lunedì 1 giugno 2015

PERSONE DI CASTEL GOFFREDO : GIUSEPPE ACERBI

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Nasce a Castel Goffredo (Mantova) il 3 maggio 1773, da un'antica famiglia la cui origine risale all'XI secolo.
Riceve una prima istruzione dai genitori, il colonnello Giacomo Acerbi (1740-1811) e dalla nobildonna Marianna Riva di Castel Goffredo, poi dall'abate Saverio Bettinelli, nello spirito dei Lumi e si laurea in legge nel 1794 a Pavia; conosce le più importanti lingue europee, è politicamente vicino ai giacobini e nel 1798 intraprende un viaggio per l'Europa fino a Capo Nord (primo uomo nella storia), attraversando il nord della Finlandia, insieme con Bernardo Bellotti, figlio di un banchiere bresciano. In Svezia si unisce alla spedizione il colonnello Anders Fredrik Skjöldebrand.

Impara il francese, l'inglese e il tedesco, annota scrupolosamente e con notevole intelligenza le osservazioni dei suoi viaggi: popoli, costumi, mentalità, mode letterarie senza tralasciare riferimenti scientifici sempre documentati. Nel 1802 pubblica a Londra, in lingua inglese, un resoconto dei suoi viaggi nell'Europa del nord: "Travel through Sweden, Finland and Lapland to the North Cap in the years 1798 and 1799" (la traduzione italiana, in realtà solo un compendio dei "Travels", apparirà a Milano nel 1832 con il titolo "Viaggio al Capo Nord").e i suoi viaggi conosce molte personalità di grande importanza europea come Madame de Stael, Goethe, Malthus, Klopstock.
A Parigi, dove si trova come addetto alla legazione della Repubblica Cisalpina, incontra Napoleone. Sempre a Parigi viene arrestato a causa di alcuni giudizi espressi nei "Travels" e questo influenza profondamente il suo atteggiamento nei confronti della situazione francese: ormai si tratta sempre più di un impero militare ben lontano dagli ideali che hanno ispirato la Rivoluzione Francese, ideali ai quali Giuseppe Acerbi guardava con speranza e fiducia. Torna in Italia interrompendo il lavoro diplomatico per la Francia  imperiale, ma continuando a studiare e a coltivare i suoi innumerevoli interessi (scienze naturali, agricoltura, musica, disegno, lingue moderne, ecc.).
Si reca a Vienna durante il Congresso del 1815 e ottiene la nomina di Console Generale d'Austria a Lisbona. In realtà non si reca a Lisbona ma rimane a Milano dove dirige la Biblioteca Italiana, che inizia a pubblicare nel 1816 sotto gli auspici del governo. La rivista gli attira molte critiche e da molti viene considerato un'antipatriota. Nel 1825, dopo molti incontri con il principe Metternich, viene nominato Console Generale in Egitto, e l'anno successivo arriva a Alessandria. Rimane in Egitto fino al 1834 compiendo numerosi viaggi ed esplorazioni.
Partecipa alla spedizione archeologica di Champollion, visita l'alto Egitto e la Nubia, successivamente si reca anche nel basso Egitto. In questi viaggi raccoglie moltissimo materiale archeologico che oggi fa parte delle collezioni di vari musei italiani e stranieri, tra cui quelli di Milano e di Mantova (Museo Egizio di Palazzo Te). Tornato in Italia resta per un paio di anni a Venezia come consigliere del governo austriaco. Nel 1836 si ritira definitivamente a Castel Goffredo per dedicarsi ancora agli studi.
Si interessa all'amministrazione dei suoi beni, mette mano al riordino delle note raccolte in Egitto, riordino che non riesce, purtroppo, a portare a termine. Muore il 25 agosto 1846.

Durante la sua permanenza in Finlandia raccolse vari testi di poesie, Jos mun tuttuni tulisi ("Se il mio caro venisse"), la ninna nanna Nuku, nuku nurmilintu ("Dormi, dormi uccellino"), il poema di Antti Keksi sull'inondazione del fiume Tornionjoki del 1677, poi divenuto un canto religioso. Annotò la melodia della canzone Älä sure Suomen kansa ("Non affliggerti popolo di Finlandia") e del Kalevala, il poema epico finlandese, composto da 50 canti, o runi, descrivendone l'esecuzione dei runoja, i cantori sciamani del luogo, ma tale trascrizione è considerata imprecisa.

La figura dell'Acerbi è molto più nota in Finlandia che in Italia: la sigla della radio di Stato finlandese è tratta da una sua melodia.
In Italia Acerbi ha una fama equivoca, legata all'occupazione austriaca. È noto che nella Restaurazione succeduta alla sconfitta napoleonica l'Austria cercò, con un governo paternalistico ma anche con una buona amministrazione, di procurarsi il favore della popolazione e in particolare di ottenere la collaborazione o almeno la neutralità degli intellettuali, suoi potenziali avversari: con la costituzione del periodico letterario Biblioteca Italiana, voluta dal conte Heinrich von Bellegarde e finanziato direttamente dal governo austriaco, cercò di contribuire a "rettificare le opinioni erronee sparse in tutte le forme dal cessato regime" e soprattutto di tener lontano i letterati dalla politica. La rivista superò i 700 abbonati.

Rifiutato l'incarico dal Foscolo, la direzione della rivista fu assunta da Acerbi e la Biblioteca italiana, che fu edita dal 1816 al 1859, apparve presto uno strumento dell'oppressione austriaca, anche se i suoi collaboratori furono tra gli scrittori più prestigiosi del tempo: Vincenzo Monti, Pietro Giordani, Carlo Botta, Antonio Cesari, Giulio Perticari, Gian Domenico Romagnosi, Melchiorre Gioia, Silvio Pellico, Vittorio Barzoni, Paride Zajotti e Giambattista Brocchi, definito dal Monti la principal colonna della Biblioteca.

A Giuseppe Acerbi è intitolato il Premio Letterario Giuseppe Acerbi del comune di Castel Goffredo.
Il "Premio Letterario Giuseppe Acerbi, narrativa per conoscere ed avvicinare i popoli" nasce ufficialmente nel 1993 con lo scopo di divulgare l'immagine di Castel Goffredo nel mondo non solo attraverso il suo prodotto industriale più rilevante, le calze, ma anche tramite iniziative culturali di alto livello. Il Premio si propone di contribuire alla diffusione di produzione letteraria di autori fino ad ora poco conosciuti in Italia, provenienti da nazioni o aree culturali europee ed extraeuropee.

All'edizione 1995 il Comitato organizzatore ha affiancato alla giuria scientifica, composta da studiosi e professori universitari, un'altra giuria formata da 70 lettori scelti tra gli iscritti alle biblioteche della Provincia di Mantova e Brescia, che, dopo aver letto i libri in concorso, esprimeranno il loro voto in busta chiusa consegnandola alla biblioteca che li aveva scelti; ogni lettore avrà a disposizione un solo voto; la giuria scientifica invece è composta da cinque grandi lettori, il cui voto vale cinque punti. Il punteggio espresso dalle giurie raggiungere in questo modo il totale di 95 punti.




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