« O beato di Sesto aer sincero,
O tranquilli recessi ove l'orrende
Sue nebbie il turbo cittadin non sente,
E franco brilla il cor, franco il pensier! »
« Arrivò a Sesto, sulla sera; nè pareva che l’acqua volesse cessare. Ma, sentendosi più in gambe che mai, e con tante difficoltà di trovar dove alloggiare, e così inzuppato, non ci pensò neppure. La sola cosa che l’incomodasse, era un grand’appetito; chè una consolazione come quella gli avrebbe fatto smaltire altro che la poca minestra del cappuccino. Guardò se trovasse anche qui una bottega di fornaio; ne vide una; ebbe due pani con le molle, e con quell’altre cerimonie. Uno in tasca e l’altro alla bocca, e avanti. »
(Alessandro Manzoni, I promessi sposi, Cap. XXXVII)
La tradizione popolare per molti secoli ha attribuito la fondazione del monastero di San Nicolao a Santa Marcellina, sorella di Sant'Ambrogio.
Nei secoli l'edificio del monastero ha subito gravi danni causati da incuria e da diversi cambi di destinazione d'uso; nel 1962 è stata demolita la piccola chiesetta romanica presente nel complesso del monastero e nel 2010 la struttura muraria ancora esistente è stata oggetto di un intervento di risanamento e riqualificazione.
A Sesto San Giovanni troviamo le seguenti chiese :
Chiesa di Santa Maria Assunta
Chiesa di San Giuseppe
Chiesa di Santa Maria Nascente e Beato Giovanni Mazzucconi
Chiesa di San Giorgio alle Ferriere
Chiesa della Resurrezione di Gesù
Chiesa di San Giovanni Battista
Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice
Chiesa di San Giovanni Bosco
Chiesa del Ss. Redentore e San Francesco
Chiesa di San Carlo Borromeo
Sesto San Giovanni è la sede del Campo Nord-Italia della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno.
Oltre al caratteristico centro storico, a Sesto San Giovanni è possibile ammirare:
Villa Visconti d'Aragona, originaria del XVI secolo e attualmente utilizzata dai servizi comunali come biblioteca. La Villa conserva pregevoli sale con affreschi.
La Chiesa Parrocchiale, di antica fondazione, al cui interno è possibile ammirare interessanti opere d'arte.
Villa Pelucca, risalente al XVI Secolo, che vanta una Capella completamente affrescata da Bernardino Luini, l'allievo prediletto di Leonardo da Vinci.
Villa Puricelli Guerra, sede della prima filanda della città.
La Villa Torretta (origini medievali), di proprietà, nel corso dei secoli, di nobili famiglie milanesi, nel 1903 viene acquistata dalla Società Breda; conserva interessanti affreschi; oggi è sede di un importante e rinomato hotel di lusso.
Villa Mylius è una villa nobiliare del XVIII secolo. Si tratta della tipica villa di delizia, nobile dimora suburbana per soggiorni e villeggiature. La costruzione è orientata verso canoni neoclassici ed è costituita da un lungo corpo rettangolare a due piani. Dell'originario schema tradizionale a "U" è rimasto il solo corpo centrale, mentre delle due ali non è rimasta alcuna traccia. Nel tempo, accanto al corpo centrale, sono stati costruiti due edifici laterali perfettamente inseriti nell'architettura generale. Su uno di questi edifici è costruita una piccola torre, utilizzata, nei suoi ultimi anni di vita, dall'astronomo Barnaba Oriani per i suoi studi. Il complesso comprende anche un piccolo giardino botanico, il Giardino di Villa Mylius.
Verso la metà del XVIII secolo la villa sorse su un vasto appezzamento agricolo nel centro dell'allora borgo di Sesto. Non si conosce il nome della famiglia che commissionò la costruzione della villa. All'inizio del XIX secolo, Enrico Mylius divenne il proprietario della villa, dove decise di stabilirsi con la famiglia. Enrico Mylius era solito ricevere nella villa esponenti della cultura del periodo, la stessa attenzione filantropica caratterizzò anche la vita degli eredi di Mylius, in particolare della nuora Sophie che fece della villa il centro di veri e propri salotti intellettuali.
