Gli stabilimenti della Breda si svilupparono all’inizio del ‘900 su un vasto territorio tra Sesto San Giovanni e Milano. Locomotive ed elettromeccanica, industria ferroviaria, fucine, siderurgia e aeronautica furono i settori di produzione. In quest’area, oggetto di trasformazione e riqualificazione, ci sono importanti testimonianze industriali e di residenza operaia. Il Museo dell’Industria e del Lavoro, il Carroponte, la Locomotiva Breda 830 e il Parco Torretta sono parte del Parco Archeologico Industriale ex Breda. Dove sorge la Torre dei modelli si trovava alle origini l'entrata principale della Breda. Qui tra il 1906 e il 1909 fu costruito uno stabilimento con tetto a shed e mattoni a vista, dove iniziò la produzione.
Viene fondata nel 1886 e apre i suoi stabilimenti sestesi nel 1903. Dall’iniziale produzione di locomotive a vapore (di cui si può vedere un esemplare del 1906 esposto all’interno del Parco archeologico industriale ex Breda) l’attività si estende in seguito alla fabbricazione di treni elettrici, materiale bellico, aerei e componenti per l’industria nucleare. Tra i prodotti più famosi i tram gialli che ancora circolano per Milano, il treno Settebello e i proni convogli della metropolitana milanese. Aziendachiave nello sforzo bellico italiano, gli stabilimenti della Breda sono tra quelli maggiormente coinvolti nell’ondata di scioperi che precedono e seguono la caduta del governo Mussolini nel 1943. Al crollo del fascismo si introduce l’occupazione nazista, ostacolata dai Gap (Gruppi di azione patriottica) che si formano e riuniscono nelle fabbriche. Si susseguono arresti, deportazioni, fucilazioni e atti di sabotaggio e guerriglia. Il 28 aprile 1945 gli alleati entrano a Sesto San Giovanni.
La città viene insignita il 18 giugno 1971 della Medaglia d’Oro al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana.
Negli anni ’80 la Breda, che era arrivata a contare 20.000 addetti, si smembra ed in gran parte scompare. Sopravvivono ancora la Breda Energia che produce valvole per gasdotti e pozzi petroliferi oltre alla Ansaldo Camozzi ex Breda Nucleare.
A seguito della riqualificazione, l’area comprende adesso il Parco Archeologico Industriale ex Breda nonché diverse realtà e imprese tutt’ora operative, come la Vetrobalsamo, il Laboratorio Innovazione Breda e due distretti di piccole e medie aziende.
Il Parco Archeologico ex Breda, l’area all’interno della quale è collocato il Carroponte è uno dei brani della recente storia di Sesto San Giovanni che l’Amministrazione Comunale ha deciso di salvaguardare (al pari di altri elementi), e che si inserisce nell’ipotesi del museo diffuso sul territorio o dell’ecomuseo che prevede la tutela, il restauro e la valorizzazione di quegli elementi di carattere culturale, sociale, naturalistico e storicoartistico di particolare rilievo presenti in città. Un progetto che si svilupperà nei prossimi anni soprattutto grazie all’acquisizione degli enormi e stupendi edifici, oggetto di tutela presenti all’interno delle aree ex Falck.
Il parco ex Breda, un’area ex industriale trasformata in polo culturale occupa una superficie di circa 52.000 mq. Al suo interno vi è la Porta Breda, lo Spazio Mil, il Carroponte, la locomotiva Breda e il nuovo allestimento composto dal carro lingottiera Falck con le lingottiere e la nuova struttura in acciaio corten riportante i grandi numeri delle aziende sestesi ed in grado di fornire al visitatore numerosi contributi sonori. Lo Spazio Mil, costruito sulla tipologia del magazzino ricambi della Breda Siderurgica preesistente ospita al suo interno l’archivio Giovanni Sacchi, il ristorante il Maglio e lo spazio teatrale, in un uno spazio dominato da un imponente maglio Breda da 15 tonnellate, il Museo dell’Industria e del Lavoro.
Il parco è attraversato da una pista ciclabile dedicata a Luigi Malabrocca, storica maglia nera del Giro d'Italia e, verso la Villa Torretta, è presente la scultura Porta Breda (sempre in Corten) dell'artista Michele Festa.
