lunedì 1 giugno 2015

LA CHIESA DI SANT' ERASMO A CASTEL GOFFREDO

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La Prepositurale di Sant’Erasmo Vescovo e Martire, costruita nella seconda metà del XVI secolo per volontà del Marchese di Castel Goffredo Alfonso Gonzaga e con il contributo delle Congregazioni Religiose e della Magnifica Comunità, è opera di Bernardino Facciotto o del figlio Girolamo. E’ collocata entro le mura e si affaccia su Piazza Mazzini, cuore rinascimentale della città.

Dagli Statuti della Congregazione della Misericordia risulta che già nel 1288 esisteva a Castel Goffredo una chiesa intitolata a sant'Erasmo.

Iniziata nella seconda metà del Quattrocento, all'epoca in cui il borgo iniziava a svilupparsi fuori dalla prima cerchia di mura di Castelvecchio (Castellum vetus), fu ampliata nel 1516 con la costruzione del presbiterio e una nuova cupola.

Il cardinale Carlo Borromeo, durante la sua visita nel 1540, diede disposizioni affinché fossero apportate modifiche all'interno e portata a compimento l'opera.

Durante il marchesato di Aloisio Gonzaga il tempio fu abbellito ed ampliato con l'aggiunta delle due cappelle laterali (del Battistero e di Sant'Antonio). Nel suo testamento lasciò la somma di cento scudi da impiegare nei lavori alla chiesa.

Ricostruita a seguito del crollo della cupola tra il 1588 e il 1590 da Bernardino Facciotto, architetto del duca di Mantova Guglielmo Gonzaga, per volontà del marchese Alfonso Gonzaga. All'opera contribuì anche il comune.
La facciata verso la piazza fu abbellita dall'aggiunta di cinque piramidi in marmo.

Il pavimento originariamente in cotto, venne rifatto nel 1606 a spese del comune e nel 1638 la cupola venne ricoperta di rame. Tra il 1737 e il 1750, per volontà di don Giacinto Tosani, venne effettuata la pavimentazione a quadri in marmo rossi e bianchi  e la costruzione del pulpito in legno intagliato.

Sulla porta principale della chiesa, il 3 gennaio 1593, venne assassinato Rodolfo Gonzaga, signore di Castel Goffredo, mentre si recava alla messa accompagnato dalla moglie Elena e dalla figlia Cinzia.

Nella prepositurale vengono officiate le principali funzioni religiose della città.

La chiesa, in stile rinascimentale, ha una facciata su due ordini con paraste e timpano ed è decorata da tre grandi portali in marmo bianco. È dotata di cupola a semisfera e fasciata dal tiburio.

Ai lati del presbiterio sono inseriti da una parte la sacrestia e dall'altra alcuni locali e il campanile.

L'interno è a croce latina suddiviso in tre navate, voltate a crociera, da colonne di marmo Botticino nelle quali sorgono sette cappelle:
Cappella del Battistero, con affreschi del Cinquecento;
Cappella di San Giacomo, con tela seicentesca Madonna dell'Apocalisse;
Cappella di San Francesco, con tela settecentesca Le anime purganti di Giuseppe Bazzani;
Cappella del Crocefisso, con affreschi di scuola lombarda del XVII secolo;
Cappella di San Carlo, con tela Madonna con bambino del XVII secolo;
Cappella di Santo Stefano, con tela Martirio di Santo Stefano del XVI secolo;
Cappella di Sant'Antonio, del XVII secolo.
La gradinata e la balaustra in marmo dell'altare maggiore sono state costruite nel 1612.

A sinistra dell'altare maggiore è collocato l'antico organo Costanzo Antegnati, fatto costruire nel 1595 da Caterina Gonzaga, figlia di Alfonso.

Nella nicchia dell'altare della Beata Vergine del Rosario è collocata un'importante statua lignea policroma del 1475, Madonna con bambino, opera di Giovanni Zebellana.

Nel presbiterio si fronteggiano due grandi tele barocche, opere del bresciano Giuseppe Fali: Mosè salvato dalle acque e Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia. Importante la presenza di altari e balaustre del Settecento decorati a tarsie in marmi e pietre dure. L'altare maggiore è opera di Andrea Gamba di Rezzato. La pala d'altare di Sant'Erasmo è opera del 1717 di Gasparino di Volongo. Il coro ligneo del 1750, finemente lavorato, è opera dell'intagliatore castiglionese Domenico Ceratelli (1708-1776).

Ai lati dell'ancona dell'altare del Santissimo, figurano due Angeli adoranti, opera del 1741 dello scultore bresciano Alessandro Calegari.

Un crocefisso policromo in legno del XV secolo, venerati dalla collettività, è collocato nella Cappella del Crocefisso, chiusa da una balaustra in marmi policromi del XVIII secolo opera di Domenico Corbarelli. Al termine della navata centrale, sul lato sinistro, è collocato un elegante pulpito in legno del XVIII secolo, scolpito dal celebre intagliatore bresciano Rizzardo Carboni.

Una serie di confessionali in legno presenti nelle navate laterali risalgono alla prima metà del Settecento. Fra gli archi del colonnato marmoreo di stile tuscanico, scendono i lampadari in vetro di Murano, della seconda metà del Settecento.

Dal 1 maggio 2010 è attivo, all’interno della chiesa, un PERCORSO MUSEALE DI VISITA che termina nella Cappella del Tesoro, dove sono esposte alcune delle opere d’arte più preziose legate alla storia della Prepositurale. Per una narrazione dell’evoluzione della fede e dell’arte dal ‘400 al ‘700, attraverso sculture, manoscritti, argenti e reliquiari.




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