La Basilica-Santuario di San Luigi Gonzaga fu costruita a Castiglione delle Stiviere dai Gesuiti tra il 1608 ed il 1610 sull'area a loro donata dal marchese di Castiglione, Francesco, fratello del Santo. In stile barocco, costruita sulla falsariga della Chiesa del Gesù del Vignola, a Roma, su progetto del gesuita gardesano Luca Bienni, la Basilica fu ampliata nel 1761 quando si costruì il presbiterio e si innalzò la cupola, ed il gruppo marmoreo dell'altare maggiore venne sistemato in fondo alla navata principale; poco più in alto sta la pala settecentesca di Antonio Balestra raffigurante il Santo in preghiera davanti alla Vergine e vicino, nell'urna barocca, la reliquia del teschio di San Luigi. L'interno dell'edificio è ricco di icone dedicate ai principali momenti della vita del Santo, di affreschi e di decorazioni a stucco; a destra del presbiterio, nella cappellina settecentesca vi sono le urne con i corpi incorrotti delle nipoti di Luigi, le tre fondatrici del Collegio delle Vergini.
Quello che oggi è il Santuario nacque nel 1608 con la costruzione della Chiesa e dell’attiguo Collegio per i ragazzi. Contemporaneamente, a 200 metri di distanza, le tre Nipoti di S.Luigi - Cinzia, Olimpia e Gridonia - in collaborazione con i padri gesuiti dettero vita al Nobile Collegio delle Vergini di Gesù per l’educazione delle ragazze di buona società.
Così attorno a quello che attualmente è il Santuario, si trovava un polo educativo di eccellenza e un centro di irradiazione spirituale e culturale. Quello che oggi chiamiamo il Santuario, comprendeva il Collegio dei Gesuiti, la Chiesa e, in mezzo, un ampio corridoio o galleria di accesso ad entrambi.
Il Collegio dei Gesuiti nel 1980 è diventato sede del Municipio della città, la galleria o corridoio è diventata nel 2006 la Sala don Rinaldo e la Chiesa, con l’arrivo della Reliquia del Santo nel 1610 divenne Santuario; nel 1968 fu elevata a Basilica minore da papa Paolo VI.
Attualmente il Santuario di San Luigi è formato dalla Basilica, dalla sacrestia settecentesca, dalla Sala don Rinaldo, da due piccoli giardini e dalla casa rettoriale.
La costruzione della chiesa elevata a basilica nel 1964 iniziò nel 1608 e venne praticamente ultimata nel secolo successivo. Lo stile è barocco e il progetto è del padre gesuita Luca Bienni di Salò.
L'armonica facciata è arricchita dal bel protiro in marmo, da lesene ioniche e tuscaniche, da due medaglioni laterali in marmo bianco, da una monofora centrale balaustrata e dal timpano con cornice e dentelli, sormontato da sfere metalliche e croci. La porta lignea, recentemente restaurata, risale al 1680.
Il campanile, sul lato destro, è in stile barocco.
La cupola, impostata sul tamburo cilindrico, con la lanterna sormontata dal cupolino con sfera e croce, viene innalzata nel 1727 su progetto dell’architetto Paolo Soratino di Lonato, in occasione della canonizzazione del Beato Luigi.
Il grande ambiente interno ad aula si presenta nella sua semplicità architettonica, sottolineata dalle modulazioni dell’illuminazione con sei cappelle laterali; la decorazione è barocca.
Al centro del soffitto, a botte, una tempera del pittore Martinenghi eseguita nel 1891, rappresenta il Santo che insegna il catechismo ai giovani di Roma, mentre sopra le cornici orizzontali della volta, sono raffigurati i dodici apostoli e i simboli dei quattro evangelisti.
L'affresco fra le due membrature dell’arco trionfale eseguito nel 1741 dal pittore veronese Giorgio Anselmi, rappresenta la gloria di San Luigi Gonzaga. Fra le cappelle laterali e sulla parete di fondo, sono collocati dieci ovali monocromi della seconda metà del 1600, che, con la grande tela pota sopra la porta d'ingresso, illustrano episodi della vita interiore del Santo. Il pulpito, la tribuna del principe, i matronei e i sei confessionali lignei ricchi di intagli profondi a motivi vegetali, sono di pregevole fattura e risalgono alla fine del 1600 e ai primi del 1700.
A destra della porta d'ingresso la cappella di San Stanislao Koska. La pala posta sull'altare, raffigura il Santo in preghiera davanti ad un quadro della Pentecoste. L'opera datata 1737 è firmata dalla bolognese Lucia Torelli.
