giovedì 4 giugno 2015

LE VILLE DI SESTO SAN GIOVANNI : VILLA PELUCCA

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Villa "Pelucca", documentata come proprietà della famiglia Pelucchi già dal XII secolo, ha subito nel corso del tempo numerose ristrutturazioni che ne hanno parzialmente modificato l'originario aspetto rinascimentale. Si caratterizza come uno dei primi esempi di villa suburbana con caratteri architettonici autonomi, ormai lontani dalla tipologia castellana e da quella semplicemente rurale.
La villa venne edificata per volere di Girolamo Rabia tra il 1518 e il 1524, secondo una disposizione apparentemente ad U, con corpo principale centrale e due ali minori, anche se quest'ultime sono forse da interpretarsi come il frutto dell'intervento di ristrutturazione intercorso nell'Ottocento. Tali ali, alleggerite da un portico con archi a tutto sesto e capitelli ionici cinquecenteschi, costituirebbero un importante precedente dello schema ad U barocco. E' ipotizzabile inoltre che anche nel corpo centrale della villa fosse presente in origine un porticato in continuità con quelli laterali.
Di notevole importanza il ciclo pittorico che decorava la villa, commissionato a Bernardino Luini dalla famiglia dei Rabia e strappato all'inizio dell'Ottocento per essere trasportato alla Pinacoteca di Brera. Fra il 1520 e il 1525 Luini affrescò quattro stanze della villa con soggetti mitologici, biblici, scene di vita campestre e la cappella, dove è ancora visibile una sinopia raffigurante Santa Caterina deposta nella tomba dagli angeli.
All'inizio dell'Ottocento la villa subì una radicale trasformazione in veste neoclassica e nell'occasione furono costruiti numerosi fabbricati da adibirsi a stalle. Tale ristrutturazione rende particolarmente complessa la definizione di quello che era l'aspetto originario della villa.
La villa è dal 1927 proprietà del Comune che la ha adibita a casa di riposo.

La villa dispone di un grande salone di rappresentanza, affrescato nel 1524 da Bernardino Luini. Gli affreschi, rimossi nel 1816 e nel 1906, sono in parte conservati alla Pinacoteca Brera di Milano e in parte presso altri musei internazionali come la Wallace Collection di Londra, il Museo del Louvre e il Museo Condé di Chantilly. All'interno dell'attuale villa sono state installate dieci riproduzioni fotografiche su tela a grandezza originale degli affreschi.

Gli affreschi decoravano tre stanze e la cappella della villa. Erano rappresentate le Storie dell'Esodo e la Fucina di Vulcano nel grande salone principale, le Storie di Apollo e Pan e le Storie di Psiche nelle altre due stanze; all'interno della cappella, era presente un affresco con Santa Caterina portata in volo dagli Angeli sul Sinai e sopra l'altare era affrescato l'Eterno in gloria fra gli Angeli. È probabile che anche le pareti della cappella fossero affrescate.

Gerolamo Rabia, nobile milanese, fu il committente per Luini di un ciclo di affreschi, tra l'altro, destinato a decorare la sua villa suburbana chiamata La Pelucca, nei pressi di Monza (oggi comune di Sesto San Giovanni e trasformata in casa di riposo). Nel periodo napoleonico risiedette nella villa il viceré Eugenio di Beauharnais, passando poi al demanio del Regno Lombardo-Veneto alla restaurazione nel 1816, poco prima che fosse venuta a privati. Gli affreschi vennero staccati tra il 1821 e il 1822 con una campagna diretta da Stefano Barezzi, che si trasportò, secondo l'uso dell'epoca su tavole di legno: tale tecnica è all'origine delle numerose fessure che ancora oggi sono visibili. Andarono perdute vaste porzioni delle scene, soprattutto relative alle architetture dipinte che le incorniciavano, alterando irrimediabilmente la leggibilità del ciclo e, in alcuni casi, la lettura stessa delle scene.

Non tutti i frammenti restarono però a Milano: alcuni presero la via del mercato antiquario, ricomparendo in diversi musei e collezioni. In tempi recenti Pinin Brambilla Bacilon e Maria Teresa Binaghi Olivari ne hanno condotto un restauro, che ha mantenuto gli storici supporti lignei. In seguito si è provveduto ad allestirli in galleria, con un criterio che per la prima volta li mostrava quasi al completo, dopo lunghi anni di permanenza nei depositi.

Gli affreschi di villa La Pelucca provengono da vari ambienti e compongono un vasto ciclo di stampo umanistico, con episodi tratti dal mondo cortese, dalla mitologia e dalla Sacra Scrittura. La sala più grande, col camino, era decorata dalla Fucina di Vulcano e alle pareti si trovavano Storie dell'Esodo. Una stanza adiacente aveva un sopracamino con il Sacrificio di Pan e sulle pareti il Busto di fanciulla, il Cavaliere e la Scena di metamorfosi, da Ovidio. Un altro ambiente vicino, più piccolo, mostrava il Bagno delle fanciulle, forse la più celebre tra le scene, e la scena di lettura non chiara, che sullo sfondo ha la Nascita di Adone; vi si trovavano inoltre il cosiddetto Gioco della mano calda (un specie di schiaffo del soldato), il frammento con la Coppia di giovani e le lunette con Putti vendemmianti.

Dalla cappella, tuttora esistente, provengono infine il Corpo di santa Caterina d'Alessandria trasportato dagli angeli e altri frammenti: un Eterno benedicente un Angelo adorante nei depositi di Brera e un secondo angelo oggi in collezione privata.






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