C'era una volta, nella valle una nobildonna che si innamorò follemente di un giovane pastore. Il giovane respinse più volte l'amore della dama perché era innamorato a sua volta di una un'altra ragazza del luogo di umili origini.
Un giorno la dama, presa dall'ira e dalla gelosia, decise di far rapire la rivale e di farla rinchiudere nelle prigioni del castello che sorgeva sulle alture del Barbellino.
Il pianto disperato della giovane prigioniera fu talmente forte ed intenso che le lacrime si trasformarono in un ruscello e le diramazioni divennero torrenti che travolsero ogni cosa, compresi il castello e la dama malvagia, modificando per sempre il paesaggio circostante e creando il famoso salto dove si tuffa il fiume Serio.
Le Cascate del Serio sono formate dall'omonimo fiume pochi chilometri dopo la sua nascita, nelle Alpi Orobie, in provincia di Bergamo. Sono situate ad una quota di circa 1.750 metri di altitudine (testa della cascata). Si trovano nel territorio di Valbondione, in alta Valle Seriana.
Alte complessivamente 315 metri, misura che fa di loro le seconde cascate più alte in Italia dopo le cascate dello Stroppia in Provincia di Cuneo. Le cascate del Serio sono formate da tre salti principali di 106, 74 e 75 metri. In realtà, i salti sono 6, ma di questi, tre sono praticamente invisibili una volta che l'acqua fluisce, coperti dal fragore dei salti maggiori.
Fino al 1931 esse erano visibili tutto l'anno, in quanto scendevano naturalmente dal soprastante Piano del Barbellino in cui confluivano le acque provenienti da monti come il Recastello, Monte Gleno, mentre d'estate erano alimentate dal ghiacciaio del Trobio, a quel tempo ancora imponente, mentre negli ultimi anni lo spessore del ghiaccio si sta assottigliando (rimane comunque uno dei più importanti di tutto l'arco orobico).
Dal 1932, anno di apertura della diga del Barbellino, esse non furono più visibili, proprio perché il bacino della diga tratteneva le acque che le alimentavano.
Solo dal 1969 fu possibile ammirare nuovamente le cascate, grazie ad un accordo tra Enel, proprietaria della diga, e l'amministrazione di Valbondione, nel cui territorio sono situate. Le cascate tornarono ad essere permanentemente visibili tra il 1975 e il 1977, quando a causa di alcuni lavori di restauro della diga si svuotò completamente il bacino.
Attualmente, è possibile ammirare la cascata per cinque volte all'anno, solitamente una domenica al mese tra giugno e ottobre. In queste cinque date, viene aperto l'invaso del Barbellino per mezz'ora, lasciando defluire tra gli 8.000 e i 10.000 m3 di acqua. Queste acque, una volta percorso il salto, vanno ad aumentare la portata del Serio di 4,5 - 6 m3 di acqua al secondo.
Oggi l'attrazione turistica dell'apertura delle cascate è diventate fonte di economia per il paese di Valbondione, richiama infatti centinaia di turisti che si appostano lungo i sentieri che fronteggiano la cascata o che soggiornano al vicino rifugio Curò. Le cascate sono raffigurate nello stemma stesso della comunità montana dell'Alta Valle Seriana.
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