Lasciata Soncino dalla porta orientale e dirigendo verso nord, si risale il terrazzo alluvionale dell'Oglio. Dopo un paio di chilometri, mentre lo scoscendimento verdeggiante verso il fiume scorre a destra della strada, sulla sinistra si raggiunge un complesso noto come Il Tinazzo. Dalla strada, l'elemento immediatamente percepibile è una chiesetta con semplice facciata a capanna risalente probabilmente alla fine del XIV sec., Santa Maria della Neve. Essa costituisce con gli edifici dellazienda agricola, che gestisce i terreni circostanti, ed un ampio parco di circa due ettari il complesso noto come il Tinazzo, probabilmente a ricordare un qualche piccolo avvallamento, che procurava ristagno di acque. La piccola chiesa è interamente affrescata con immagini della Vergine (in buona parte certamente ex-voto) espressione di una cultura religiosa assai pervasiva in un contesto agricolo non prospero, ma dignitoso. Accedendo al Parco dal cancello immediatamente a sinistra si viene immessi in uno spazio probabilmente concepito per il diletto almeno dal XVI sec., che venne arricchito con l'impianto di numerose essenze esotiche, tuttora pienamente conservate, probabilmente nel XVIII sec. Un completo, ulteriore rimaneggiamento - pur rispettoso dei caratteri esistenti - fu eseguito secondo canoni romantici nella prima parte del XIX sec. A quest'epoca si deve anche un piccolo edificio con torre in stile neo-gotico, utilizzata forse anche come punto di osservazione dell'avifauna, specialmente di passo. Oggi il Parco è aperto al pubblico ed è integrato da un apprezzato ristorante, che serve qualificati cibi della cucina locale.
La chiesa denominata inzialmente "Madonna della Rosa" posta nella contrada del Tinazzo, venne successivamente rinominata "Beata vergine del Tinazzo.
L'ampliamento della chiesa avvenne nel 1519- 1520. L'attuale facciata presenta un'impostazione a capanna, impaginata da due massicce lesene con solidi contrafforti di spigolo con funzione portante e decoartiva, nella quale si apre un portale a tutto sesto con sguancio a tre cordonature in latreizio con sovrapposto un gocciolatoio. Sopra l'occhio anzichè un rosone si trova un riquadro rettangolare leggermenti incassato nella muratura, e ospita un affresco di madonna col bambino più vo,lte rinnovato nel corso dei secoli.
Le due finestre laterali della nuova campata si aprono dsimmetricamente a metà parete e ripetono la struttura delle due assimetriche ospitate nella campèata originaria. Il pavimento completa quello pre-esistente con piastrelle rettangolari in latrizio disposte a giunti alternati.
Un Oratorio costeggia la parte nord-ovest della chiesetta e al suo interno antichi dipinti e volte lo rendono ricco di particolari.
Il complesso naturalistico e monumentale del Tinazzo sorge sul ciglione settentrionale dell'antica strada che collegava Cremona a Bergamo.
Il toponimo Tinazzo prese origine dalla distesa acquitrinosa che per secoli coprì l'area golenale del fiume Oglio, alimentata dalle periodiche esondazioni del fiume e dal costante afflusso delle acque risorgive.
Del Parco si hanno notizie fin dal primo '500, ma è nel '700 che fu avviata la sistematica organizzazione secondo criteri moderni con l'introduzione di essenze estranee alla tradizione locale. Recentemente riportato all'antico decoro, il parco ospita interessanti specie vegetali che vanno dagli indigeni acero, corniolo, e biancospino ai maestosi tasso, ippocastano, magnolia e bagolaro.
Parco romanico dell'800 riportato a nuova vita, è attraversato da un canale alimentato da risorgive formanti un laghetto. Accanto alle piante autoctone e caratteristiche dell'antico habitat padano (come il Noce, l'Avero, il Biancospino),vi sono numerose essenze non spontanee.
Il Tinazzo riveste un grande interesse naturalistico per le sue piante secolari e costituisce inoltre un continuo ambientale con il Parco Regionale dell'Oglio.
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