Il carroponte presente nel parco venne costruito dalla Breda negli anni trenta del XX secolo. È lungo circa 200 metri, largo circa 60 metri e alto circa 20 metri ed è costituito da due file di colonne e di travi che un tempo sorreggevano sette gru a ponte della portata di tre, dieci e quaranta tonnellate. I rottami arrivavano nell'area su vagoni ferroviari provenienti dalla rete ferroviaria nazionale, che entravano negli stabilimenti Breda (e Falck) attraverso una rete di binari che attraversava buona parte della città di Sesto San Giovanni. Le gru, scorrendo sui binari posti in cima al carroponte, movimentavano i rottami ferrosi depositati nell’area: li scaricavano dai vagoni e li dividevano per tipologia e infine li avviavano alla fonderia. I diversi movimenti del carroponte, dal sollevamento e abbassamento del carico tramite l'argano, al movimento longitudinale e trasversale, venivano manovrati da un operaio addetto nella cabina posta sul ponte stesso. In seguito alla chiusura dell’acciaieria il carroponte cessò la sua attività, venendo definitivamente dismesso con la chiusura degli stabilimenti siderurgici Breda negli anni novanta.
A partire dagli anni duemila il carroponte è stato oggetto di una ristrutturazione e grazie alla costruzione di un palco coperto e ad una suggestiva illuminazione è sede di eventi, concerti, spettacoli e attività culturali.
All'interno del parco e in prossimità del carroponte è esposta una Locomotiva FS 830 (unità 017) di produzione Breda. Costruita nel 1906, faceva parte della seconda serie di 830, numerate da 15 a 44, che si differenziava dalla prima serie per il telaio più lungo nella parte posteriore, la maggiore capacità della carboniera e la cabina di pilotaggio dal taglio più moderno. La locomotiva Breda 830/017 era un modello ancora più particolareggiato, data l'assenza del compressore e dell'impianto di frenatura ad aria compressa. Per trent'anni, fino al 1936, questa locomotiva ha viaggiato sulla rete delle Ferrovie dello Stato Italiane. In seguito venne ceduta alla Cokitalia, dove rimase in servizio fino al 1986, subendo diversi ammodernamenti. Nel 1988 venne acquistata dalla Finanziaria Ernesto Breda e nel 1995 venne ceduta al comune di Sesto San Giovanni.
Nel 2005 ha subito un restauro presso l' Ansaldo-Camozzi e nel 2006, centenario della sua costruzione, è stata collocata all'interno del parco archeologico industriale ex-Breda e protetta da una copertura in plexiglass.
In prossimità della locomotiva è collocato un carro utilizzato per il trasporto delle lingottiere. Questo carro ferroviario veniva utilizzato per movimentare e pesare le lingottiere. Consentiva di ottenere un valore predefinito della tara delle lingottiere e agevolava il controllo della quantità del metallo che veniva colato al loro interno; insieme alla locomotiva è una testimonianza dell'importanza del sistema ferroviario all'interno del contesto industriale urbano, soprattutto per il servizio di collegamento fra i diversi siti cittadini di lavorazione.
Lo Spazio MIL (dove MIL è l'acronimo di Museo dell'Industria e del Lavoro) è un grande edificio in mattoni rossi a vista della prima metà degli anni trenta, un tempo adibito a magazzino ricambi della Breda Siderurgica. È stato ricostruito ed ampliato con una nuova porzione in ferro e cemento. Il complesso si articola su tre navate per uno spazio totale di circa tremila metri quadrati. Ospita spettacoli, mostre ed eventi.
All'interno dello Spazio MIL è ospitato l'archivio Giovanni Sacchi che raccoglie una grande quantità di documenti e modelli del noto designer e progettista sestese. I diversi materiali in archivio sono organizzati in aree predisposte per la loro conservazione e sono impiegati per allestire mostre tematiche temporanee. Nell’archivio è presente anche un'esposizione permanente dedicata all'iter progettuale di alcuni oggetti di design progettati e prodotti nella bottega di Giovanni Sacchi, operativa sino al 1997. È inoltre stato allestito un laboratorio con un'area attrezzata per lo svolgimento di laboratori di modellistica.
L'archivio è curato dalla Fondazione ISEC.
Il grande maglio a vapore è ospitato all'interno dello Spazio MIL. Venne costruito dalla Breda tra il 1910 e il 1920 ed è stato utilizzato fino alla fine degli anni ottanta. Completamente d’acciaio, il maglio veniva impiegato alla Breda Fucine nei lavori di fucinatura a caldo di pezzi di dimensioni ridotte. La grande mazza battente di acciaio poteva sviluppare una forza di millecinquecento chilogrammi per metro quadrato e per il suo funzionamento era necessario l'intervento di due o tre operai. Uno stantuffo a vapore, la cui valvola di alimentazione era manovrata da un operaio, sollevava la grande mazza battente, che veniva in seguito rilasciata e andava ad abbattersi sul pezzo in lavorazione. Il pezzo, di metallo riscaldato, veniva posizionato e tenuto sull’incudine da un altro operaio munito di pinze e riceveva i colpi necessari ad assumere la forma indicata dal disegno. Il peso dell’imponente maglio è di circa quindici tonnellate, per un’altezza di circa 5 metri. È stato donato dalla Metalcam al comune di Sesto San Giovanni.
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