martedì 2 giugno 2015

PERSONE DI CASTIGLIONE DELLE STIVIERE : HENRY DUNANT

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Jean Henri Dunant, più noto come Henry Dunant (Ginevra, 8 maggio 1828 – Heiden, 30 ottobre 1910), è stato un umanista, imprenditore e filantropo svizzero. Premio Nobel per la pace nel 1901 per aver fondato la Croce Rossa di cui erano già da alcuni decenni membri attivi molti paesi di tutto il mondo, tra cui anche l'Impero ottomano.

Dunant, discendente da una fervente famiglia calvinista con grande influenza nella società ginevrina, nacque a Ginevra l'8 maggio 1828; fu educato ai valori dell'aiuto nel sociale: il padre era attivo nell'aiuto di orfani, mentre la madre lavorò con i malati e i poveri.

Dunant crebbe durante il periodo di risveglio religioso chiamato appunto Risveglio, movimento di ritorno alla pura dottrina della Riforma. Circa vent'anni dopo scrisse un libretto di adulazione su Napoleone III, l'unico che poteva risollevarlo dai suoi problemi finanziari, adulato come colui che aveva ristabilito il Sacro Romano Impero di Carlo Magno.

La madre, come in tutte le famiglie della nuova Chiesa risvegliata, ebbe una sua cerchia di famiglie in difficoltà, che visitava portando il conforto della parola e modesti contributi finanziari. Nelle sue visite, Nancy portò con sé il figlio Henry, che imparò, dalla pratica della madre, l'amore per il prossimo ed il dono di sé, valori che terrà a mente per tutta la sua vita e nelle sue innumerevoli opere umanitarie.

La sua formazione adolescenziale non fu brillante: iscritto al college a dieci anni, a dodici ripeterà la classe e più tardi non terminerà gli studi. La materia in cui si esprimeva pienamente era la religione, cui lo spingeva la sua formazione familiare e comunitaria. Il suo ulteriore bagaglio culturale si basò su letture personali da autodidatta, che gli consentirono in seguito di entrare in numerose società geografiche. Henry eccelse soprattutto nell'azione: seguendo la tradizione calvinista della sua famiglia, aderì formalmente al movimento evangelico all'età di 18 anni e si dedicò al tema dell'abolizione della schiavitù. Prima dei venti anni fu membro della Societè D'Aumònes, che gestiva opere di carità. In quegli anni faceva visita alle case di infelici caduti in miseria. La domenica pomeriggio si recava dai detenuti della prigione dell'Eveché, presentando loro, nella cappella del carcere, conversazioni scientifiche, racconti d'avventura e viaggi e soprattutto la Bibbia.

Dunant ripose grande fiducia in quei carcerati, da cui venne considerato una persona di buon cuore, distinguendosi per la sua grande capacità di coinvolgere e organizzare coloro con cui veniva a contatto. Nell'estate del 1847 fece una gita di alcuni giorni nelle Alpi in compagnia di due amici, tra escursioni e letture evangeliche; continuarono a vedersi una volta a settimana a casa dell'uno o dell'altro per leggere la Bibbia o pregare. Nella Riunione del Giovedì chiamò altri invitati, troppi per riunirsi nelle case private, così nell'autunno del 1851, nacque un'organizzazione ben strutturata chiamata l'Union Chretienne de Genève, di cui Dunant divenne il segretario. In quegli anni erano nate in Inghilterra le Young Men's Christian Association, poi in Francia le Union Chretienne de Jeunes Gens ed infine in Italia le Associazioni Cristiane dei Giovani. La sezione svizzera fu costituita nel 1852 e Dunant ne fu il segretario sino al 1860.

Nel 1855, dopo aver raggiunto la vetta della sua impresa giovanile, la sua fede risvegliata sembrò avere una flessione. Forse i due viaggi in Algeria dirottarono i suoi interessi e Max Perrot, primo presidente dell'UCJC, scrisse di lui che, sebbene fosse una gran brava persona, stava subendo una pericolosa involuzione, anche se in passato era stato un animatore instancabile.