Nel 1921 la villa venne acquistata dal comune di Sesto San Giovanni e divenne la sede del municipio. Negli anni del fascismo sulla balconata della villa venne installata una mitragliatrice: un cambiamento brutale, non solo per la società, ma per la villa stessa. In quegli anni infatti molti degli affreschi, delle decorazioni floreali, degli stucchi e dei rosoni dorati finirono sotto una strato di calce. Nel 1954 l'allora sindaco Abramo Oldrini lesse, dalla balconata della villa, il documento ufficiale che proclamava Sesto San Giovanni città. In seguito, villa Mylius divenne prima sede dei vigili urbani e poi sede dell'ISEC.
Villa Puricelli Guerra è una villa del XVIII secolo con aggiunte del secolo successivo in stile neogotico e si sviluppa attorno a due cortili: il primo rappresenta la corte nobile, dove si articola la villa con tipica disposizione a "U", il secondo è invece delimitato da un corpo settecentesco e da un edificio neogotico. Sono conservati all'interno della villa delle tracce di affreschi, in quanto molti sono perduti, così come altri elementi decorativi, a causa dei diversi riadattamenti che nel XX secolo hanno trasformato parte della struttura originaria in abitazioni private.
Le prime notizie della villa Puricelli Guerra si riscontrano nella mappa catastale del 1721, nel periodo di Carlo VI, da dove risulta che la villa apparteneva all’ordine dei Gesuiti (come anche altri edifici storici di Sesto come la cascina Baraggia e la cascina Parpagliona) e sorgeva sui resti di una costruzione datata intorno all’anno mille. Nel 1773, tutti i possedimenti passarono a Maria Teresa d'Austria e a suo figlio Ferdinando. Nel 1797, dopo la venuta di Napoleone nel nord Italia, Giuseppe Manara divenne il proprietario della villa. Alla morte di Manara, la proprietà passa, nel 1812 a Giuseppe Puricelli Guerra che non si limitò ad amministrare i propri possedimenti, ma li rese innovativi e produttivi: nel 1832 infatti, nella corte della villa venne aperta una filanda, in seguito ammodernata nel 1840. La filanda chiuse nel 1890, dopo circa sessant'anni di attività, a causa della crisi generale del settore.
Nel 1923 la villa fu venduta alla Ercole Marelli, che l’adibì ad abitazione per operai e come dopolavoro aziendale. Nel 1970 il comune di Sesto San Giovanni acquista la villa e ne destina una parte ai servizi sociali e un'altra parte a una comunità di intervento sociale. Con i lavori di ristrutturazione, nel 1995, vengono individuati muri databili attorno all’anno mille e parti di un pavimento stradale del XIV e XV secolo.
Villa Campari, conosciuta anche come Casa Alta, è una villa nobiliare del XIX secolo. L’edificio, originariamente con mattoni a vista, ha uno stile vagamente neoclassico che rimanda alla fine del XVIII secolo. Accanto all’edificio principale venne costruito un sopralzo con alcune colonne in stile romanico. I diversi ambienti interni della villa sono ben distribuiti e comunicanti tra loro; la pavimentazione presenta molti disegni geometrici e colori. Ai lati della villa, verso il parco, i vecchi proprietari collocarono tredici effigi degli imperatori che governarono su Roma e Bisanzio, scolpite su marmo.
Il corpo centrale della villa è su due piani, con due ali poco più basse che formano una corte a "U" chiusa dalla cancellata in ferro battuto. Al centro del corpo centrale sorge una torretta che permetteva di liberare lo sguardo sino alle colline brianzole.
La villa Campari venne costruita nel 1826 dall'illustre famiglia patrizia milanese degli Arese-Lucini. Da subito viene chiamata Casa Alta. Nel 1903 la villa diventa proprietà di Davide e Guido Campari, che stabiliscono qui la loro abitazione, mentre nell'area del parco costruiscono la nuova e moderna fabbrica di liquori.
