giovedì 5 marzo 2015

PONTI SUL TICINO : IL PONTE COPERTO DI PAVIA

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Il Ponte Coperto (detto anche Ponte Vecchio) è un ponte sul fiume Ticino a Pavia, che collega il centro storico cittadino e il resto della città (situato sulla riva sinistra del Ticino), con il pittoresco quartiere, originariamente fuori dalle mura periferiche della città, di Borgo Ticino. Il ponte è molto caratteristico, ha cinque arcate ed è completamente coperto con due portali alle estremità e una piccola cappella religiosa al centro. Sebbene il ponte attuale sia stato costruito nel 1949, esso ripropone le forme dell'antico Ponte Coperto, risalente al XIV secolo.

Già in epoca romana, nell'antica città di Ticinum era presente un primo ponte che collegava le due rive del fiume all'altezza del moderno Ponte Coperto. Di questo ponte rimane, facilmente visibile nei periodi di magra, la base di un pilone centrale, in trachite dei colli Euganei. La direzione del pilone (WNW), leggermente disassata rispetto a quella dei ponti medievale e moderno, indica che in epoca romana la direzione della corrente del fiume era diversa. Un altro pilone del ponte romano si poteva vedere fino a pochi anni fa presso la sponda sinistra, ma è stato coperto di terra per ampliare la riva. La costruzione del ponte romano si fa risalire all'epoca di Augusto.

Nel 1351 fu costruito sui ruderi del ponte romano un nuovo ponte, su progetto di Giovanni da Ferrera e di Jacopo da Cozzo. Il ponte, completato nel 1354, era coperto e dotato di dieci arcate irregolari e di due torri alle estremità, che servivano per la difesa; l'aspetto di questo ponte, anche se con sole sei arcate, è visibile negli affreschi di Bernardino Lanzani (1524 circa) all'interno della chiesa di San Teodoro. Durante la costruzione delle mura spagnole, nel XVII secolo, la prima arcata e mezza verso la città e la prima arcata dal lato del borgo furono comprese nei bastioni e, quindi, chiuse. Successivamente furono aggiunti un portale d'ingresso dalla parte del Borgo Ticino (1599), una cappella al centro del ponte in onore di San Giovanni Nepomuceno (XVIII secolo) e infine anche un portale di ingresso dalla parte del centro storico, eretto dall'Amati (1822).

Nel Palazzo Mezzabarba, la sede del Comune di Pavia, salone ufficio anagrafe, è presente un modello in legno del ponte trecentesco, realizzato nel 1938.

I bombardamenti delle forze alleate nel settembre 1944, durante la seconda guerra mondiale, danneggiarono l'antico ponte trecentesco e ne fecero crollare un'arcata. Alla fine della guerra si svolse un aspro dibattito sull'opportunità di ripristinare il vecchio ponte o di demolirlo. Per timore di crolli che avrebbero potuto far straripare il Ticino e per lo scarso rispetto dell'epoca verso i monumenti storici, nel febbraio 1948, il Ministero dei Lavori Pubblici fece demolire con la dinamite l'antico manufatto.

Alcuni resti dei piloni del vecchio ponte sono visibili nelle acque del fiume; è rimasta anche la base del portale parzialmente interrato sulla riva sinistra.

Nel 1949 si iniziò la costruzione del nuovo ponte, che fu inaugurato nel 1951. Sul portale d'ingresso dalla parte della città un'epigrafe cita: "Sull'antico varco del ceruleo Ticino, ad immagine del vetusto Ponte Coperto, demolito dalla furia della guerra, la Repubblica Italiana riedificò".

Il ponte attuale è stato costruito circa 30 metri più a valle rispetto al precedente, ed è più largo e più alto rispetto a quello antico. Le arcate sono più larghe, quindi inferiori in numero: cinque anziché sette. Il ponte è ora anche più corto in quanto è posizionato in maniera esattamente perpendicolare alla corrente del fiume, mentre quello antico seguiva completamente la linea che congiunge Strada Nuova (dalla parte del centro) con Piazzale Ghinaglia (dalla parte del Borgo Ticino). Le modifiche attuate al progetto avevano lo scopo di migliorare la viabilità sul ponte (aumento di dimensioni in larghezza e altezza) e facilitare al contempo lo scorrimento delle acque (spostamento del percorso e allargamento delle arcate).

La qualità della realizzazione è però decisamente inferiore al ponte trecentesco, tant'è che il cemento delle arcate è già crepato a soli 64 anni dalla realizzazione, e dev'essere periodicamente monitorato per scongiurare il pericolo di crollo. Per ridurre le vibrazioni, la viabilità del ponte è stata ristretta, a eccezione dei mezzi pubblici e delle moto, a un unico senso di marcia (dalla città verso il Borgo), e per entrare in città è necessario usufruire del Ponte della Libertà (detto anche Ponte dell'Impero).

Nel 2005, in occasione del 50º anniversario della morte di Albert Einstein, nella parte centrale del ponte è stata posta una targa con queste parole: "Die schöne Brücke in Pavia habe ich oft gedacht" ("Ho spesso pensato a quel bel ponte di Pavia"), iscrizione che riporta una frase scritta dal grande scienziato in una lettera del 1947 indirizzata a un'amica italiana e che si riferiva al periodo da lui trascorso, quindicenne, a Pavia. La famiglia Einstein si era trasferita nel 1894 dalla Germania dapprima a Milano (in via Bigli, 21) e poi a Pavia (in via Ugo Foscolo, 11 - Casa Cornazzani) dove aveva trascorso circa un anno.

Il quartiere di Pavia al di là dal Ponte Coperto, sulla riva destra del Ticino, è chiamato Borgo Ticino. La parte più caratteristica del quartiere è quella situata sull'argine basso del fiume; la si raggiunge, dopo aver attraversato il ponte provenendo dal centro storico, girando subito a sinistra in via Milazzo. Subito dopo il ponte si trova un monumento in bronzo: una statua che ritrae una lavandaia, una delle donne che nei secoli scorsi lavavano i panni dei cittadini nel Ticino. Più avanti si trovano le case basse caratteristiche del Borgo Basso (Burg-à-bass in dialetto pavese), soggette a sporadici allagamenti in corrispondenza delle esondazioni del fiume, in piena mediamente ogni decina d'anni.


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