Per la Compagnie genevoise des colonies suisses, che ha ricevuto dal governo francese un terreno a Sétif in Algeria, Dunant compie viaggi in Algeria, Tunisia e Sicilia. Nel 1858 pubblica il suo primo libro ispirato alle sue esperienze di viaggio, le Notice sur la Régence de Tunis; il libro gli permette l'accesso a numerose società scientifiche.

Nel 1856 fonda una società coloniale che due anni più tardi, dopo aver ottenuto una concessione di terreno in Algeria, diventa la Société financière et industrielle des moulins de Mons-Djémila à Saint-Arnaud (l'attuale El Eulma). In collaborazione con il suo socio Henry Nick ottiene l'autorizzazione a costruire un primo mulino. Dei dieci villaggi da costruire ne viene realizzato solo uno ed i coloni immigrati, vivono in condizione sanitarie insostenibili, tali da esporli a epidemie di colera e di tifo.

D'altra parte si sviluppa una rete di speculazioni all'ombra dell'organizzazione ginevrina e Dunant si mostra molto imprudente:installa il più moderno mulino alla cascata sul torrente Deheb, spende parecchio per la costruzione di una strada di accesso ed aspetta la concessione francese per risanare il suo investimento. La coessione si rivela però di soli sette ettari, insufficiente ad ammortizzare le spese. Dunant si ritrova così più che mai a mal partito, non solo perché non sono in vista nuove concessioni, ma anche perché le perdite sono ormai rilevanti. Tenta di costruire una società per azioni che possa contenere l'impresa originaria assorbendone i debiti e coglie nel 1858 la possibilità di cambiare cittadinanza; Dunant non ha vantaggi immediati di questo suo cambio, ma decide di rivolgersi a Parigi direttamente a Napoleone III per sollecitare le concessioni di cui la sua società ha bisogno per sopravvivere.

L'imperatore, impegnato nella guerra franco-austriaca, è partito per l'Italia, dove Dunant comincerà a inseguirlo tra le battaglie che si svolgono nella Pianura padana.
Il Dunant arriva così a Solferino il 24 giugno del 1859, immediatamente prima di quella che fu una delle battaglie più sanguinose che l’Europa abbia mai vissuto.
Il Dunant rimane sconvolto dalle condizioni in cui versano i feriti, abbandonati a loro stessi e ricorrere alla buona volontà della popolazione per organizzare un servizio di assistenza sanitaria ai feriti.
Dopo la battaglia il Dunant torna a Ginevra, trasferisce tutta la sua amarezza, le emozioni, l’angoscia e l’impotenza provate durante quella strage in un libro, “Souvenir de Solferino”, che pubblica nel 1862, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica per la realizzazione del progetto che ha maturato dopo l’esperienza vissuta a Solferino: creare una Società di soccorso volontario in ogni Stato, con il compito di organizzare ed addestrare squadre per assicurare l’assistenza dei feriti in guerra. Propone inoltre che i feriti ed il personale sanitario vengano ritenuti neutrali dalle Parti belligeranti e che siano identificati e protetti da un segno distintivo comune.
Nel 1862 il Dunant aderisce alla “Società ginevrina di Utilità Pubblica”
Il 26 ottobre 1863, unitamente ai membri del cd. “Comitato dei 5” organizza a Ginevra una Conferenza Internazionale ch porta, il 29 ottobre dello stesso anno, alla firma dell’atto di nascita della Croce Rossa, dieci risoluzioni che contenute definiscono ruolo, funzioni e mezzi delle associazioni volontarie di soccorso.
Successivamnete gli affari del Dunant precipitano ed è ridotto al fallimento e viene escluso dal movimento. Il Dunant si trasferisce a Parigi dove è costretto a vivere in condizioni di estrema povertà, ma le sue condizioni economiche non gli impediscono però di portare avanti gli obiettivi per i quali tanto ha lottato, partecipando a diverse conferenze in Inghilterra.
Nel 1877 il Dunant si ritira a Heiden (piccolo villaggio a sud del lago di Costanza) nel cantone di Appenzell dove nel 1895 un giornalista riconoscerà in lui il fondatore della Croce Rossa. Grazie a questo incontro il Dunant sarà onorato pubblicamente ed ufficialmente tanto che nel 1901 gli verrà riconosciuto il premio Nobel per la Pace.
Il 30 ottobre 1910 il Dunant muore ed ora riposa nel cimitero di Zurigo.





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