domenica 22 marzo 2015

LE VILLE DI COMO : VILLA MONASTERO

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Un vasto parco, popolato da alberi secolari, ospita la storica Villa Monastero Pax. La proprietà si affaccia direttamente sull’acqua ed è circondata da alte mura di pietra.
L’effetto scenografico è garantito dalla posizione unica, dagli orizzonti aperti sui panorami comaschi, dagli scorci architettonici romantici e dai riflessi della fonte di acqua purissima che irrora le antiche rose e le secolari magnolie del parco.

Il complesso risale ad un'epoca molto antica: lo raccontano le alte mura di cinta con base romana e le terme.

Villa Monastero nasce infatti dalla continua ristrutturazione dell'antico monastero cistercense femminile di Santa Maria dal 1208 circa.
E' probabile che la sua fondazione sia da mettere in relazione con gli insediamenti religiosi della sponda opposta del lago: con il monastero dei SS. Faustino e Giovita sull' lsola Comacina, da cui provenivano i profughi del 1169.

Villa Monastero è una villa eclettica di gusto nordico. L'edificio è inizialmente un monastero femminile cistercense fondato a fine XII secolo a Varenna, che all'inizio del Seicento viene trasformato dalla famiglia valsassinese Mornico e successivamente ristrutturato e decorato in stile eclettico in particolare tra il 1897 e il 1909 dal suo ultimo proprietario tedesco Walter Kees, della città di Lipsia. L'ultimo intervento amplia inoltre il giardino. Nel 1936 la villa viene donata per diventare bene pubblico e museo dalla famiglia milanese di origini svizzere De Marchi. Nel 1940 viene aperto al pubblico il giardino e nel 1953 viene creato il centro congressi. Negli anni Settanta il compendio è di proprietà del Consiglio Nazionale delle Ricerche e la villa è gestita dall'amministrazione della Provincia di Como; nel 1996, con l'istituzione delle nuove province, la sua gestione passa all'amministrazione della Provincia di Lecco che istituisce la casa museo. Nel 2009 l'intero compendio viene acquistato dalla Provincia di Lecco.

All'interno di Villa Monastero è istituita e aperta al pubblico nel 2003 una casa museo, riconosciuto nel 2005 dalla Regione Lombardia. Già nel 1996 era stata realizzata la parte monumentale della Casa Museo con 14 sale con decorazioni originali e l'arredamento originale dei vari proprietari. La casa museo è stata visitata da più di 40'000 visitatori. La casa museo conserva inoltre la collezione di strumenti scientifici appartenuti a Giovanni Polvani (1892-1970, Presidente della Società Italiana di Fisica e del Consiglio Nazionale delle Ricerche) (strumenti di ottica, elettronica e meccanica)

Villa Monastero è circondato da un giardino con numerose rare specie botaniche. Il giardino, in allestimento a terrazze, è stata strutturata in diversi modelli nel corso degli anni, pur mantenendo un principale tema ricorrente. Il clima mite, peculiare al lago, permette numerose specie botaniche provenienti da tutto il mondo a crescere. Più specie sono aggiunti ogni anno. Nel 2013, più di 1.000 nuove specie sono stati piantati. Ad ogni volta che dei visitatori anno possono godere di una vera esplosione di colori, forme e profumi.

Oggi Villa Monastero è anche una casa museo in cui sono esposti un gran numero di oggetti appartenenti ai suoi diversi proprietari. Stile e gusto caratterizzano questo gioiello unico che è stato splende sul lago di Como per quattro secoli. Nel 18 ° secolo, personaggi di spicco italiani e stranieri della scena culturale e artistica frequentavano la villa, che è stata poi abitata. Le 14 stanze della casa sono completamente arredati. Tutti, dal Pool Hall al Music Hall, dal Mornico Parlour alla stanza principale, offrono  l'opportunità di tornare al passato attraverso i vari stili, i materiali preziosi e le decorazioni di lusso.

I fabbricati del monastero rimasero di proprietà dei Mornico dal 1569 al 1862, e durante questi tre secoli molte furono le ristrutturazioni funzionali. Dalla seconda meta dell'Ottocento, villa Monastero cominciò a subire una serie di trasformazioni ad opera dei successivi proprietari (Genazzini, Maumary Seufferheld, Kees, De Marchi).

Di particolare interesse è lo scalone, realizzato con marmi policromi, ceramiche, stucchi; anche il bagno detto pompeiano o di re Faruk, e un singolare documento di questo gusto.
Nel 1918 la proprietà fu confiscata e passò all' Opera Nazionale Combattenti; venne poi venduta al dott. Marco De Marchi il quale in seguito la lasciò in donazione all'lstituto Italiano di Idrobiologia Marco De Marchi.

Se il Mornico, primo proprietario privato, nella realizzazione della propria dimora si era ispirato a prestigiosi edifici tardorinascimentali lariani, Kees sembrò tenere presente non solo altre residenze locali, quali la villa Melzi di Bellagio e Villa Balbianello di Lenno, ma anche le suggestioni che gli provenivano dalla terra d'origine, che conferiscono alla dimora un aspetto piuttosto inconsueto nel panorama lariano. Seguendo il proprio gusto, che risente dello storicismo della seconda metà del XIX secolo, egli trasformò l'edificio seicentesco in una comoda residenza di villeggiature, dotata di notevoli comfort (un impianto di riscaldamento centralizzato, ovviamente germanico), arredandola con mobili ed oggetti che rivisitano gli stili del passato. Citazioni dal barocco tedesco compaiono soprattutto nella decorazione a stucco con lumeggiature dorate dell'imponente scalone in marmi vari, completata con ancor più evidenti richiami al mondo germanico con pannelli in maiolica in cui sono raffigurati Bach, Kant, Helmotz e Schlueter, il maggior architetto barocco. Vi sono però anche analogie nell'esuberanza decorativa degli arredi con le residenze che Luigi II di Baviera si era fatto costruire pochi anni prima, in particolare con Linderhof ed Herrenchiemsee.
L'elegante prospetto, su due piani, si affaccia direttamente sul lago lungo le cui sponde fa bella mostra di sé un singolare giardino, lungo e stretto, dove un'abbondante vegetazione accompagna il visitatore fra terrazze e belvedere panoramici con inconsueti scorci sul bacino centrale del lago. Statue e sculture ornamentali scandiscono il vialetto antistante cui si può accedere dal lago attraverso un'elegante scalea monumentale. Lo spiazzo antistante l'edificio, costruito a terrapieno, è ornato da balaustre e colonne tortili con un pregevole esempio di fontana barocca a quattro bacini sovrapposti. Fra il verde e i fiori del parco spiccano grandi vasi in pietra lavorata e un gruppo marmoreo incompiuto del Comolli noto come La Clemenza di Tito sul cui basamento si può ancora leggere un'antica iscrizione: "Morte trasse di mano a Gio. Battista Comolli lo scalpello che preparava questo storico emblema, nel 20 dicembre 1830". Tutto intorno eleganti cancellate in ferro battuto con lo stemma dei Mornico cingono la villa stagliandosi contro l'azzurro delle acque.
In questo scenario incantevole Fogazzaro scelse di ambientare la commedia "Nadejde" che gli fu probabilmente ispirata da un soggiorno presso questa elegante dimora. Dell'antico convento rimane la cappella che oggi è adibita a sala di studio e convegni.



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