Carlo Donida Labati (Milano, 30 ottobre 1920 – Porto Valtravaglia, 22 aprile 1998) è stato un compositore e pianista italiano.
Si diplomò al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano in pianoforte e composizione, per intraprendere la carriera di direttore d'orchestra, che decise però di abbandonare per seguire la sua vena artistica, più vicina alla musica leggera.
Iniziò quindi la sua attività nel mondo musicale come pianista de I Dandies, gruppo molto noto a cavallo degli anni quaranta e cinquanta, in cui si distinse come uno dei migliori pianisti del genere.
Successivamente venne assunto come arrangiatore dalle Edizioni musicali Ricordi, che in quel periodo avevano appena creato la sezione musica leggera con le Edizioni musicali Radio Record Ricordi.
Nello stesso periodo si sposa con Lia e diviene padre di Luisella, nata nel 1947, e Laura, nata nel 1951.
Entrato nell’ambiente della musica leggera, decise di comporre i primi motivi avvalendosi della collaborazione del paroliere Gian Carlo Testoni con cui firmò le sue prime canzoni, Dimmi t’amo e Sotto il mandorlo (interpretata dal Duo Fasano), con cui debuttò nel 1951 al Festival di Sanremo.
Successivamente collaborò con altri parolieri come Calibi, con cui scrisse Vecchio scarpone (interpretata da Gino Latilla e dal quintetto vocale con Giorgio Consolini), e Pinchi, paroliere di Canzone da due soldi (interpretata da Katyna Ranieri e Achille Togliani che si classificherà seconda a Sanremo), entrambi successi anche internazionali.
Nel 1960 inizia il lungo sodalizio con Giulio Rapetti Mogol, che darà vita a 126 canzoni, con la canzone Briciole di baci, che interpretata da Lia Scutari vince la seconda edizione del Burlamacco d'oro nel 1960 (e che viene anche incisa da Mina) e Diavolo cantata da Jimmy Fontana, e che vince nel 1961 il Festival di Sanremo con Al di là, interpretata da Betty Curtis e Luciano Tajoli, canzone che arrivò in ben 26 paesi del mondo.
Tra le altre canzoni scritte dal binomio Romantico amore cantata da Nicola Arigliano, Le colline sono in fiore interpretata da una giovanissima Wilma Goich al Festival di Sanremo, ispirata alle sue amate colline del Lago Maggiore, Uno dei tanti cantata da Tony Dallara e Joe Sentieri.
La sua carriera sanremese continuò con Abbracciami forte (1965 Udo Jürgens – Ornella Vanoni), Gli occhi miei (1968 Wilma Goich – Dino), La spada nel cuore (1970 Patty Pravo – Little Tony) e La folle corsa (1971 Little Tony – Formula 3) solo per citare le più famose: il maestro Donida partecipò a dodici edizioni del Festival di Sanremo con piazzamenti sempre di prim'ordine.
Le sue canzoni ebbero grande successo anche all'estero; tra gli artisti che cantarono brani di Carlo Donida vi sono Tom Jones, Ben E. King, Shirley Bassey, Chet Baker e Charles Aznavour, che interpretarono le sue canzoni: “Uno dei tanti”, che nella versione inglese diventò “Who (I have nothing)”, “Gli occhi miei”, col titolo “Help yourself”, e “Le colline sono in fiore”.
Nella sua carriera Carlo Donida compose anche colonne sonore per documentari, pubblicità e film. Donida si affermò anche come eccellente compositore di canzoni su testi dialettali milanesi come Mi no, ghe vegni no,Cing ghei de pu, ma ross e Quand el coeur el s’innamora, che parteciparono e vinsero più edizioni del Festival della Canzone Milanese e Ammore mio interpretata da Ornella Vanoni che si piazzò seconda al Festival di Napoli del 1964.
Anche Luigi Tenco interpretò alcune sue canzoni: Quasi sera, Sempre la stessa storia e Più mi innamoro di te e Serenella, già incisa da Bobby Solo (queste ultime due pubblicate postume).
Lucio Battisti, che interpretò raramente canzoni di cui non avesse composto lui stesso la musica, ne ha cantate ben quattro di Donida, sempre in collaborazione con Mogol: Prigioniero del mondo, La compagnia, La spada nel cuore e La folle corsa (le ultime due mai pubblicate ufficialmente).
Vasco Rossi nel 2007 ha voluto reinterpretare una canzone scritta nel 1968 per Marisa Sannia, La Compagnia.
Proprio sulla scia di quest'ultima canzone, nel 2008 è nata l'Associazione "la Compagnia di Donida" con l’obiettivo primario di diffondere la cultura popolare attraverso la musica ed incentivare la creatività dei giovani artisti. L’Associazione intende sostenere gli ideali del Maestro Donida basati sulla conoscenza e la divulgazione della cultura popolare attraverso la musica. È stato così istituito il Premio Donida. Il premio Donida è un Premio culturale rivolto ai giovani compositori che rende omaggio alla figura del Maestro Carlo Donida Labati ed è nato appunto in sua memoria nel 2009 a Milano, per la prima volta al Teatro Derby. Il Premio Donida in particolare mira a premiare un giovane compositore che si distingue per qualità, ricerca e originalità dell’opera. In un momento in cui tale cultura non viene valorizzata e la musica italiana vive un periodo di crisi l’Associazione vuole coltivare i giovani talenti e dare loro l’opportunità di farsi conoscere e di intessere relazioni con i grandi nomi della musica italiana e le case editoriali. Tale opportunità è da ritenersi preziosa per i giovani che si avvicinano a questo settore, da un lato per far loro provare un’esperienza professionale e di vita, dall’altro per poter sperare in un futuro concreto nel settore. In Italia sono molti i concorsi per i cantanti che vogliono emergere, ma rarissimi sono quelli dedicati a coloro che la musica la scrivono. La composizione è un’arte complessa e difficile che richiede studi approfonditi. Il Premio Donida è nato proprio per valorizzare i giovani compositori, aiutandoli a inserirsi nel mondo della musica. Ogni anno grandi ospiti del panorama musicale sono presenti per ricordare il Maestro Carlo Donida, da Mogol, Mario Lavezzi, Gino Paoli, Ron, Wilma Goich, Platinette, Ricky Gianco.. Monica Donida, Presidente e ideatrice del Premio dichiara: “Ho pensato di istituire questo Premio perché mio nonno ha sempre creduto nel talento, prendendo sul serio i sogni di coloro che gli dimostravano entusiasmo e amore per la musica. Fu lui a credere per primo nelle capacità artistiche di Mogol che, da giovanissimo, amava scrivere i suoi versi in piccoli pezzetti di cartoncino che teneva sparsi nelle sue tasche. Un giorno si sedettero a un tavolo, presero in mano tutti i pezzetti e iniziò il loro fortunatissimo sodalizio di musica e parole”.
Sanremo 2012: LA STORIA DI TUTTE LE CANZONI: Irene Fornaciari con Brian May canterà “I who have nothing”, che sarebbe “uno dei tanti” di Mogol e Donida. Lanciata nel 1961 da Joe Sentieri, fu tradotta nientemeno che da Jerry Lieber e Mike Stoller, ed è diventata uno standard del rhyhm&blues internazionale; l’hanno incisa Ben E. King, Tom Jones, Roberta Flack, Sylvester, Shirley Bassey, Luther Vandross, Neil Diamond, Gradys Knight, Joe Cocker e persino gli Status Quo.
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