Il Chiese è un fiume italiano lungo 160 km, il diciottesimo per lunghezza fra i fiumi italiani, maggiore fra i subaffluenti del Po.
Nasce nel Gruppo dell'Adamello, più precisamente dal monte Fumo in Trentino, e percorre le valli di Fumo e di Daone formando i laghi artificiali di Bissina e di Boazzo. A Pieve di Bono entra nella Valle del Chiese che appartiene alle Valli Giudicarie Inferiori accogliendo le acque del torrente Adanà.
Più a sud si getta nel lago d'Idro nei pressi di Baitoni (comune di Bondone) entrando in Lombardia (Provincia di Brescia). Uscito dal lago presso Idro, percorre la Val Sabbia fino a Villanuova sul Clisi. Entrato in pianura, scorre in direzione nord-sud lungo la parte orientale della provincia bresciana tra Gavardo e Remedello fino a giungere presso la mantovana Asola. Confluisce da sinistra nell'Oglio a valle di Acquanegra sul Chiese.
All'altezza di Gavardo viene derivato il Naviglio di Brescia.
Il bacino imbrifero del Chiese costituisce uno dei maggiori esempi di sfruttamento idroelettrico montano. In un'area geograficamente limitata si contano infatti ben quattro bacini artificiali e tre centrali idroelettriche. Questo solamente nell'area trentina del bacino. Altri impianti di sfruttamento sono presenti nell'area lombarda.
Il destino del Chiese è simile a quello del gemello Sarca: nascono dai ghiacciai all'interno del Parco Naturale Adamello-Brenta e vengono intensamente sfruttati con opere idriche e idroelettriche. Da notare come i bacini imbriferi dei due fiumi coincidano praticamente con l'area del Comprensorio C8 Giudicarie e Rendena.
La prima proposta di sfruttamento venne presentata il 7 settembre 1926 dalla Società Elettrica Bresciana (SEB) e dalla Società lago d'Idro (SLI) su progetto dell'ing. Angelo Omodeo che prevedeva impianti a malga Nudole, malga Boazzo, Cimego e Darzo. La concessione venne data il 12 ottobre 1949. Nel 1950 alla società alla SLI subentrò la Società Idroelettrica Alto Chiese (SIAC) che assieme alla SEB commissionarono l'incarico del progetto esecutivo all'ing. Claudio Marcello che rivide il precedente progetto nella versione poi realizzata. Negli anni 50 i lavori richiamarono in valle oltre 5000 operai, provenienti dalle province di Belluno, Brescia e Bergamo e da regioni meridionali. Le ditte appaltatrici avevano costruito dei villaggi con cucine, negozi, bar, uffici un servizio sanitario e religioso. Don Mario Peder era il cappellano di cantiere. Pierino Mantovani allora gestore del bar ACLI ha scritto alcuni libri di memorie sull'epopea della Val di Daone e dei grandi lavori. Molti contadini della zona divennero operai e in quell'epoca la valle del Chiese conobbe il passaggio irreversibile dall'economia agricola all'economia industriale. La grande impresa suscitò anche l’interesse del regista Ermanno Olmi che realizzò due cortometraggi ‘Alto Chiese’, dedicato alla costruzione della diga di Bissina e ‘Tre fili fino a Milano’ sulla posa della linea ad alta tensione.
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