mercoledì 3 giugno 2015

LA BASILICA DI SANT'ANDREA A ASOLA



La cattedrale di Sant'Andrea è la chiesa principale di Asola, in provincia di Mantova.

Costruita a partire dal 1472 sulla base di un precedente edificio, la cattedrale è oggi un notevole esempio di architettura tardogotica lombarda e conserva numerose e importanti opere d'arte: un organo Antegnati, tele del Moretto, del Romanino, di Lattanzio Gambara e di Jacopo Palma il Giovane, il quattrocentesco Polittico della Misericordia di Antonio della Corna e altre opere più tarde, seicentesche e settecentesche.

Questa, dedicata a Sant'Andrea Apostolo e Santa Maria Assunta, non fu sempre la chiesa principale della città. La precedettero la pieve di Santa Maria Assunta, eretta prima del Mille nel borgo di allora, a un chilometro dal centro attuale (essa, ormai diroccata, nel 1564 fu demolita, e il titolo passò alla chiesa maggiore) ed entro le mura quella di Sant'Erasmo (nel 1890, con delibera del comune, trasformata in teatro). Nel 1377, al centro della fortezza, si diede inizio alla costruzione di una seconda chiesa gotica, dedicata a Sant'Andrea Apostolo: rivelatasi questa troppo piccola per le necessità dell'abitato, il 18 marzo 1470 i deputati civici deliberarono di ampliarla. Nacque così il tempio attuale, che del precedente mantenne soltanto il presbiterio e il campanile.

La basilica fu iniziata, al tempo dei Gonzaga, su progetto di Leon Battista Alberti, nel 1472, anno della sua morte, da Luca Fancelli, che proseguì nei lavori fino al 1490, e fu completata nel secolo XVIII da Filippo Juvara che costruì la cupola. La basilica, a navata unica dilatata da profonde cappelle laterali e dalla maestosa volta a botte, servì da modello e prototipo per numerose chiese posteriori.

La facciata, che associa un arco di trionfo a un frontone di tempio classico, é l'elemento esterno più degno di nota. La concezione complessiva dimostra un'impostazione inscindibile dai modelli antichi. L'impressionante volta a botte, con decorazione a cassettoni, conferisce all'interno dell'edificio grande solennità e illustra in modo chiaro come l'Alberti, avvalendosi delle concezioni architettoniche dell'antica Roma, sia riuscito nell'intento di conferire il senso del Trionfo.

Le cappelle laterali, anch'esse con volta a botte, ripetono nella stessa scala la struttura e il ritmo della facciata, conferendo un senso di profonda unità all'edificio.

Nell’interno si trova la tomba del grande e famoso pittore Andrea Mantegna, morto a Mantova nel 1506. Altri apporti architettonici e decorativi sono dovuti a Giulio Romano e la sua scuola, Antonio M. Viani, Giorgio Anselmi, Felice Campi e altri artisti, attivi dal XV al XIX secolo.

Tra le cappelle, sono da notare, per i loro riferimenti alla reliquia, quella dell’Immacolata (seconda di sinistra) e quella del Sangue di Cristo o di San Longino (detta anche Boschetti; terza a destra).

La prima mostra nelle sculture in alto le immagini del Padre, dei Sacri Vasi in versione celliniana, S. Andrea e S. Longino; la seconda contiene l’urna di S. Longino e i due grandi affreschi laterali (Giulio Romano e aiuti) che rappresentano la Crocifissione con la raccolta del Sangue e il secondo ritrovamento della reliquia del Sangue (1048) suggerito da S. Andrea. La cappella compendia in un certo senso la storia religiosa di Mantova.

Nella cripta è collocato il tempietto ottagonale con l’altare sormontato dallo ‘scrigno’ per i vasi della reliquia (due copie dei vasi sono esposte ai lati della croce). Al di sopra di questo, su una montagnola è collocata la croce con il Crocifisso: sui bracci della croce, grappoli d’uva; sotto la montagnola, rametti d'ulivo.

Le forti scosse del terremoto dell'Emilia del 20 e 29 maggio 2012 hanno prodotto alcune crepe all'interno della cattedrale.

Dal 1509, quando la chiesa maggiore era stata elevata alla dignità di collegiata, al 1818, quando il papa Pio VII la aggregò alla diocesi di Mantova, la comunità asolana visse l'autonomia religiosa che da tempo rivendicava. Fu infatti una prelatura nullius (cioè non soggetta ad altre diocesi) cui presiedeva un abate commendatario; nessuno degli abati portò mai il titolo di vescovo di Asola, ma solitamente essi erano vescovi (titolari di diocesi in partibus infedelium, cioè antiche diocesi dei Paesi caduti sotto i musulmani) ed Asola, con le parrocchie della quadra, costituì una diocesi pressoché autonoma. Ecco perché la chiesa principale portò il titolo, ancora in uso, di cattedrale.





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