La Secchia (ma spesso anche al maschile sottintendendo "il fiume", al Sècia in dialetto reggiano e dialetto modenese) è un importante fiume dell'Italia settentrionale che scorre per gran parte in Emilia-Romagna e, nel tratto finale, in Lombardia. È per lunghezza (172 km), bacino e portata media (42 m³/s), il principale affluente di destra del Po dopo il Tanaro. Il suo bacino (ampio 2.292 km²) è curiosamente identico come estensione, a quello del Panaro.
Nasce dall'Alpe di Succiso sull'Appennino tosco-emiliano nel comune di Collagna in provincia di Reggio Emilia.
La sua sorgente è situata in una conca fra montagne di altezza comprese fra i 1700 ed i 2100 m s.l.m. ad un'altitudine di 1450 m s.l.m. Un sentiero di media difficoltà la collega al passo del Cerreto. Il luogo si presenta come un anfiteatro naturale delimitato da aspre montagne arenariche fra le quali si trova una piccola piana ricoperta di un folto manto erboso ed è attraversato da numerosi ruscelli che formano il primo tratto del fiume. Ai bordi di questa piana circolare si trovano boschi di faggio popolati da cinghiali, lupi, caprioli, volpi e daini.
Poco più a valle riceve dal lato idrografico destro parte delle acque superficiali del Monte Cusna, tramite il torrente Ozola e Secchiello, la restante parte viene raccolta dal torrente Lama, affluente del Dolo.
A partire dalla confluenza dei torrenti Dolo e Dragone (che avviene nei pressi di Cerredolo), inizia a delimitare i confini tra le province di Reggio Emilia e Modena. In località La Volta di Saltino (comune di Prignano sulla secchia) raccoglie le acqua del torrente Rossenna. Nel comune di Castellarano passa per la stretta del Pescale, raggiunge la Pianura Padana nei pressi di Sassuolo, raccoglie il Tresinaro nei pressi di Rubiera, quindi entra in provincia di Modena, attraversa le casse di espansione e sfiora la zona ovest della città di Modena.
Il corso del fiume nel tratto appenninico ha un andamento da sud ovest a nord est, come la maggior parte degli affluenti di destra del Po.
Dopo Modena rallenta scorrendo sinuoso lungo un alveo incassato da stretti argini bagnando il comune di Concordia sulla Secchia ed entrando poi, nella parte terminale del suo corso, in Lombardia.
Qui bagna Quistello andando poi a confluire nel Po poco a sud di Mantova in località Mirasole di San Benedetto Po, nei pressi della foce del Mincio.
Da Quistello verso la foce gli argini sono più distanti ed i meandri vengono utilizzati come aree golenali.
Il corso a nord della via Emilia subì molte variazioni: si ritiene che in epoca romana scorresse più ad ovest di oggi fino a Cavezzo, poi deviava bruscamente ad est ed entrava nel Po a Bondeno. Con lavori protrattisi dal 1288 al 1360 fu costretto nell'attuale alveo, attraverso un accordo fra le città di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova e Ferrara che diedero, in virtù di questa alleanza, il nome al paese di Concordia situato appunto sul Secchia.
Probabilmente la deviazione del corso inferiore fino a Mirasole fu completata nel 1336 per consentire la bonifica della zona di San Benedetto Po.
Il Fiume anticamente piegava verso Est a San Possidonio scorrendo fra Quarantoli, Gavello e Burana dove si gettava nel Fiume Bondeno (ramo del Po oggi non più esistente) e da questo nel ramo principale del Po.
Nel periodo e nei territori del Ducato di Modena, seguendo la filosofia enunciata negli Statuti delle Acque della Comunità di Modena, vennero eseguiti molteplici lavori per modificare l'asta del corso inferiore del Secchia. Fondamentalmente erano interventi di tagli (drizzagni) dei meandri con lo scopo di limitare l'erosione degli stessi e preservare le terre golenali (saldini).
Come tutti i corsi d'acqua appenninici il Secchia alterna fortissime magre estive a imponenti piene primaverili e soprattutto autunnali.
La sorgente ed il tratto superiore del suo corso si trovano in un'area geografica con le più alte precipitazioni medie annuali italiane, dovute anche alle perturbazioni provenienti dal Golfo di Genova.
Rispetto agli altri affluenti appenninici del Po si distingue per la sua copiosità di portate in primavera (caratteristica comune anche al Panaro) grazie al notevole innevamento di cui gode il suo alto bacino per gran parte dell'anno.
Versa alla foce 42 m³/s di portata, la più alta (escluso il Tanaro) tra gli affluenti di destra del Po.
