal gandinese Paolo Micheli, rimase poi tale fino ai nostri giorni. Costituita da una sala interna a tre navate, presenta la copertura con una successione di spioventi posti a differenti altezze (detta facciata a saliente), composta in pietra locale con intensità calda che fanno risaltare lesene e cornicioni di tonalità chiara. Sempre sulla facciata si trovano i portali, realizzati dai veneziani Domenico Rossi ed Antonio Cavalleri, nonché statue di figure zoomorfe eseguite in pietra di Rovigno da Paolo Callolo e Paolo Groppelli. Sulla struttura svetta la torre campanaria alta 74 metri con cupola a cipolla, di derivazione mitteleuropea, dotata di una cuspide in rame alta 13 metri, ed eseguita dal bolzanino Francesco Shgraffer e dal trentino Paolo Sterzl. Il campanile possiede inoltre un concerto di 10 campane datate dal 1706 al 1822. All'interno sono custodite numerose opere di indubbio valore.

I primi documenti che ne attestano l'esistenza risalgono all'anno 1180, mentre nel 1223 venne menzionata negli atti che sancirono l'emancipazione comunale del paese, a dimostrazione dell'importanza ricoperta già in quel tempo. Per venire incontro alle mutate esigenze della popolazione in costante crescita, nel 1421 il primitivo edificio lasciò il posto ad una nuova struttura più grande, che già nel 1469 venne ulteriormente ampliata verso sud con l'aggiunta di una seconda navata. Quella struttura, di poco più corta dell'attuale, venne ristrutturata nei primi anni del XVII secolo, come testimoniato dalla lapide che, tuttora presente, fu murata nel lato sud dell'edificio all'inizio dei lavori. Il progetto fu affidato al gandinese Paolo Micheli, che lasciò le pareti nord ed ovest della precedente struttura, aggiungendo una terza navata. Dopo un rallentamento della costruzione, a causa dell'ondata di peste del 1630, che uccise anche il progettista, la chiesa fu inaugurata nel 1640.

La struttura, rimasta sostanzialmente invariata fino ai giorni nostri, presenta una copertura costituita da una successione di spioventi posti a differenti altezze (detta facciata a saliente), composta in pietra locale con intensità calda che fanno risaltare lesene e cornicioni di tonalità chiara. Sempre sulla facciata si trovano i portali, realizzati dai veneziani Domenico Rossi ed Antonio Cavalleri, nonché statue di figure zoomorfe eseguite in pietra di Rovigno da Paolo Callolo e Paolo Groppelli. Sulla struttura svetta la torre campanaria alta 74 metri con cupola a cipolla, di derivazione mitteleuropea, dotata di una cuspide in rame alta 13 metri, ed eseguita dal bolzanino Francesco Shgraffer e dal trentino Paolo Sterzl. Il campanile possiede inoltre un concerto di 10 campane datate dal 1706 al 1822.

L'interno è a tre navate e vi sono custodite numerose opere d'indubbio valore. Tra queste vi sono la barocca cupola ad ombrello dipinta da Giovanni Battista Lambranzi, con Cristo, san Pietro, san Giacomo Maggiore e san Bartolomeo posti ai quattro punti cardinali, ed il presbiterio, con volta a botte affrescato da Ottaviano Viviani. Presso gli altari dei santi patroni e di san Pietro vi è il ciclo pittorico di Giacomo Ceruti (detto il Pitocchetto), mentre presso quelli laterali sono poste le tele di Simone Cantarini (Incoronazione della Vergine), Domenico Carpinoni, Vincenzo Dandini, Bernardo Luca Sanz, Gian Giacomo Barbello e Gian Cristoforo Storer. Sopra le bussole d'ingresso si trovano inoltre le opere di Paolo Zimengoli (Il diluvio universale), Antonio Balestra (Fuga in Egitto), Sante Prunati (Adorazione dei Magi) , mentre presso l'ancona è collocato il dipinto Maria Assunta con i santi Patroni, eseguito dal gandinese Ponziano Loverini.

Numerosi sono gli intarsi che ornano l'edificio, tra i quali spiccano i confessionali di Giovan Battista Caniana e di Andrea Fantoni, del quale si segnalano anche l'abside in marmi policromi e le sculture della Vergine e degli angeli, l'organo di Ignazio Hillepront, la balaustra in bronzo di Francesco Lagostino, le sculture dei Carra, del Marengo e dello Schmeidel.

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