La Campari compie negli anni ottanta un primo attento e particolareggiato restauro. La villa conserva all’esterno il suo aspetto originario e al suo interno è ancora arredata con mobili, quadri e oggetti già presenti nel 1903, all’atto dell’acquisto, o successivamente aggiunti dalla famiglia Campari.
Nel XXI secolo, la sede storica e l'aria circostante la villa, sono state oggetto di un intervento urbanistico omogeneo a cura dell'architetto Mario Botta e dell'architetto sestese Giancarlo Marzorati. La villa, completamente ristrutturata sia negli esterni che negli interni e negli arredi, è sede di un ristorante e al suo interno sono ospitati eventi e corsi enogastronomici.
Villa Zorn fu costruita nei primi dell’ottocento dalla famiglia Marzorati che vi visse per oltre cinquant'anni. Nel 1870 venne ceduta agli Zorn, una ricca famiglia austriaca che viveva a Milano e che arricchì il parco antistante la villa di varietà rare e pregiate di piante. Sul lato nord del parco fece allestire un montagnetta dalla quale si poteva contemplare il paesaggio agricolo circostante.
Villa Zorn ha una foggia neoclassica e la sua struttura è un impianto a blocco lineare con la parte centrale più elevata. Il salone da ballo, cuore della villa, si trova al piano terra. Il parco, noto un tempo per la varietà di piante, conserva ancora alcune tracce dell’originario impianto romantico, come la fontana all'estremità sud. Attualmente è stato trasformato in un giardino pubblico.
La Villa Vigoni-Zoffa fu costruita agli inizi del XVII secolo, oggi si possono ammirare solamente alcuni ruderi in un giardino pubblico.
La Villa Gaslini fu costruita all'inizio XIX secolo, di proprietà della nobile famiglia dei Gaslini, oggi è scomparsa.
Il Villaggio Falck è un villaggio operaio costruito dall'omonima fabbrica su un preesistente villaggio industriale, il Villaggio Attilio Franco del 1906.
Il Municipio (1961-67) e il Monumento alla Resistenza sono opere di Piero Bottoni.
La sede storica della Campari, di cui rimane la sola facciata, è stata ammodernata a partire dalla seconda metà degli anni novanta, su progetto dell'architetto Mario Botta.
Il Monumento al Deportato, opera dell'architetto Lodovico Barbiano di Belgiojoso presso il Parco Nord Milano.
Il Parco archeologico industriale ex-Breda, un museo diffuso sul territorio che un tempo ospitava gli stabilimenti tra Sesto e Milano. Ne fanno parte il Museo dell’Industria e del Lavoro, l'Archivio Giovanni Sacchi, il Carroponte, una Locomotiva Breda 830 e lo Spazio MIL, al cui interno è collocato un maglio a vapore della Breda dalla potenza di 1500 kg/m.
Al confine con i comuni di Bresso, Cinisello Balsamo e Milano sorge il Parco Nord Milano, vasto parco (circa 600 ettari), dal 1975 parco regionale della regione Lombardia. Lungo l'asta del Lambro, che scende da Monza toccando Brugherio e Cologno Monzese è situato il Parco Media Valle del Lambro, di rilevanti contenuti naturalistici ma soprattutto di archeologia industriale. Sesto è il comune capofila del consorzio che lo gestisce.
A Sesto San Giovanni ha sede la società Pro Sesto, fondata nel 1913, militante in serie D.
Le Società di pallacanestro che hanno sede nel Comune sono: la POSAL, fondata nel 1955 che partecipa al campionato regionale di serie C2 e la Rondinella Basket, fondata nel 1963 che dalla stagione 2015/2016 disputa anch'essa il campionato di serie C regionale. Nel basket femminile Sesto è rappresentata dalla Geas Basket che milita in serie A3, dopo aver giocato molti anni in serie A1.
Il primo maggio si disputa la gara di marcia Coppa Città di Sesto San Giovanni, in cui gareggiano molti dei migliori marciatori internazionali.
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