Le sue piene autunnali, particolarmente violente e limacciose (che in casi eccezionali possono raggiungere ampiezze superiori ai 2.000 m³/s.), vengono in parte controllate nel tratto a monte di Modena (Campogalliano) da un complesso sistema di casse di espansione coinvolgenti una superficie di 1.000 ha circa, con una capacità di invaso di circa 15 milioni di mc.
Le piene del Secchia solitamente anticipano di poco quelle del Po e vengono gestite nel corso inferiore aprendo selettivamente i canali del Consorzio della Bonifica Parmigiana Moglia-Secchia che si immettono nel fiume a Bondanello (frazione di Moglia) ed a San Siro (frazione di San Benedetto Po).
Nel bacino del fiume Secchia sono ubicati diversi sbarramenti per la produzione di energia elettrica e l'irrigazione:
Centrale idroelettrica di Ligonchio e Predare dipende dall'unità di Business Idroelettrica Bologna, Nucleo idroelettrico di Parma, realizzata dall'Edison nel 1922. Sfrutta le acque dei torrenti Rossendola e Ozola fatte confluire in tre bacini di raccolta acque a Presa Alta (1229 m), a Tarlanda (1207 m) ed a Ligonchio (1000 m). Da questi invasi (di 60.000 mc) partono le condotte forzate per la centrale di Ligonchio. Le acque di scarico della centrale, raccolte in un invaso (di 135.000 mc), alimentano la centrale di Predare posta pochi chilometri più in basso. La produzione di energia elettrica annuale è di circa 56.500 MWh. Tra il 10 ed il 14 aprile 1945 questa area fu teatro di una battaglia tra i tedeschi ed i partigiani.
Diga di Fontanaluccia (di 2.000.000 mc) sul torrente Dolo, inaugurata il 28 ottobre 1928, rifornisce di acqua la centrale idroelettrica di Farneta della potenza complessiva di 30 MW.
Diga di Riccovolto (invaso di Braglie, di 70.000 mc) sul torrente Dragone rifornisce di acque la centrale di Muschioso.
Sia la Diga di Fontanaluccia che quella di Riccovolto furono costruite dal Consorzio di Bonifica Parmigiana-Moglia per soddisfare le richieste di energia elettrica delle idrovore utilizzate per bonificare la Pianura Padana.
Centrale idroelettrica in località Borgo Venezia nel Comune di Sassuolo inaugurata il 12 maggio 2007 della potenza di 2,5 MW funzionante in autunno/inverno, sfrutta un salto d'acqua della Secchia.
È in costruzione in località Fornace del comune di Baiso un impianto idroelettrico che sfrutterà il dislivello di acqua creato da tre importanti traverse già esistenti.
Il corso appenninico del fiume avviene nella Val Secchia, suddivisibile in Alta, Media e Bassa, dopo Sassuolo scorre in Val Padana.
Nel bacino idrografico di sinistra dell'Alta Val Secchia c'è la sorgente termale di Santa Lucia, utilizzata nelle Terme di Cervarezza del comune di Busana. Più a valle, tra i Comuni di Castelnovo ne' Monti e Villa Minozzo, il fiume passa tra particolari formazioni geologiche chiamate Gessi Triassici, discendendo la valle del Secchia sul suo lato sinistro è presente la Pietra di Bismantova.
Sempre nel comune di Villa Minozzo il Secchia riceve da destra le acque delle Fonti di Poiano, principale risorgente carsica dell'Emilia-Romagna con una portata d'acqua di circa 600 l/s, caratteristiche per elevata salinità (cloruro di sodio e sature di solfato di calcio).
Nella bassa Val Secchia sul lato idrografico destro sono presenti in superficie molti fenomeni geologici: salse, manifestazioni di petrolio, manifestazioni di gas, sorgenti sulfuree. Nel comune di Polinago, bacino del torrente Rossenna, è presente un fenomeno geofisico di risalita di fango e gas chiamata Salsa della Canalina. Prima di giungere nella Pianura Padana vi sono diverse sorgenti di acqua salsa nelle colline che fanno da spartiacque tra la Secchia e la Fossa di Spezzano sfruttate per le Terme della Salvarola.
Nel settembre del 1920 un potente terremoto sconquassò l'Alta Valle del Secchia e tutta la Lunigiana, creando numerose frane.
Nella parte appenninica del bacino del fiume Secchia sono frequenti eventi franosi: una frana nell'alveo del fiume, il 23 aprile 1960 in località Cerredolo, creò un ampio e temporaneo lago (Lago del Cerredolo). Tra le numerose frane presenti nel bacino della Secchia v'è da citare la frana di Tolara, Lezza Nuova, Valoria e di Ca’ Lita.