Di fronte, la cappella del Crocefisso. Conserva una bella scultura in legno del Cristo morto sulla croce. L'opera attribuita ad un artigiano locale della fine del 1600, è caratterizzata da un certo realismo anatomico e cromatico.
Segue quella dedicata all’Assunta. Il seicentesco paliotto dell’altare decorato con finissime tarsie marmoree, è abbellito al centro, da una piccola immagine dell’Assunta scolpita in marmo bianco. La tela, di autore ignoto, è della seconda metà del 1700.
Di fronte, la cappella di San Francesco Saverio. Nella tela, sull’altare, il Santo viene rappresentato nell’atto di predicare il Vangelo ai popoli non ancora venuti in contatto con il Vangelo. L'opera, né datata, né firmata, risale alla prima metà del 1700.
Segue quella dell’Addolorata. La pala dell’altare, porta in basso a destra, la scritta: "Guercino Giovanni Francesco - Cento 1650" e va collocata all'interno della tarda produzione del maestro ferrarese.
Di fronte, la cappella di S.Ignazio di Lojola, il fondatore della Compagnia di Gesù. Sulla tela dell’altare è raffigurata l'apparizione della Trinità al Santo. L'opera è attribuita ad un pittore locale del 1700.
L'area del presbiterio, delimitata da una balaustra in marmo, è dominata dalla monumentale e complessa struttura dell'altare maggiore di epoca tardobarocca, ricca di marmi, di sculture e di elementi architettonici. L'opera viene realizzata nel 1761 su progetto di Paolo Soratino.
Alle estremità laterali dell’altare e dell’ancona, addossata alla parete dell'abside, due copie di angeli in marmo bianco reggicandelabro e le statue classicheggianti raffiguranti le virtù dell’innocenza e della penitenza.
Al centro, angeli genuflessi e cherubini ornano il tempietto che custodisce l'urna col teschio di San Luigi Gonzaga, donato dai Gesuiti al fratello del Santo, Francesco, nel 1610. Sopra la reliquia è collocata la pala del 1734 di Antonio Balestra raffigurante San Luigi in preghiera davanti alla Vergine. Il grande complesso marmoreo è sovrastato dal trionfo eucaristico (simbolo dei Gesuiti) e da angeli adoranti. Tra la mensa dell’altare a pianta concava e l'ancona, una scala in marmo permette ai fedeli di passare davanti alla reliquia del Santo.
Ai lati dell'altare maggiore, due mense in legno di noce intagliato con motivi decorativi cinquecenteschi.
I quattro pennacchi della cupola, incorniciati da decorazioni a stucco, sono attribuiti al Pitocchetto (secolo XVIII) e rappresentano episodi della vita del Santo: la nascita, la prima comunione, la rinuncia al marchesato e l'ingresso di Luigi nella Compagnia di Gesù a Roma. La calotta interna della cupola, è ornata da una ricca decorazione a stucco con otto medaglioni affrescati, raffiguranti le virtù cristiane. La carità è rappresentata da S.Luigi vestito da principe nell’atto di soccorrere l’appestato. Nell’interno del cupolino della lanterna, una colomba rappresenta lo Spirito Santo.
L'organo, collocato a destra del presbiterio datato 1794, è firmato da Gerolamo Bonatti. Le cantorie, in stile rococò, sono decorate da scene laccate su fondo oro e rappresentano paesaggi cinesi.
A sinistra del presbiterio, sotto la cantoria, si apre l'accesso alla sacrestia. Nel medaglione centrale del soffitto, è affrescata la gloria di San Luigi. Il vasto ambiente è arricchito da un arredo ligneo in noce di finissima qualità.
L'opera artisticamente più pregevole è l'altare in legno datato 1684 della bottega del Ceratelli. Al centro, sopra il tabernacolo, una tela della fine del 1500 (importantissima dal punto di vista iconografico) rappresenta San Luigi in preghiera davanti alla Vergine.
Di fronte, una tela settecentesca attribuita al Furioli, raffigura il Santo in atto di presentare le tre nipoti (in abiti religiosi) Cinzia, Olimpia e Gridonia, alla Vergine. Alle pareti tre ovali monocromi, rappresentano momenti della diffusione del culto aloisiano, mentre le otto tele della seconda metà del 1600 poste negli angoli, raffigurano angeli e Santi della Bibbia.
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