Le frane appenniniche di Morsiano in Val Dolo e Cerrè-Sologno hanno esposto tronchi antichi interrati datati tra 4000 e 13.500 anni fa.
Da Sassuolo, proiettato verso la Pianura Padana, il sottosuolo presenta un ampio deposito di materiali alluvionali grossolani (conoide della Secchia) estesa dal comune di Campogalliano fin sotto alla Città di Modena. Da questa conoide iniziavano le risorgive fino all'altezza di Carpi-Cavezzo, un tempo chiamati padugli.
Come per le altre conoidi alluvionali dell'Emilia-Romagna ed in genere tutta l'area pedemontana prossima alla Via Emilia, anche questa zona è soggetta a notevole subsidenza.
All'altezza di Rubiera in una delle numerose cave di ghiaia delle zona sono stati rinvenuti i resti di un'importante tomba monumentale romana.
Sempre a Rubiera lungo il Tresinaro sono comparsi durante degli scavi in seguito all'alluvione del 2005 i segni del diluvium, narrato da Paolo Diacono nell'Historia Langobardorum che colpì l'Italia nel 589 d.C. e seppellì il piano romano sotto circa 2,5 metri di ghiaia e sabbia.
Tra Novi di Modena e Mirandola, trasversalmente alla Secchia, così come a Correggio, sono presenti diversi pozzi di petrolio ed un oleodotto attraversa la Secchia il località Le Caselle, presso il comune di San Possidonio, il sottosuolo di quest'area è caratterizzato dalla presenza di una faglia attiva.
In aperta pianura sul lato destro del Secchia nel territorio di Mirandola vi sono delle ampie valli salse (dette Valli Mirandolesi) estese da Cavezzo a San Martino Spino.
Sul lato sinistro, nei comuni di Reggiolo e Novellara, sono presenti delle zone vallive arginate le Valli di Novellara e Reggiolo, facenti parte della Consorzio della Bonifica Parmigiana Moglia-Secchia quali casse di espansione.
Come per il fiume Panaro il tratto in Pianura Padana è fortemente canalizzato ed è considerabile pensile rispetto al piano del terreno circostante.
Il tratto in Pianura Padana del fiume ha una stretta relazione con svariati canali di bonifica.
Esistevano diversi canali storici, utilizzati dalla Città di Reggio Emilia e di Modena, oggi solo parzialmente attivi.
All'altezza di Moglia riceve il Canale Lama, poco più a valle in località Bondanello riceve il Canale Bondanello. A monte della sua foce nel Po a San Siro riceve l'Emissario della Bonifica Parmigiana Moglia, tutti canali facenti parte della Consorzio della Bonifica Parmigiana Moglia-Secchia.
In località Bondanello per scopi irrigui parte delle acque della Consorzio della Bonifica Parmigiana Moglia-Secchia vengono fatte passare sotto alla Secchia tramite una botte e immesse nel Canale Gronda Sud. In località San Siro poco dopo aver ricevuto l'Emissario della Bonifica Parmigiana Moglia, il Canale Collettore Principale del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po viene fatto passare al di sotto della Secchia tramite una botte, in periodi di secca della Secchia e del vicino fiume Po è visibile in questa sede un salto di acqua. Poco dopo l'attraversamento della SS 496 da San Benedetto Po a Quistello l'Emissario della Bonifica Parmigiana Moglia è collegabile tramite un canale trasversale al Canale Collettore Principale del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, unione utile per le sopracitate necessità di gestire le piene della Secchia.
Il Canale Sabbioncello (Consorzio della Bonifica Burana-Leo-Scoltenna-Panaro) dal suo punto di presa nel Po presso Quingentole a San Possidonio ha un corso grosso modo parallelo alla Secchia, ma andamento inverso nel periodo estivo: da nord a sud.
In alcune località ci si riferisce al fiume Secchia con l'articolo femminile la mentre in altre con l'articolo maschile il. A Concordia, nonostante il paese si chiami "Concordia sulla Secchia", gli abitanti si riferiscono al fiume al maschile, chiamandolo "il Secchia".
Modena ha dedicato una Fontana (del Graziosi) ai suoi fiumi, che la delimitano ad est (Panaro) e ad Ovest (Secchia). Il Secchia è rappresentato da una fanciulla e il Panaro da un giovane.
Un antico detto popolare delle zone bagnate dal fiume recita così: "Secchia per le piene e Panaro per le vene".
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